Nel Paese della conciliazione …

AutoreNino Scripelliti
Pagine559-560

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La professoressa di scuole medie in pensione, avanzava curva lungo lo scaffale delle conserve del supermercato Extracoop, un enorme parallelepipedo scintillante, pieno di scritte, di manifesti e di merce colorata, di clienti soddisfatti del potere di comprare, e di personale giovane, disinvolto e vociante. Veramente, per quanto avanti negli anni, la professoressa era ancora dritta ed agile, ma aveva letto in un articolo di un quotidiano gratuito, di quelli distribuiti per la strada, che negli scaffali inferiori si trovano articoli a prezzi minori, anche se non di marche primarie. Ma non era questo il problema; il problema era che da diversi mesi mancava alla professoressa una entrata importante per il suo modesto bilancio familiare di pensionata sola, un canone di affitto di un piccolo appartamento, frutto di una vita di lavoro insieme con il marito da qualche anno mancato, che la professoressa aveva affittato ad un extracomunitario. Tutt’altro che un clandestino; era infatti una persona che svolgeva una normale attività commerciale e che si era presentato con sicurezza e disinvoltura, esibendo credenziali di guadagni e referenze bancarie, ma che nell’ultimo anno aveva rallentato i pagamenti mensili un po’, a suo dire, per la crisi generare dei mercati, argomento usato sempre più spesso da chi voleva rallentare i pagamenti, un po’ sollevando problemi di difetti dell’appartamento, concernenti in particolare l’impianto di riscaldamento e la tenuta degli infissi. La professoressa era intervenuta più volte con artigiani e riparatori, senza risultati, a dire dell’inquilino, il quale negli ultimi cinque mesi aveva cessato tout court i pagamenti: inutili le telefonate, i biglietti messi nella cassetta della posta, le lettere e poi infine anche una raccomandata, che nel modo di ragionare della professoressa, rappresentava il massimo della pressione sul debitore e del potere che essa riteneva che il contratto di locazione attribuisse a quello che una volta si usava chiamare padrone di casa.

Alla fine del lungo scaffale e sopra la linea delle casse, l’attenzione della professoressa fu richiamata da un manifesto a colori vivaci nel quale erano rappresentati un uomo e una donna giovani, che sorridendo si davano la mano facendo mostra di allontanarsi in direzioni opposte, ognuno con un bambino: l’uomo, evidentemente il marito o ex marito, teneva con sé un maschietto di dieci, forse dodici anni, mentre la moglie o ex moglie che fosse, si...

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