Nuovi contratti, meglio farli in euro

AutoreCorrado Sforza Fogliani
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I contratti tipo della Confedilizia già suggeriscono, da tempo, di indicare il canone delle locazioni sia in lire che in euro. È sembrato, finora, quasi un inutile orpello. Ma, ora, l'indicazione in euro diventa invece essenziale, quantomeno ad evitare rischi.

Il problema è quello dei contratti (di locazione, come di ogni altro tipo) stipulati dopo l'1 gennaio di quest'anno.

Per essere validi, devono obbligatoriamente recare il corrispettivo (canone o altro) in euro? C'è chi sostiene di sì, argomentando sulla base di una pretesa indeterminatezza dell'oggetto dei contratti in questione che non facessero riferimento all'euro. La replica, però, è facile: il ragionamento sarebbe valido se questi contratti indicassero il corrispettivo in valute storiche (dracme o parpagliole, tanto per esemplificare). Per l'euro, invece, il ragionamento è radicalmente diverso: infatti, il tasso di conversione lire-euro è stato irrevocabilmente fissato nel '98, e non si ha mai, dunque, quell'indeterminatezza dell'oggetto sopra accennata che causerebbe la nullità dei contratti, a norma di fondamentali disposizioni del codice...

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