Si profila un catasto da notte del diritto

AutoreCorrado Sforza Fogliani
Pagine133-133
133
var
Arch. loc. e cond. 1/2013
VARIE
SI PROFILA UN CATASTO DA
NOTTE DEL DIRITTO
di Corrado Sforza Fogliani
Lotta all’evasione, equità e legalità. Ma lo Stato, intan-
to, pretende di avere le mani libere nel tassare, impedi-
sce che i contribuenti possano sottoporre l’operato delle
sue Agenzie f‌iscali ad un giudice terzo, per far valutare la
congruità dei suoi atti ai f‌ini f‌iscali. Succederà in materia
catastale (se non si rimedierà al Senato, o con un provve-
dimento a sè) e, più specif‌icatamente, relativamente alle
tariffe d’estimo. Lo ha deciso la Camera, trattando della
delega f‌iscale e della revisione del catasto dei fabbricati,
contenuta nel capo intitolato - neanche da dire - all’”equi-
tà” (e “razionalità”: ma per chi?) del sistema f‌iscale.
Le tariffe d’estimo, dunque, vengono approvate con
D.M. e, applicate alla consistenza di ogni unità immobilia-
re (vani, oggi; metri quadrati, col nuovo Catasto), deter-
minano la rendita di case, uff‌ici e negozi ai f‌ini f‌iscali.
Ma contro queste tariffe sarà possibile ricorrere solo
per vizi di legittimità, per vizi formali sostanzialmente
(salvo l’eccesso di potere, rarissimo da ritenere in genere
e in special modo nella materia in parola). Non sarà invece
possibile impugnarle nel merito, per farne cioè apprezzare
la congruità (che è quel che interessa i contribuenti) da
un giudice terzo.
Il vulnus ai diritti dei contribuenti (e allo Stato di
diritto) è colossale e inaccettabile, anche da un punto
di vista costituzionale: impedire (come ha evidenziato la
Confedilizia in audizione alla Commissione Finanze) il
controllo giurisdizionale delle tariffe d’estimo, equivale a
impedire che un contribuente possa ricorrere contro un
accertamento tributario, tantopiù oggi che le operazioni
di revisione del catasto saranno coordinate proprio dal-
l’Agenzia delle entrate (nella quale è stata - com’è noto
- incorporata l’Agenzia del territorio). E pensare che il
contenzioso giudiziario sarebbe minimo e limitato a casi
eclatanti, per l’alto costo che comporta oggi, come noto, il
ricorso alla giustizia, specie amministrativa.
L’opposizione dell’Agenzia delle Entrate, e con essa del
Governo, al controllo giurisdizionale delle tariffe meravi-
glia e rivendica all’Agenzia stessa un ruolo insindacabile,
in contrasto con i princìpi di una democrazia liberale e
di un f‌isco civile. E questo, proprio quando un controllo
sarebbe invece maggiormente necessario dato che il nuo-
vo catasto sarebbe fondato non su rilevazioni obiettive di
dati e valori sul territorio, ma sui risultati che sortirebbero
dall’applicazione di algoritmi, messi a punto - oltretutto -
al di fuori degli standard internazionali.
La previsione, poi, di far validare le funzioni statistiche
dalle Commissioni censuarie (che sono organi amministra-
tivi, e non giurisdizionali, di collaborazione con l’ammini-
strazione, piene zeppe di rappresentanti degli enti tassa-
tori, ma non di rappresentanti dei contribuenti) è solo la
cartina di tornasole dell’esistenza del problema, che non
si vuole però risolvere in modo trasparente ed aff‌idabile.
Altrettanto dicasi per la norma sulla futura invarianza di
gettito: una clausola già utilizzata e che gli italiani sanno,
dalle tasse che pagano, trattarsi di una mera espressione
di stile.
La lotta all’evasione è sacrosanta, ma non può prescin-
dere dalla possibilità di un confronto giurisdizionale con
ogni organo tributario. La legalità non deve essere a senso
unico. Uno Stato che può, ormai, vedere persino quante
volte all’anno apriamo in banca la cassetta di sicurezza,
non può - rif‌iutando un atto di lealtà, di correttezza e di
trasparenza - impedire l’applicazione piena, in punto, dei
principi tipici dello Stato di diritto. Tanto più che, nella
specif‌ica materia, vige la garanzia ed il limite del non
superamento della capacità contributiva (art. 53 Cost.),
che impone anche un sindacato nel merito, come ordina-
riamente accade per gli altri provvedimenti impositivi nel
giudizio dinanzi alla Commissione tributaria.
I proprietari di casa, dal canto loro, sono già stati colpiti
da un’imposizione, patrimoniale e non, superiore a quella
di ogni altra categoria e non possono accettare di essere
privati addirittura anche della possibilità di ricorrere alla
giustizia. E le esigenze di cassa non devono, poi, farci
piombare - nell’indifferenza generale - indietro di secoli,
dandoci un catasto da notte del diritto.

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT