Sentenza Nº 13037 della Corte Suprema di Cassazione, 27-04-2020

Presiding JudgeSARACENO ROSA ANNA
ECLIECLI:IT:CASS:2020:13037PEN
Date27 Aprile 2020
Judgement Number13037
CourtPrima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
LEVACOVICH VITTORIO nato a PISTOIA il 04/12/1963
ODOROVICH EMANUELA nato a FRASCATI il 29/12/1965
LEVACOVICH MARTIN nato a UDINE il 19/12/1988
LEVACOVICH DEBORA nato a PISTOIA il 26/07/1982
avverso il decreto del 02/04/2019 della CORTE APPELLO di FIRENZE
udita la relazione svolta dal Consigliere DANIELE CAPPUCCIO;
lette le conclusioni del PG, il quale ha chiesto dichiararsi l'inammissibilità dei ricorsi;
Penale Sent. Sez. 1 Num. 13037 Anno 2020
Presidente: SARACENO ROSA ANNA
Relatore: CAPPUCCIO DANIELE
Data Udienza: 04/12/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1.
Con decreto reso in esito all'udienza camerale del 2 aprile 2019 la Corte
di Appello di Firenze ha confermato quello con cui il Tribunale di Pistoia, il 2
maggio 2018, ha disposto la confisca di beni mobili ed immobili nei confronti di
Vittorio Levacocich, Emanuela Odorovich, Martin Levacocich, Debora Levacovich.
2.
La Corte di appello ha, innanzitutto, dato atto delle principali coordinate
del decreto di primo grado, che aveva attestato la pericolosità sociale dei quattro
proposti, gravati da precedenti penali e di polizia e tutti conducenti un tenore di
vita ampiamente sproporzionato rispetto ai redditi lecitamente prodotti che,
peraltro, non avrebbero consentito loro di acquisire i beni sottoposti ad
ablazione.
Più specificamente, il Tribunale aveva rilevato che l'intera famiglia aveva
prodotto, tra il 2000 ed il 2014, redditi per appena 88.000 euro complessivi -la
maggior parte dei quali lecitamente percepiti, peraltro, da Gianni Levacocich, nei
confronti del quale la richiesta di applicazione di misure di prevenzione
patrimoniali è stata, pertanto, rigettata -e che conferma della sproporzione
patrimoniale si traeva dall'accertata disponibilità, in capo ai Levacocich, di
numerosi autoveicoli, intestati ai proposti ovvero a terzi, custoditi nei
box
di
pertinenza dell'immobile principale sito in Buggiano, Via del Vasone.
Il giudice di primo grado aveva, ancora, osservato come dalle indagini
espletate, e, in particolare, dalle sommarie informazioni rese da alcuni artigiani e
dalle intercettazioni telefoniche, era emerso che Vittorio Levacocich aveva
accumulato il proprio patrimonio grazie alla gestione dei cavalli da corsa, attività
avviata con risorse presumibilmente illecite e condotta con l'ausilio dei più stretti
congiunti.
Il Tribunale, dato atto della fitta interconnessione tra i componenti della
famiglia, la cui sfera patrimoniale è sostanzialmente unica, e della centralità del
ruolo svolto da Vittorio Levacovich, aveva, quindi, messo a fuoco le modalità di
acquisizione dell'abitazione di famiglia, sita a Buggiano, Via Ponte Buggianese n.
151, intestata a Martin Levacocich, concludendo nel senso che l'impegno
economico all'uopo destinato era stato sopportato da Vittorio Levacocich.
Aveva, successivamente, esposto che Martin e Debora Levacocich avevano,
più in generale, acquistato, rispettivamente, nel 2009 e tra il 2001 ed il 2004,
beni in realtà appartenenti al padre, che aveva, a tal fine, impiegato i profitti
realizzati mediante la commissione di reati e che, negli anni successivi, i due
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