Sentenza Nº 18559 della Corte Suprema di Cassazione, 03-05-2019

Presiding JudgeRAGO GEPPINO
ECLIECLI:IT:CASS:2019:18559PEN
Date03 Maggio 2019
Judgement Number18559
CourtSeconda Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti rispettivamente nell'interesse di
Zindato Gaetano Andrea, n. a Reggio Calabria il 29/07/1984,
rappresentato e assistito dall'avv. Giuseppe Nardo, di fiducia,
Borghetto Eugenio, n. a Reggio Calabria il 20/01/1968, rappresentato
e assistito dall'avv. Basino Antonino Pitasi e dall'avv. Francesco
Calabrese, di fiducia,
Varano Domenico, n. a Reggio Calabria il 24/08/1982, rappresentato e
assistito dall'avv. Giuseppe Nardo, di fiducia,
Barbaro Domenico, n. a Reggio Calabria il 09/06/1966, rappresentato
e assistito dall'avv. Giacomo lana, di fiducia,
Bullace Domenico, n. a Reggio Calabria il 10/01/1974, rappresentato e
assistito dall'avv. Francesco Calabrese, di fiducia,
avverso la sentenza della Corte di appello di Reggio Calabria, sezione
penale, n. 1398/2016, in data 30/11/2017;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;
letta la memoria presentata nell'interesse di Barbaro Domenico in data
04/03/2019;
1
Penale Sent. Sez. 2 Num. 18559 Anno 2019
Presidente: RAGO GEPPINO
Relatore: PELLEGRINO ANDREA
Data Udienza: 13/03/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
letta la memoria con motivi aggiunti presentata nell'interesse di
Barbaro Domenico in data 21/02/2019;
letta la memoria con motivi aggiunti presentata nell'interesse di
Borghetto Eugenio in data 19/02/2019;
sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Andrea Pellegrino;
udita la requisitoria del Sostituto procuratore generale Delia Cardia che
ha chiesto di disporsi l'annullamento con rinvio limitatamente al profilo
della recidiva con riferimento a Borghetto Eugenio, Varano Domenico
e Barbaro Domenico, con rigetto dei ricorsi nel resto nonché di
rigettarsi i ricorsi di Bullace Domenico e di Zindato Gaetano Andrea;
sentita la discussione dei difensori dei ricorrenti intervenuti, avv.ti
Giuseppe Nardo, Basilio Antonino Pitasi, Francesco Calabrese e
Giacomo lana, che hanno concluso riportandosi ai rispettivi ricorsi e
chiedendone l'accoglimento.
RITENUTO IN FATTO
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1. Con sentenza in data 30/11/2017 in riforma della pronuncia
di primo grado resa dal Giudice per l'udienza preliminare presso il
Tribunale di Reggio Calabria in data 07/01/2016 in sede di giudizio
abbreviato, previa esclusione dell'aggravante di cui all'art. 416-bis
comma 4 cod. pen., dichiarava Zindato Gaetano Andrea, Borghetto
Eugenio, Varano Domenico, Barbaro Domenico e Bullace Domenico
responsabili del reato di cui all'art. 416-bis commi 1, 3 e 5 cod. pen.
(fatti commessi in Reggio Calabria dal 31/03/2012 al 31/12/2012), con
l'aggravante della recidiva (semplice per Zindato Gaetano Andrea e
Barbaro Domenico; specifica per Borghetto Eugenio; infraquinquennale
per Varano Domenico) e li condannava alle seguenti pene:
-Zindato Gaetano Andrea, quale partecipante all'associazione, ad anni
due e mesi sei di reclusione in aumento,
ex
art. 81 cod. pen., alla pena
al medesimo inflitta dalla Corte di assise di appello di Reggio Calabria
in data 20/11/2014, con revoca dell'interdizione legale disposta in
primo grado e riduzione della libertà vigilata ad un periodo non inferiore
ad anni uno;
-Borghetto Eugenio, quale partecipante all'associazione, ad anni otto
di reclusione, con riduzione della libertà vigilata ad un periodo non
inferiore ad anni uno;
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale
-Varano Domenico, quale partecipante all'associazione (come da
contestazione), ad anni sei e mesi otto di reclusione, con riduzione della
libertà vigilata ad un periodo non inferiore ad anni uno;
-Barbaro Domenico, quale partecipante all'associazione (come
riconosciuto in primo grado), ad anni sette di reclusione, con riduzione
della libertà vigilata ad un periodo non inferiore ad anni uno;
-Bullace Domenico, quale partecipante all'associazione (come da
contestazione), ad anni cinque di reclusione.
1.1. Il processo di merito ha consentito di accertare la perdurante
operatività dell'articolazione territoriale mafiosa denominata cosca
Caridi-Borghetto-Zindato, attiva nell'ambito della più ampia cosca
Libri, dominante nei quartieri meridionali della città di Reggio Calabria,
e segnatamente nei quartieri Modena, Ciccarello e S.Giorgio Extra.
L'indagine è nata dalle risultanze delle intercettazioni ambientali
effettuate in carcere a carico di Laurendi Domenico Antonio in
occasione di colloqui con i propri familiari Laurendi Francesco, Laurendi
Giuseppe e Buzzan Rosa Maria Teresa, tutti coinvolti a pieno titolo nella
prosecuzione dell'attività delinquenziale del congiunto detenuto, il
quale impartiva ordini e direttive specifiche ai componenti del suo
nucleo familiare e si prodigava (nonostante la detenzione) nell'opera di
assistenza e di sostegno alle famiglie dei sodali detenuti, al fine di
mantenere il predominio acquisito nei confronti degli altri sodali e lo
stretto legame con i vertici della cosca. Dal canto loro, i familiari del
detenuto (Laurendi Francesco, Lau rendi Giuseppe e Buzzan Rosa Maria
Teresa) dimostrano di essere a piena conoscenza delle dinamiche della
cosca, delle attività illecite di questa e di parteciparvi attivamente, oltre
che di essere consapevoli intermediari tra il figlio ed i sodali in libertà,
recando a questi ultimi i messaggi provenienti dal figlio detenuto e
viceversa. L'opera di assistenzialism portata avanti da Laurendi
Domenico Antonio (sia antecedentemente alla carcerazione che nel
corso della stessa) nei confronti dei sodali detenuti e delle famiglie di
costoro appare in piena sintonia con quanto già emerso in altri
procedimenti, in cui si è accertato che, nell'ambito delle famiglie di
'ndrangheta, esistono delle figure deputate a distribuire parte dei
proventi delle attività illecite alle famiglie dei sodali ristretti in carcere;
il presente processo ha disvelato come le famiglie di questi ultimi siano
perfettamente consapevoli del meccanismo esistente, sapendo a chi
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