N. Strejilevich, Una sola morte numerosa

AutoreValentina Paleari
CaricaDottoranda in Studi Linguistici, Letterari e Interculturali in Ambito Europeo ed Extra-europeo, Università degli Studi di Milano
Pagine189-192
n. 1/ 2019 ISSN 2612-6672 | 188
Recensione. N. Strejilevich, Una sola morte numerosa,
Salerno, Oèdipus, 2018, 200 pp.
Valentina Paleari
Marco Bechis e Rosa Maria Grillo introducono la lettura di Una Sola Morte
Numerosa di Nora Strejilevich, sopravvissuta ai campi di detenzione clandestini
della dittatura argentina (19761983) e oggi scrittrice ed Emeritus Professor di
letteratura dei diritti umani presso il Center for Latin American Studies della San
Diego State University. La traduzione italiana dell’originale, intitolato Una Sola
Muerte Numerosa, è di Irina Bajini.
Mario Bechis, regista del film Garage Olimpo, anch’egli sequestrato e
rinchiuso nel centro di detenzione clandestina Club Atlético, a pochi mesi dal
sequestro di Nora, firma un’introduzione intitolata La testimonianza non è copia
della realtà, ma la sua costruzione, nella quale, partendo dai testi di Nora
Strejilevich e di Pilar Calveiro (Poder y desaparición, 1998) e dalla testimonianza
diretta di Mario Villani considerati espressione fondamentale per quanto
riguarda la “costruzione della realtà”– si interroga sulle possibilità e sui limiti del
racconto e della rappresentazione della violenza, nonché su quali immagini
possano riprodurre «qualcosa di tanto intimo e soggettivo» (p. 8), pur
mantenendosi in linea con i codici della politica, che «decide cosa mostrare e che
cosa nascondere» (p. 8).
Rosa Maria Grillo, nella stesura di Nora Strejilevich tra testimonianza e
autoficción, si concentra sul genere della narrativa testimoniale moderna,
ripercorrendo le tappe dell’«istituzionalizzazione di questa famiglia testuale» (p.
10). Lo sguardo rivolto al panorama letterario ispanoamericano è ampio, e
attraverso significativi esempi si esaminano «denominatori e identemi comun
(p.12) che portano a una possibile categorizzazione e orientano alla comprensione
di testi che, per loro stessa natura, «resistono alla classificazione» (p.10), in
quanto «non immediatamente riconducibili ai generi tradizionali» (p. 11). La
narrativa testimoniale è una pagina “ibrida” che spazia tra diverse tipologie
«costruzioni narrative di esperienze di vita», «continuum senza fratture tra la
testimonianza giuridica, perizia tecnica o articolo giornalistico, da un lato,
letteratura che può sfociare nella ficción […] dall’altro» (p. 10). Le voci che
Dottoranda in Studi Linguistici, Letterari e Interculturali in Ambito Europeo ed Extra- europeo,
Università degli St udi di Milano. Testo consegnato alla redazione il 30 aprile 2019. C itazione
consigliata: V. Paleari, Recensione a N. Strejilevich, Una sola morte numerosa, Salerno, Oèdipus,
2018, 200 pp.

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