Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine739-763

Page 739

I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Benefici - Obbligo di motivazione della mancata concessione della sospensione condizionale della pena

Il giudice di appello che, su impugnazione del P.M., riformi una sentenza di primo grado, modificando la natura della pena, deve motivare, pur in assenza di specifiche deduzioni di parte, circa la mancata concessione della sospensione condizionale della pena.

    Cass. pen., sez. V, 7 novembre 2007, n. 40865 (ud. 25 settembre 2007), Catalano e altro. (C.p., art. 163; c.p.p., art. 597). [RV238187]


@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Capi della sentenza e punti della decisioneNozione

La nozione «punti della decisione» di cui all'art. 597, comma primo, c.p.p. va collegata al momento dispositivo della sentenza appellata e deve riferirsi alla decisione del giudice, sicchè la preclusione derivante dall'effetto devolutivo dell'appello, concernente i punti della decisione che non sono stati oggetto dei motivi di gravame e che acquistano autorità di giudicato, non riguarda gli argomenti logici. Ne deriva che nel procedimento per reato colposo, quando la sentenza venga impugnata in ordine alla sussistenza della responsabilità, il giudice di appello ha il potere-dovere di indagare su tutti gli elementi di colpa contestati al prevenuto, compresi quelli sui quali il precedente giudizio era stato a lui favorevole, dovendo considerarsi gli accertamenti relativi ai detti elementi, attinenti ai profili particolari della condotta dell'agente, come argomentazione logica, e non già quali punti della decisione.

    Cass. pen., sez. IV, 20 dicembre 2007, n. 47158 (ud. 25 ottobre 2007), Minardi. (C.p.p., art. 597). [RV238353]

@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Concordato sui motivi di appello - Rideterminazione della pena

Il giudice di appello, in caso di accoglimento dell'accordo delle parti sui motivi con rideterminazione della pena, è tenuto alla sostituzione della pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici, applicata con la sentenza di condanna a pena detentiva non inferiore a cinque anni, con quella dell'interdizione temporanea, ove la pena irrogata per i reati in continuazione sia complessivamente pari ad anni cinque di reclusione, pur quando la sostituzione non sia stata prevista nell'accordo tra le parti.

    Cass. pen., sez. II, 24 settembre 2007, n. 35445 (ud. 6 luglio 2007), Calderisi. (C.p., art. 28; c.p., art. 29; c.p.p., art. 599). [RV238307]

@Appello penale - Provvedimenti appellabili e inappellabili - Appello del P.M. - Sentenze di proscioglimento relative a contravvenzioni punite con la sola pena dell'ammenda o con pena alternativa

A seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale dell'art. 1 L. n. 46 del 2006 (Corte cost. n. 26 del 2007), sono appellabili dal pubblico ministero, ai sensi dell'art. 593 c.p.p. quale risultante all'esito della pronuncia di incostituzionalità, le sentenze di proscioglimento relative a contravvenzioni punite con la sola pena dell'ammenda o con pena alternativa; ne consegue che il ricorso proposto dal pubblico ministero prima della sentenza della Corte costituzionale si converte in appello.

    Cass. pen., sez. III, 17 maggio 2007, n. 19037 (ud. 18 aprile 2007), P.M. in proc. Caggegi. (C.p.p., art. 593; L. 20 febbraio 2006, n. 46, art. 1; L. 20 febbraio 2006, n. 46, art. 10). [RV238084]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Costituzione di parte civile - Spese processuali - Omessa condanna dell'imputato al pagamento

In tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, laddove il giudice abbia omesso di condannare l'imputato alla rifusione delle spese sostenute dalla parte civile, può farsi ricorso alla procedura di correzione dell'errore materiale, sempre che non emergano specifiche circostanze idonee a giustificare l'esercizio della facoltà di compensazione, totale o parziale, delle stesse.

    Cass. pen., sez. un., 20 febbraio 2008, n. 7945 (ud. 31 gennaio 2007), Boccia. (C.p.p., art. 130; c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 535; c.p.p., art. 541). [RV238426]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Pena illegale - Applicazione della pena patteggiata del lavoro di pubblica utilità

Non rientra nell'ipotesi di illegalità della pena, che consente di rimettere in discussione mediante ricorso per cassazione il consenso prestato dalle parti, l'applicazione della pena patteggiata del lavoro di pubblica utilità di cui all'art. 73, comma quinto bis, D.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309, in assenza di un presupposto di fatto di natura soggettiva. (Nella specie, l'imputato risultava sottoposto ad indagini per il reato associativo di cui all'art. 74 del citato D.P.R.).


@Atti e provvedimenti del giudice penale - Atti abnormi - Giudizio abbreviato non subordinato ad integrazione probatoria - Restituzione degli atti al P.M

È affetto da abnormità strutturale il provvedimento con il quale il giudice, all'esito di un giudizio abbreviato non subordinato ad integrazione probatoria, dispone, dopo la di-Page 740scussione finale, la restituzione degli atti al P.M. al fine di sollecitare la contestazione della recidiva.

    Cass. pen., sez. VI, 28 dicembre 2007, n. 47568 (c.c. 27 novembre 2007), Luddeni. (C.p.p., art. 423; c.p.p., art. 441). [RV238324]

@Atti e provvedimenti del giudice penale - Declaratoria di determinate cause di non punibilità - Prevalenza del proscioglimento nel merito - Formula da adottare

Nel concorso tra diverse cause di proscioglimento, poiché l'indicazione che si trae dalla sequenza delle formule contenuta nell'art. 129 c.p.p. è quella di un ordine ispirato a un'ampiezza di effetti liberatori per l'imputato progressivamente più ridotta, la formula perché il fatto non sussiste prevale su quella perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.

    Cass. pen., sez. un., 16 gennaio 2008, n. 2451 (ud. 27 settembre 2007), P.G. in proc. Magera. (C.p.p., art. 129). [RV238195]

@Atti preliminari al dibattimento - Decreto di citazione - Notificazione - Citazione a mani del difensore per il giudizio d'appello

Qualora, nonostante l'intervenuta nomina di un difensore di fiducia e la sussistenza, quindi, della condizione che avrebbe legittimato la notifica del decreto di citazione a giudizio in primo grado nelle forme di cui all'art. 157, comma ottavo bis, c.p.p. (e cioè a mani del difensore stesso), detta notifica sia stata effettuata al domicilio dichiarato dall'imputato, così da dar luogo al legittimo affidamento, da parte di costui, che anche le successive notifiche sarebbero state effettuate nello stesso modo, il giudice d'appello il quale constati che invece la notifica del decreto di citazione in secondo grado è stata effettuata, pur in modo formalmente regolare, a mani del difensore, deve porsi il problema che l'imputato non abbia avuto effettiva conoscenza dell'atto e deve quindi disporre, a pena di nullità, prima dell'eventuale dichiarazione di contumacia, che la notifica venga rinnovata.

    Cass. pen., sez. III, 27 novembre 2007, n. 43952 (ud. 27 settembre 2007), Mancini. (C.p.p., art. 157; c.p.p., art. 161; c.p.p., art. 420 ter). [RV238293]

@Atti processuali penali - Lingua italiana - Imputato straniero - Traduzione

L'imputato straniero alloglotta, che si pone in una condizione processuale in cui tutti gli atti processuali gli devono essere notificati mediante consegna al difensore, non subisce alcuna lesione concreta dei suoi diritti per effetto della loro mancata traduzione. (Fattispecie nella quale la Corte ha escluso la nullità della notificazione del decreto di citazione a giudizio e dell'estratto contumaciale della sentenza, avvenute mediante consegna al difensore a causa dell'inidoneità del domicilio dichiarato dall'imputato).

    Cass. pen., sez. VI, 21 dicembre 2007, n. 47550 (ud. 13 novembre 2007), Homrani e altri. (C.p.p., art. 143; c.p.p., art. 161). [RV238224]

@Azione penale - Querela - Dichiarazione e forma - Formalità relative alla ricezione della querela

In tema di formalità relative alla ricezione della querela, ove non risulti dagli atti la identificazione, da parte dell'autorità ricevente, del soggetto incaricato dalla persona offesa di depositare l'atto di querela, è condizione necessaria per la validità dell'atto medesimo che questo sia sottoscritto dal querelante e la firma sia autenticata nelle forme di legge, non potendosi supplire a tali formalità con la dichiarazione resa in giudizio dall'ufficiale di P.G. sulla avvenuta ratifica della querela.

    Cass. pen., sez. VI, 14 gennaio 2008, n. 1706 (ud. 20 novembre 2007), P.G. in proc. Fasino e altro. (C.p.p., art. 337). [RV238386]

@Azione penale - Querela - Dichiarazione e forma - Querela sottoscritta dalla persona offesa e, in calce, dal difensore che l'ha depositata in procura

È valida la querela sottoscritta dalla persona offesa e, in calce, dal difensore che la ha depositata in Procura, considerato che in virtù dell'art. 337, comma primo, c.p.p. la querela presentata da un incaricato deve essere munita dell'autenticazione della sottoscrizione da soggetto a ciò legittimato e, quindi, ai sensi dell'art. 39 disp. att. c.p.p., anche dal difensore, nominato formalmente ovvero tacitamente. (Nella specie la Corte ha affermato che la nomina tacita è desumibile anche dalla presentazione dell'atto all'autorità competente ad opera del legale e che l'autentica del difensore, autorizzato dall'art. 39 predetto, può ritenersi assolta dal difensore mandatario e depositante, che abbia apposto la sua firma sull'atto di querela di seguito a quella del titolare del diritto).

    Cass. pen., sez. V, 23 ottobre 2007, n....

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT