Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Appello civile - Domande nuove - Restituzione delle somme versate in esecuzione della sentenza di primo grado - Esclusione

Non costituisce domanda nuova nel giudizio di appello la richiesta di restituzione delle somme versate in esecuzione della sentenza di primo grado, ancorché il pagamento sia avvenuto spontaneamente.

    Cass. civ., sez. III, 10 marzo 1998, n. 2639, Buonocore c. Soc. Lloyd Adriatico ed altri. (C.p.c., art. 345). [RV513539]

@Appello civile - Improcedibilità - Produzione di copia incompleta della sentenza impugnata - Certificazione di autenticità e di conformità all'originale

L'improcedibilità dell'appello per omessa produzione della copia completa della sentenza appellata, al pari di ogni altra ragione di improcedibilità del gravame, deve ricollegarsi pur sempre ad un comportamento colpevole dell'appellante, e così ad una condotta a lui imputabile sotto il profilo dell'inerzia (negligenza) o imprudenza, talché non può determinare l'automatica irrogazione di detta sanzione la produzione di una copia ancorché incompleta della sentenza impugnata, ove della stessa sia debitamente certificata, dalla cancelleria del giudice a quo, l'autenticità e la conformità all'originale. In tale ipotesi, la sanzione dell'improcedibilità può legittimamente irrogarsi soltanto se all'incompletezza della copia prodotta l'appellante non abbia ovviato producendo tempestivamente prima della decisione, o comunque nel termine a tal fine assegnatogli dal giudice altra copia autentica ed integrale della sentenza impugnata (nella specie la pronunzia è stata resa sul testo dell'art. 348 c.p.c. previgente alla legge n. 353 del 1990).

    Cass. civ., sez. I, 20 marzo 1998, n. 2948, Zaccagnini c. Fall. Pietrucci ed altri. (C.p.c., art. 348). [RV513779]

@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Circostanze - Attenuanti

Il potere del giudice di appello di applicare, anche d'ufficio, circostanze attenuanti si pone come eccezionale e discrezionale rispetto al principio generale, dettato dal primo comma dell'art. 597 c.p.p., secondo il quale l'appello attribuisce al giudice di secondo grado la cognizione del procedimento limitatamente ai punti della decisione cui si riferiscono i motivi proposti. Ne consegue che il mancato esercizio di detto potere non è censurabile in cassazione, né è configurabile un obbligo di motivazione in assenza di una specifica richiesta, oltre che nei motivi di appello, nel corso del giudizio di secondo grado. (Fattispecie in tema di applicazione della circostanza attenuante di cui all'art. 5 della legge n. 895 del 1967, in relazione alla quale, pur non essendo essa stata richiesta in appello, era stato proposto apposito motivo di censura in cassazione)

    Cass. pen., sez. I, 11 settembre 1998, n. 9731 (ud. 12 maggio 1998), Totaro. (C.p.p., art. 597). [RV211325]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Richiesta - Riproposizione - Possibilità

La richiesta di patteggiamento è ripetibile sino alla dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, dato che da nessuna norma di legge può desumersi la non riproponibilità di detta richiesta, dovendosi, al contrario, ricavare la possibilità di riproporla dal disposto dell'art. 446, comma quarto, c.p.p., che consente la prestazione del consenso alla parte che in precedenza lo aveva negato. (Nella specie, una prima richiesta di patteggiamento era stata respinta nella considerazione della erroneità della qualificazione giuridica del fatto; successivamente le parti l'avevano riproposta con una diversa qualificazione e il tribunale l'aveva accolta).

    Cass. pen., sez. VI, 24 giugno 1998, n. 7483 (ud. 4 marzo 1998), P.G. in proc. Balestri ed altro. (C.p.p., art. 446). [RV211242]

@Assicurazione (Contratto di) - Assicurazione della responsabilità civile - Facoltà e obblighi dell'assicuratore - Obbligo di tenere indenne l'assicurato

Nell'assicurazione della responsabilità civile, sulle somme dovute dall'assicuratore all'assicurato in adempimento dell'obbligo di manlevarlo ai sensi dell'art. 1917 c.c. vanno corrisposti, a decorrere dalla costituzione in mora gli interessi, ancorché esorbitanti i limiti del massimale. Inoltre, qualora la somma dovuta al danneggiato sia superiore al limite del massimale, le spese giudiziali sostenute dall'assicurato per resistere all'azione del danneggiato si ripartiscono fra assicuratore e assicurato in proporzione al rispettivo interesse e sempre nei limiti di quanto effettivamente provato.

    Cass. civ., sez. lav., 6 marzo 1998, n. 2525, CIE Srl c. Winterthur Spa. (C.c., art. 1917). [RV513435]

@Assicurazione (Contratto di) - Rischio - Vendita di bene assicurato - Trasferimento della garanzia assicurativa

Con la vendita di un bene assicurato si trasferisce all'acquirente anche la garanzia assicurativa (art. 1918 c.c.), e pertanto il venditore non è legittimato ad agire nei confronti della società con cui ha stipulato il contratto di assicurazione per il risarcimento dei danni verificatisi al predetto bene successivamente alla consegna di esso al vettore (art. 1510 c.c.).

    Cass. civ., sez. III, 13 marzo 1998, n. 2746, Pugliese Dino Confezioni c. Reale Mutua Spa. (C.c., art. 1510; c.c., art. 1918). [RV513632]

@Atti e provvedimenti del giudice penale - Declaratoria di determinate cause di non punibilità - Reato - Prescrizione

Nel giudizio di legittimità, la regola posta dall'art. 129 c.p.p. è vincolante, a norma dell'art. 609 dello stesso codice, senza che possano valere i limiti della formazione progressiva del giudicato, quale disciplinata dal primo comma dell'art. 624 c.p.p. Pertanto, ancorché il ricorso per cassazione sia circoscritto esclusivamente a motivi inerenti al trattamento sanzionatorio, la sentenza impugnata, ove sia maturato il termine relativo, deve essere annullata senza rinvio per intervenuta prescrizione.

    Cass. pen., sez. VI, 6 luglio 1998, n. 7903 (ud. 15 maggio 1998), Vetrano E. (C.p.p., art. 129; c.p.p., art. 609; c.p.p., art. 624). [RV211377]

@Atti e provvedimenti del giudice penale - Declaratoria di determinate cause di non punibilità - Sentenza predibattimentale - Inappellabilità

L'art. 469 c.p.p. sancisce l'inappellabilità delle sentenze pronunciate prima dell'apertura del dibattimento, in applicazione di una delle cause di non punibilità di cui all'art. 129 c.p.p. Pertanto, se, nonostante tale previsione, venga proposto appello avverso una tale sentenza e venga, quindi, emessa una sentenza a conclusione del giudizio di gravame da parte del giudice dell'impugnazione, la Corte di cassazione deve annullare senza rinvio siffatta pronuncia e il gravame proposto deve essere convertito in ricorso per cassazione.

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    Cass. pen., VI, 2 luglio 1998, n. 7808 (ud. 26 maggio 1998), Parisi S. (C.p.p., art. 129; c.p.p., art. 469). [RV211261]

@Atti processuali penali - Lingua italiana - Imputato straniero - Interprete

L'art. 143 c.p.p. non prevede un obbligo indiscriminato dell'assistenza di un interprete allo straniero in quanto tale, ma lascia allo stesso la libertà di decidere se richiedere o meno l'assistenza ed attribuisce all'autorità giudiziaria il potere-dovere di valutarne la necessità.

    Cass. pen., sez. III, 15 giugno 1998, n. 7143 (ud. 6 maggio 1998), Zymaj N. ed altro. (C.p.p., art. 143). [RV211215]

@Avvocato e procuratore - Onorari - Procedimento di liquidazione - Criteri

L'art. 6 (primo comma, seconda parte) della T.P. forense (D.M. 5 ottobre 1994 n. 585), secondo il quale nei giudizi civili per pagamento di somme o liquidazione di danni la liquidazione degli onorari a carico del soccombente deve effettuarsi avendo riguardo alla somma attribuita alla parte vincitrice, anziché domandata, nel qual caso invece il valore della controversia (art. 5, primo comma, stesso D.M.) è determinato dal valore del bene o dalla somma richiesta (art. 6 prima parte D.M. citato), salvo il potere di compensazione (art. 92 c.p.c.).

    Cass. civ., sez. III, 4 marzo 1998, n. 2407, Ruggeri c. Grimaldi ed altra. (C.p.c., art. 14; c.p.c., art. 91; c.p.c., art. 92; D.M. 5 ottobre 1994, n. 585, art. 5; D.M. 5 ottobre 1994, n. 585, art. 6). [RV513341]

@Cassazione civile - Deposito di atti - Copia della sentenza - Mancanza di una pagina

Non rileva ai fini della procedibilità del ricorso per cassazione la circostanza che la copia della sentenza impugnata, depositata a norma dell'art. 369, secondo comma, c.p.c., manchi di una pagina, ove tale difetto non incida in concreto sulla comprensibilità e completezza della motivazione.

    Cass. civ., sez. lav., 5 marzo 1998, n. 2434, Pacciani ed altro c. Az. Consortile Trasp. Pubblici Napoli. (C.p.c., art. 369). [RV513369]

@Cassazione civile - Mandato alle liti (procura) - Contenuto e forma - Procura speciale

Diversamente dalle fasi processuali di merito, la ratifica della procura al difensore per il ricorso in Cassazione è inammissibile perché i poteri rappresentativi devono sussistere al momento del conferimento della procura speciale.

    Cass. civ., sez. III, 4 marzo 1998, n. 2403, Bormitur San Marco c. La Rosa. (C.c., art. 1399; c.p.c., art. 125; c.p.c., art. 83; c.p.c., art. 365). [RV513337]

@Cassazione civile - Motivi del ricorso - Vizi di motivazione - Controllo della adeguatezza della motivazione

In tema di controllo, in sede di legittimità, della adeguatezza della motivazione, affinché i difetti in essa ravvisabili possano assumere valore sintomatico della eventuale ingiustizia della decisione, occorre che l'errore da cui è affetta la sentenza impugnata abbia nell'economia della decisione una incidenza causale tale che, la sua assenza, avrebbe condotto il giudice del merito ad una decisione diversa. Pertanto in relazione al principio per cui ai fini della distinzione fra lavoro autonomo e lavoro subordinato la modalità della...

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