Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Mancanza

L'atto di appello che non contenga l'indicazione dei motivi di censura, dotati del requisito della specificità, da correlare peraltro con la motivazione della sentenza impugnata, è nullo per incertezza assoluta dell'oggetto dell'impugnazione, e tale nullità può essere sanata, dalla costituzione dell'appellato, ma solo con effetto ex nunc.

    Cass. civ., sez. II, 27 febbraio 1998, n. 2149, Milano Lario Sas c. Condominio via Decembrio 25. (C.p.c., art. 342). [RV513094]

@Appello civile - Domande non riproposte - Accoglimento della domanda principale in primo grado - Riproposizione espressa della domanda subordinata non esaminata

La parte integralmente vittoriosa in primo grado, qualora abbia proposto, oltre alla domanda principale integralmente accolta, anche una domanda subordinata, è tenuta in caso d'appello a riproporre espressamente nel giudizio di impugnazione - in qualsiasi forma indicativa della volontà di sottoporre la relativa questione al giudice d'appello - la domanda subordinata non esaminata dal primo giudice, per non incorrere nella presunzione di rinuncia di cui all'art. 346 c.p.c., non potendo quest'ultima domanda rivivere per il solo fatto che quella principale sia stata respinta dal giudice d'appello.

    Cass. civ., sez. III, 20 febbraio 1998, n. 1788, Gaeta c. Sarno ed altra. (C.p.c., art. 346). [RV512819]

@Appello civile - Domande nuove - Divieto di ordine pubblico - Conseguenze

Il divieto di ius novorum in appello è di ordine pubblico e pertanto è irrilevante l'accettazione del contraddittorio sul merito, è rilevabile di ufficio in sede di legittimità, e si risolve nel difetto di giurisdizione sulla domanda nuova.

    Cass. civ., sez. II, 27 febbraio 1998, n. 2157, Italia Spa C.P. c. Herberts Italia Spa. (C.p.c., art. 345; c.p.c., art. 360). [RV513104]

@Appello civile - Eccezioni nuove - Eccezione di prescrizione - Proponibilità

L'eccezione di prescrizione trattandosi di eccezione in senso proprio, essendo rivolta unicamente al rigetto della domanda avversaria, può essere proposta anche in grado di appello ai sensi dell'art. 345 c.p.c. nel testo anteriore alla legge 26 novembre 1990 n. 353 art. 52.

    Cass. civ., sez. II, 7 febbraio 1998, n. 1298, Peroni ed altro c. Sisti ed altro. (C.p.c., art. 345; L. 26 novembre 1990, n. 353, art. 52). [RV512373]

@Appello civile - Giudice dell'appello - Poteri - Ordine alla parte di produrre nuovi documenti

Il potere del giudice d'appello di ordinare alla parte di produrre la copia di determinati documenti (oltre che di acquisire il fascicolo d'ufficio di primo grado) è da ritenere limitato all'ipotesi dell'impugnazione contro sentenze non definitive, e non è esercitabile nel giudizio di appello avverso sentenze definitive, nel quale la mancata produzione dei documenti è implicitamente riconducibile alla volontà della parte di non avvalersene, in particolare per quanto riguarda l'appellato contumace, che non costituendosi esercita un diritto garantitogli dalle norme del codice di rito, onde correttamente il giudice decide sul gravame in base agli atti legittimamente a sua disposizione.

    Cass. civ., sez. I, 26 febbraio 1998, n. 2078, Cooperativa integrazione sociale e lavoro a r.l. c. Comune di Latiano. (C.p.c., art. 346; c.p.c., art. 359; c.p.c., art. 291). [RV513043]

@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Circostanze - Applicazione di attenuanti

Poiché l'art. 597, comma 5, c.p.p. consente al giudice d'appello di applicare d'ufficio le attenuanti generiche, l'omessa deduzione con i motivi di impugnazione di specifiche doglianze circa la mancata concessione in primo grado delle attenuanti predette non lo esime dall'obbligo di motivarne il diniego, ove l'interessato abbia specificamente indicato gli elementi posti a fondamento della richiesta.

    Cass. pen., sez. II, 17 luglio 1998, n. 8418 (ud. 2 giugno 1998), Maodo. (C.p.p., art. 597). [RV211189]

@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Divieto - Reformatio in peius

La disposizione di cui all'art. 597 c.p.p., secondo la quale in ogni caso, se è accolto l'appello dell'imputato relativo a circostanze o a reati concorrenti anche se unificati per la continuazione, la pena complessiva irrogata è «corrispondentemente» diminuita, deve essere intesa nel senso che la obbligatoria diminuzione riguarda non solo la pena complessivamente inflitta quale risultato finale ottenuto dopo il calcolo degli eventuali aumenti e diminuzioni, ma anche i singoli elementi che concorrono all'operazione, ivi compresa la pena base e l'aumento per la continuazione. (In applicazione di tale principio la Corte ha annullato in parte qua la sentenza d'appello che, assolto l'imputato da uno dei reati unificati, aveva operato la riduzione esclusivamente sulla pena base, lasciando inalterata la misura dell'aumento come determinato a titolo di continuazione dal giudice di primo grado).

    Cass. pen., sez. II, 4 luglio 1998, n. 7892 (ud. 16 giugno 1998), Baruffa. (C.p.p., art. 597). [RV211182]

@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Condizioni

Affinché il giudice di appello possa procedere alla rinnovazione dell'istruzione dibattimentale è necessario che la relativa richiesta sia avanzata nelle forme di cui all'art. 603, primo comma, c.p.p. e che il giudice ritenga, nella sua discrezionalità, di non poter decidere allo stato degli atti. Tale ultimo giudizio non è censurabile in cassazione se sorretto da motivazione adeguata. (Nella specie è stata ritenuta corretta la valutazione della corte di merito che aveva motivato il rigetto della richiesta, in parte, con la tardività delle deduzioni istruttorie e, in parte, con la completezza dell'istruttoria già svolta in primo grado).

    Cass. pen., sez. VI, 8 giugno 1998, n. 6753 (ud. 4 giugno 1997), Finocchi ed altri. (C.p.p., art. 603). [RV211001]

@Arbitrato - Arbitri - Nomina - Provvedimento del presidente del tribunale

Il provvedimento di nomina degli arbitri, emesso dal presidente del tribunale nell'esercizio dei poteri conferitigli dall'art. 810 c.p.c., pur implicando, quale presupposto logico, il riconoscimento della legittimità dell'accesso all'arbitrato o, quanto meno, il deferimento agli arbitri dell'esame e della soluzione delle questioni al ri-Page 52guardo prospettabili, è carente di carattere decisorio, non pregiudica in alcun modo le successive eventuali valutazioni e determinazioni degli arbitri e si rivela, pertanto, inidoneo a produrre una lesione dell'interesse della parte che esiga rimedio mediante qualsiasi mezzo di gravame. Pertanto, tale provvedimento non è impugnabile né con il ricorso straordinario per cassazione, né con il regolamento di competenza.

    Cass. civ., sez. I, 11 febbraio 1998, n. 1413, Impianti Funiviari Pizzalto c. Soc. Coop. Marian. (C.p.c., art. 810). [RV512492]

@Assicurazione (Contratto di) - Assicurazione contro i danni - Limiti del risarcimento - Clausole limitative

La clausola del contratto assicurativo con la quale si stabilisce in quali limiti l'assicuratore è tenuto a rivalere l'assicurato del danno prodottogli dal sinistro, siccome intesa a precisare l'oggetto del contratto medesimo non rientra tra quelle limitatrici della responsabilità dell'assicuratore e non richiede per la sua efficacia la specifica approvazione per iscritto del contraente per adesione ai sensi dell'art. 1341 c.c. (Fattispecie di esclusione della garanzia per danni da circolazione di veicolo a seguito di furto o dipendenti da atti vandalici).

    Cass. civ., sez. III, 20 febbraio 1998, n. 1790, Mereu c. Mediolanum Assicurazioni Spa. (C.c., art. 1341). [RV512821]

@Assicurazione (Contratto di) - Assicurazione della responsabilità civile - Facoltà e obblighi dell'assicuratore - Obbligo di tenere indenne l'assicurato

L'obbligo indennitario dell'assicuratore della responsabilità civile obbligatoria derivante dalla circolazione dei veicoli ha natura di obbligazione di valuta. Ne consegue che l'assicuratore è tenuto al pagamento degli interessi legali sull'indennizzo liquidato, ovvero - ove sussistente - del maggior danno ex art. 1224 comma secondo c.c.

    Cass. civ., sez. III, 6 febbraio 1998, n. 1285, De Carlo c. Livraghi ed altra. (C.c., art. 1224). [RV512353]

@Assicurazione obbligatoria - Coniuge comproprietario del veicolo - Copertura assicurativa

È manifestamente infondata l'eccezione di incostituzionalità dell'art. 4 lett. a) legge 24 dicembre 1969 n. 990, nella formulazione precedente all'art. 28 legge 19 febbraio 1992 n. 142, perché l'esclusione del coniuge comproprietario del veicolo dalla copertura assicurativa derivava dalla sua corresponsabilità per il sinistro (art. 2054 c.c.), ostativa alla sua qualità di terzo.

    Cass. civ., sez. III, 6 febbraio 1998, n. 1292, Viotti ed altro c. Soc. Allianz Pace. (L. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 4; L. 19 febbraio 1992, n. 142, art. 28). [RV512361]

@Assicurazione obbligatoria - Garanzia assicurativa - Conducente non abilitato alla guida

In tema di assicurazione della responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli a motore, la previsione di una clausola di esclusione della garanzia assicurativa per i danni cagionati dal conducente non abilitato alla guida non è idonea ad escludere l'operatività della polizza (ed il conseguente obbligo risarcitorio dell'assicuratore), se detto conducente, legittimamente abilitato alla guida, si sia limitato a non rispettare prescrizioni e cautele imposte dal codice della strada (come nel caso di soggetto dotato di patente di tipo A, e minore degli anni diciotto, che abbia guidato un motoveicolo di cilindrata non superiore ai 125 cmc. trasportando, però, altra persona, in violazione dell'art. 79 c.s.).

    Cass. civ., sez. III, 20 febbraio...

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