Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine613-629

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Appello civile - Citazione di appello - Esposizione sommaria dei fatti - Configurabilità

Il requisito della «sommaria esposizione dei fatti» richiesto dall'art. 342 c.p.c. non esige una parte espositiva formalmente autonoma ed unitaria, ma, in quanto funzionale all'individuazione delle censure mosse dall'appellante, può emergere anche indirettamente dalle argomentazioni svolte a sostegno dei motivi di appello, ove questi forniscano gli elementi idonei a consentire l'individuazione dell'oggetto della controversia e delle ragioni del gravame.

    Cass. civ., sez. I, 22 giugno 1999, n. 6312, Koons c. Staller. (C.p.c., art. 342). [RV530116]

@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Funzione

L'onere della specificazione dei motivi d'appello ai sensi dell'art. 342 c.p.c. ha la duplice funzione di delimitare l'ambito della cognizione del giudice d'appello e di consentire il puntuale esame delle critiche mosse alla sentenza impugnata, ed è assolto solo se l'atto di appello contiene articolate ragioni di doglianza su punti specifici della sentenza di primo grado; pertanto, e poiché il giudice di appello ha natura di revisio prioris istantiae alla stregua dei motivi di gravame e non consente la mera richiesta di un iudicium novum, non è sufficiente, in relazione ad un autonomo capo della sentenza, il generico rinvio alle difese svolte in primo grado.

    Cass. civ., sez. I, 24 settembre 1999, n. 10493, Rozzi c. Piermarino ed altri. (C.p.c., art. 342). [RV530225]

@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Nozione

In tema di giudizio di appello, la ricorrenza della specificità dei motivi non può essere definita in via generale ed assoluta, ma va correlata con la motivazione della sentenza impugnata e deve ritenersi sussistente quando alle argomentazioni svolte nella sentenza impugnata vengono contrapposte quelle dell'appellato in modo da incriminare il fondamento logico-giuridico delle prime, come nell'ipotesi in cui, con riferimento ad un autonomo capo di sentenza, l'appellante, pur non procedendo all'esplicito esame dei passaggi argomentativi della sentenza, svolga il motivo di appello in modo incompatibile con la complessiva argomentazione della decisione impugnata sul punto, posto che l'esame dei singoli passaggi della stessa è inutile, una volta che l'appellante abbia esposto argomentazioni incompatibili con le stesse premesse del ragionamento della sentenza impugnata.

    Cass. civ., sez. I, 14 settembre 1999, n. 9803, Cava c. Fall. Edilmac Spa. (C.p.c., art. 342). [RV530058]

@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Requisiti

L'onere della specificazione dei motivi previsto dall'art. 242 c.p.c. ha la duplice funzione di delimitare l'ambito di esame consentito al giudice di appello, in conformità del principio del tantum devolutum tantum appellatum e di consentire il puntuale e ragionato esame delle critiche mosse alla decisione impugnata. Tale onere si può ritenere assolto quando l'atto di appello esprime articolate ragioni di doglianza su punti specifici della sentenza di primo grado. Non è pertanto sufficiente, in relazione ad un autonomo capo della sentenza impugnata, il generico rinvio alle difese svolte in primo grado.

    Cass. civ., sez. I, 3 settembre 1999, n. 9270, Ini.F.Im. Spa in liquid. coatta amm. c. Immobiliare Epoem Sas di Edgardo Cordani & C. (C.p.c., art. 342). [RV529596]

@Appello civile - Incidentale - Prima udienza di trattazione - Deposito dell'atto di appello

Ai sensi dell'art. 343, primo comma c.p.c., nel testo anteriore alla modifica di cui all'art. 51 della legge n. 353 del 1990, l'appello incidentale doveva essere proposto a pena di decadenza nella comparsa di risposta depositata in cancelleria o depositata e scambiata nella prima udienza davanti al consigliere istruttore; pertanto (con riferimento a fattispecie antecedente l'entrata in vigore della novella) è tempestivo l'appello incidentale allorquando si dia atto nel verbale della prima udienza che è stata depositata comparsa di risposta con appello incidentale quand'anche al momento della deliberazione della sentenza detta comparsa non risulti agli atti; infatti, poiché il processo verbale d'udienza è atto pubblico, il medesimo, in assenza di contestazioni sulla sua forma e contenuto, fa piena prova del deposito della comparsa con appello incidentale con quanto ne consegue in punto di tempestività del gravame, mentre alla mancanza materiale dell'atto può ovviarsi mediante l'acquisizione delle copie della comparsa inserite nel fascicolo d'ufficio o in quelli delle altre parti costituite o attraverso il procedimento di ricostruzione dell'atto mancante in applicazione analogica delle disposizioni del codice di procedura penale.

    Cass. civ., sez. I, 11 settembre 1999, n. 9696, Min. Difesa c. Fadda ed altri. (C.p.c., art. 343). [RV529865]

@Appello penale - Cognizione del giudice d'appello - Circostanze - Giudizio di comparazione

In tema di giudizio di appello, il giudice è tenuto a motivare sulla prevalenza o equivalenza delle circostanze solo se esse siano state dedotte con i motivi di impugnazione, ovvero, di ufficio, solo nel caso in cui, in secondo grado, vi sia stata una meno grave valutazione in punto di responsabilità, oppure sia stata riconosciuta una nuova attenuante.

    Cass. pen., sez. V, 29 dicembre 1999, n. 14745 (ud. 26 novembre 1999), Dragomir A. (C.p., art. 69; c.p.p., art. 597). [RV215198]

@Appello penale - Incidentale - Limiti derivanti dal contenuto dell'appello principale - Sussistenza

L'appello incidentale deve inerire ai capi e ai punti della decisione oggetto di quello principale, poiché altrimenti sarebbero travalicati i limiti del devolutum e si determinerebbe la vanificazione di fatto dei termini fissati, a pena di decadenza, per proporre impugnazione.

    Cass. pen., sez. I, 14 febbraio 2000, n. 1710 (ud. 2 dicembre 1999), Cucitro ed altri. (C.p.p., art. 595). [RV215339]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Costituzione di parte civile - Assegnazione di provvigionale - Definizione del processo con patteggiamento

Nel caso che nel corso del procedimento penale sia emessa ordinanza di condanna dell'imputato al pagamento di una somma di denaro a titolo di acconto sulla liquidazione del danno derivante dal reato, se l'azione penale viene definita con il rito dell'applicazione della pena su richiesta delle parti, l'ordinanza anticipatoria degli effetti della condanna perde efficacia e rimane caducata, non essen-Page 614do seguita da una decisione di affermazione della responsabilità penale dell'imputato.

    Cass. pen., sez. IV, 12 novembre 1999, n. 13013 (ud. 5 ottobre 1999), Alessi C. (C.p.p., art. 444). [RV215177]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Determinazione - Rateizzazione della pena pecuniaria

L'istituto del pagamento rateale della multa, disposto ai sensi dell'art. 133 ter c.p., ha come presupposto la valutazione delle condizioni economiche del condannato raffrontate all'entità della pena inflitta in concreto, e detti presupposti devono essere adeguatamente evidenziati dal giudice di merito, anche in caso di sentenza pronunciata ex art. 444 c.p.p., nel concedere o negare tale agevolazione.

    Cass. pen., sez. III, 5 gennaio 2000, n. 3285 (c.c. 22 ottobre 1999), P.M. in proc. Gadler M. (C.p.p., art. 444; c.p., art. 133 ter). [RV215162]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Determinazione - Reato continuato

In sede di patteggiamento, per quanto, attiene al calcolo della pena con precipuo riferimento all'istituto della continuazione, il giudice è tenuto solamente a verificare che il reato da lui ritenuto più grave sia compatibile con la applicazione della pena base indicata dal richiedente e che l'aumento ex art. 81 c.p. sia contenuto nel triplo della pena base proposta. Va esclusa la necessità, nella sentenza de qua, di una specifica motivazione in punto di ritenuta sussistenza del vincolo della continuazione prospettato dalle parti.

    Cass. pen., sez. III, 5 gennaio 2000, n. 3285 (c.c. 22 ottobre 1999), P.M. in proc. Gadler M. (C.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445; c.p., art. 81). [RV215163]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Determinazione - Reato continuato

In tema di patteggiamento, la circostanza che nel computo della pena effettuato in sentenza non sia indicato l'aumento per la continuazione non può essere ritenuta causa di illegittimità della decisione ove la sanzione concordata dalle parti ed applicata dal giudice risulti superiore al minimo edittale e dunque perfettamente legale.

    Cass. pen., sez. II, 2 marzo 2000, n. 400 (c.c. 25 gennaio 2000), P.M. in proc. Foschi. (C.p.p., art. 444; c.p., art. 81). [RV215409]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Richiesta - Forma - Procura speciale

Allorquando l'imputato rilascia procura speciale al difensore per procedere al patteggiamento nella fase preliminare al dibattimento, acconsente implicitamente a che questo si svolga in sua assenza, sicché egli è rappresentato dal difensore e non può farsi luogo alla declaratoria di contumacia. Ne consegue che la lettura della sentenza equivale a notificazione e da essa decorre il termine per proporre impugnazione.

    Cass. pen., sez. I, 3 febbraio 2000, n. 6326 (c.c. 17 novembre 1999), Puglia. (C.p.p., art. 44). [RV215219]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Sentenza - Impugnazioni - Principio della inappellabilità della sentenza

La regola della non appellabilità della sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, pur se emessa contestualmente ad altra statuizione oggetto di appello, non subisce deroghe nemmeno nella ipotesi in cui la sentenza sia pronunciata all'esito del dibattimento ex art. 448...

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