Massimario di legittimitá

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine921-932

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Appello civile - Citazione di appello - Contenuto - Interpretazione

L'interpretazione del contenuto dell'atto di appello - demandata istituzionalmente al giudice del merito e non è denunciabile in Cassazione se congruamente motivato - non è soggetta alle regole di ermeneutica contrattuale non potendo esser limitato alle espressioni letterali usate, ma dovendo tener conto delle sostanziali finalità perseguite dalla parte.

    Cass. civ., sez. III, 20 ottobre 2003, n. 15643, Stringari c. Stringari. (C.p.c., art. 342). [RV567516]


@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Requisiti

In tema di giudizio di appello, la ricorrenza della specificità dei motivi non può essere definita in via generale ed assoluta, ma va correlata con la motivazione della sentenza impugnata e deve ritenersi sussistente quando alle argomentazioni svolte nella sentenza impugnata vengono contrapposte quelle dell'appellato in modo da incrinare il fondamento logico - giuridico delle prime, come nell'ipotesi in cui, con riferimento ad un autonomo capo di sentenza, l'appellante, pur non procedendo all'esplicito esame dei passaggi argomentativi della sentenza, svolga il motivo di appello in modo incompatibile con la complessiva argomentazione della decisione impugnata sul punto, posto che l'esame dei singoli passaggi della stessa è inutile, una volta che l'appellante abbia esposto argomentazioni incompatibili con le stesse premesse del ragionamento della sentenza impugnata.

    Cass. civ., sez. V, 23 ottobre 2003, n. 15936, Sniberg Nap. Imbottigl. Bevande Gassate Srl c. Min. Finanze. (C.p.c., art. 342). [RV567627]


@Appello civile - Domande non riproposte - Plurimi fatti costituenti fonte di prova - Omessa specifica deduzione

Ai fini della decadenza dalle domande non riproposte in appello, ai sensi dell'art. 346 c.p.c., occorre distinguere tra i fatti costitutivi del diritto postulato con la domanda e i fatti dedotti quali fonti di prova dell'esistenza del diritto stesso: solo i fatti costitutivi del diritto, quando siano plurimi, debbono essere riproposti in appello dalla parte vittoriosa che li aveva dedotti, quando il giudice di primo grado abbia accolto la domanda sulla base di uno di essi, ritenendo assorbiti gli altri; i plurimi elementi di prova, quand'anche ritenuti in parte superflui dal giudice di primo grado, debbono invece essere valutati tutti dal giudice d'appello anche in mancanza di specifica deduzione dell'appellato, perchè in materia di prova vige il principio di acquisizione processuale, secondo il quale le risultanze istruttorie, comunque ottenute, concorrono tutte, indistintamente, alla formazione del convincimento del giudice.

    Cass. civ., sez. I, 12 settembre 2003, n. 13430, Fall. Pons e Cantamessa Spa c. Banca di Roma Spa. (C.p.c., art. 346). [RV566815]


@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Reformatio in peius - Provvisionale in favore della parte civile

Il giudice di appello che proceda a seguito di impugnazione della sentenza di condanna da parte del solo imputato non può disporre la condanna dello stesso imputato al pagamento di una provvisionale in favore della costituita parte civile, quando la relativa domanda sia stata respinta dal giudice di primo grado, poiché il principio devolutivo impedisce una reformatio in peius della sentenza nell'assenza di specifico gravame sul punto.

    Cass. pen., sez. IV, 16 settembre 2003, n. 35584 (ud. 7 maggio 2003), Barilla. (C.p.p., art. 538; c.p.p., art. 597; c.p.p., art. 539; c.p.p., art. 576). [RV225987]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Richieste concordemente formulate dalle parti - Richiesta a pena patteggiata

Non sussiste alcuna causa di incompatibilità al giudizio nei confronti del giudice di appello che rigetti la richiesta di pena patteggiata ai sensi dell'art. 599, comma 4, c.p.p., formulata congiuntamente dall'imputato e dal pubblico ministero. (Nell'occasione la Corte ha anche ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 34 e 36 c.p.p., nella parte in cui non prevedono una causa di incompatibilità del giudice che abbia comunque espresso una valutazione discrezionale nell'ambito di uno stesso procedimento, operante a prescindere da iniziative di parte).

    Cass. pen., sez. I, 23 ottobre 2003, n. 40320 (ud. 10 ottobre 2003), Mazzuca. (C.p.p., art. 34; c.p.p., art. 36; c.p.p., art. 599). [RV225992]


@Appello penale - Motivi - Imputato assolto in primo grado con la formula «per non aver commesso il fatto» - Legittimazione all'appello

L'imputato assolto con la formula ampiamente liberatoria «per non aver commesso il fatto», anche se per mancanza, insufficienza o contraddittorietà della prova ai sensi dell'art. 530, comma 2, c.p.p., non è legittimato a proporre appello, neanche incidentale, avverso la relativa sentenza, per carenza di un apprezzabile interesse all'impugnazione, salvo che nell'eccezionale ipotesi in cui l'accertamento di un fatto materiale oggetto del giudizio penale conclusosi con sentenza dibattimentale sia suscettibile, una volta divenuta irrevocabile quest'ultima, di pregiudicare, a norma e nei limiti segnati dall'art. 654 stesso codice, le situazioni giuridiche a lui facenti capo, in giudizi civili o amministrativi diversi da quelli di danno e disciplinari regolati dagli artt. 652 e 653 c.p.p.

    Cass. pen., sez. un., 24 novembre 2003, n. 45276 (ud. 30 ottobre 2003), P.G. in proc. Andreotti ed altro. (C.p.p., art. 530; c.p.p., art. 654). [RV226091]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Costituzione di parte civile - Spese processuali - Obbligo di rifusione a carico dell'imputato patteggiante

Anche le spese di consulenza tecnica sostenute dalla parte civile vanno poste a carico dell'imputato che abbia patteggiato la pena, salvo il potere discrezionale del giudice di compensarle totalmente o in parte per giusti motivi.

    Cass. pen., sez. V, 4 settembre 2003, n. 35139 (c.c. 16 maggio 2003), Rivalta. (C.p.p., art. 78; c.p.p., art. 79; c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 448). [RV226168]


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@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Richiesta - Connessione obiettiva tra reato ed illecito amministrativo - Richiesta ed applicazione della pena solo per il reato

Quando il giudice pronuncia una sentenza di applicazione della pena ai sensi dell'art. 444 c.p.p. senza decidere anche sulla violazione amministrativa connessa al reato, non solo restano validi l'accordo delle parti e la sentenza che lo ha recepito, ma rimane ferma anche la competenza del giudice penale, il quale deve pronunciarsi, in via separata, sulla violazione amministrativa; ciò in quanto tale competenza viene meno solo se il procedimento penale sia stato chiuso per estinzione del reato o per difetto di una condizione di procedibilità.

    Cass. pen., sez. IV, 17 giugno 2003, n. 26402 (c.c. 19 aprile 2003), P.G. in proc. Regini. (C.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445; L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 24). [RV226059]


@Assicurazione (Contratto di) - Assicurazione contro i danni - Accertamento del danno - Devoluzione a terzi

In tema di assicurazione contro i danni, la clausola di polizza che devolva a terzi, con effetto vincolante per le parti, l'accertamento del danno astrattamente risarcibile, ma non anche la definizione di eventuali contestazioni fra le parti stesse circa le conseguenze, sul diritto all'indennizzo, di eventuali dichiarazioni inesatte o reticenti, secondo la disciplina degli artt. 1892 e 1893 c.c., configura una cosiddetta perizia contrattuale, la quale non interferisce sulla proponibilità davanti all'autorità giudiziaria delle controversie relative all'applicabilità delle citate norme sulla base dei dati forniti dai periti. Allo stesso modo, quando, in virtù di espressa convenzione, le parti stabiliscono che si possa procedere al cd. accordo conservativo in ordine all'accertamento dell'entità del danno dell'assicurato, un siffatto accordo non realizza una transazione, ma ha solo la funzione di fissare, con effetti obbligatori tra le parti, un elemento di integrazione dell'eventuale transazione non ancora perfezionata, ovvero di determinare definitivamente il quantum del danno complessivamente indennizzabile, salvo a stabilire se, ed in quale misura, sussista il diritto dell'assicurato.

    Cass. civ., sez. III, 4 settembre 2003, n. 12880, Fonderie Ariotti Spa c. Aig Europe Sa. (C.c., art. 1892; c.c., art. 1893). [RV566538]


@Assicurazione (Impresa di) - I.N.A. - Agenzia dell'INA gestita in economia come agenzia diretta - Impresa autonoma

Non costituisce impresa autonoma un'agenzia dell'INA (Istituto Nazionale delle Assicurazioni) che non sia stata concessa a imprenditori autonomi ex art. 12 R.D. n. 933 del 1926, ma gestita in economia come agenzia diretta, per delibera del Consiglio di amministrazione dell'Istituto stesso, ex art. 15 del citato regio decreto. In tal caso, l'agenzia fa parte dell'INA e i dipendenti dell'agenzia devono considerarsi dipendenti dell'Istituto.

    Cass. civ., sez. lav., 1 settembre 2003, n. 12756, Ina Spa c. Manfredi. (L. 4 aprile 1912, n. 305; R.D. 20 maggio 1926, n. 933, art. 12; R.D. 20 maggio 1926, n. 933, art. 15). [RV566449]


@Assicurazione obbligatoria - Condizioni di polizzaClausola condizionante la garanzia assicurativa

In tema di assicurazione della responsabilità civile per la circolazione dei veicoli, la clausola di polizza che condizioni la garanzia assicurativa alla circostanza che il contraente sia munito di valida patente implica la non operatività della garanzia stessa tutte le volte che la patente stessa risulti scaduta, a prescindere dalla persistenza dei prescritti requisiti fisici e psichici in capo al detto conducente, e senza che, ancora, spieghi...

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