Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine493-516

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Acque pubbliche e private - Competenza e giurisdizione - Tribunali regionali delle acque pubbliche e altre giurisdizioni - Risarcimento danni da sinistro stradale

Le domande di risarcimento dei danni formulate nei confronti della pubblica amministrazione in base all'art. 2043 c.c. sono devolute alla competenza dei tribunali regionali delle acque pubbliche alla condizione che i danni siano direttamente dipendenti dall'esecuzione, manutenzione e funzionamento dell'opera idraulica, mentre sono riservate al giudice ordinario le domande che si ricollegano a fatti connessi solo in via meramente occasionale con le vicende relative al governo delle acque, poiché la competenza del giudice specializzato è giustificata in presenza di fattispecie che coinvolgano apprezzamenti circa la deliberazione, la progettazione e l'attuazione di opere idrauliche o comunque scelte della P.A. per la tutela di interessi generali correlati al regime delle acque pubbliche. (Fattispecie relativa ad incidente automobilistico avvenuto in corrispondenza di uno smottamento della strada causato da un fiume in piena; la S.C. ha ritenuto la competenza del tribunale ordinario, poiché l'azione risarcitoria proposta contro il comune era basata sull'addebito allo stesso di negligenza per avere omesso la segnalazione dello stato della strada o la chiusura della stessa).

    Cass. civ., sez. III, 25 luglio 2000, n. 9732, Carrodano ed altra c. Comune di Robilante. (C.c., art. 2043; R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, art. 140), in Arch. giur. circ. 2000, 746. [RV538756]


@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Requisiti

Nel giudizio di appello, che ha natura di revisio prioris istantiae, la cognizione del giudice resta circoscritta alle questioni dedotte dall'appellante attraverso specifici motivi con necessità di esposizione delle argomentazioni svolte in contrapposizione con quelle contenute nella sentenza impugnata. Ne deriva che il requisito della specificità dei motivi di appello, pur non richiedendo l'impiego di formule sacramentali, esige un'esposizione chiara ed univoca delle doglianze e delle domande rivolte al giudice del gravame.

    Cass. civ., sez. II, 27 luglio 2000, n. 9867, Bonfiglio c. La Rosa. (C.p.c., art. 342). [RV538855]


@Appello civile - Domande non riproposte - Domanda di manleva - Fattispecie

La riproposizione nel giudizio di appello, da parte del convenuto vittorioso in primo grado, della domanda di manleva, formulata in via subordinata nei confronti di un terzo chiamato in garanzia, non implica la proposizione da parte sua di un'impugnazione incidentale e quindi non è assoggettata al relativo regime processuale, bensì alla disciplina dell'art. 346 c.p.c. sulla riproposizione delle domande o eccezioni non accolte in primo grado. Pertanto deve escludersi la decadenza da tale domanda nel caso in cui sia mancata la notificazione al terzo garante, rimasto contumace in appello. (Nella specie la S.C. ha annullato con rinvio la sentenza impugnata, che aveva dichiarato inammissibile in appello la domanda di manleva, per la mancata notificazione dell'«appello incidentale» al terzo garante).

    Cass. civ., sez. I, 5 luglio 2000, n. 8973, Brandy Spirit House ed altro c. Scotch Whisky Association. (C.p.c., art. 346). [RV538240]


@Appello civile - Domande nuove - Divieto - Violazione

Il divieto di proporre domande nuove in appello, di cui all'art. 345, primo comma, c.p.c., integrando violazione del principio del doppio grado di giurisdizione, è di ordine pubblico, per cui la sua violazione va rilevata anche d'ufficio in sede di legittimità, senza che possa spiegare alcuna influenza l'accettazione del contraddittorio.

    Cass. civ., sez. III, 2 agosto 2000, n. 10129, Demag Italimpianti spa c. Stefanelli Spedizioni srl. (C.p.c., art. 345; c.p.c., art. 360). [RV539067]


@Appello civile - Domande nuove - Risarcimento del danno - Danni per responsabilità extracontrattuale

La domanda di risarcimento di danni per responsabilità extracontrattuale è diversa da quella di risarcimento di danni per responsabilità contrattuale perché dipende da elementi di fatto diversi sia sotto il profilo oggettivo che sotto quello soggettivo non solo per quanto attiene all'accertamento della responsabilità ma anche per quanto riguarda la determinazione dei danni e non può essere, quindi, proposta per la prima volta nel giudizio di appello per ampliare l'originaria domanda di risarcimento di danni per responsabilità contrattuale.

    Cass. civ., sez. III, 2 agosto 2000, n. 10129, Demag Italimpianti spa c. Stefanelli Spedizioni srl. (C.c., art. 1218; c.c., art. 1337; c.p.c., art. 345). [RV539066]


@Appello civile - Preclusione dell'appello - Consumazione del diritto di impugnazione - Condizioni

Il principio di consumazione dell'impugnazione non esclude che, fino a quando non intervenga una declaratoria di inammissibilità, possa essere proposto un secondo atto di appello, immune dai vizi del precedente e destinato a sostituirlo, sempre che la seconda impugnazione risulti tempestiva, dovendo la tempestività valutarsi, anche in caso di mancata notificazione della sentenza, non in relazione al termine annuale, bensì in relazione al termine breve decorrente dalla data di proposizione della prima impugnazione, equivalendo essa alla conoscenza legale della sentenza da parte dell'impugnante.

    Cass. civ., sez. I, 21 luglio 2000, n. 9569, Scalora c. Curatela fall. Scalora. (C.p.c., art. 325; c.p.c., art. 326; c.p.c., art. 358; c.p.c., art. 387). [RV538606]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Poteri del giudice - Pena richiesta dalle parti

L'accordo parziale, intervenuto in appello tra P.M. e imputato sulla quantificazione della pena, previo riconoscimento di circostanza aggravante esclusa nel giudizio di primo grado e ritenuta equivalente alle attenuanti generiche, non esime il giudice dall'obbligo di valutazione della fondatezza del motivo, non fatto oggetto di rinuncia da parte del P.M., relativo alla sussistenza della predetta aggravante, a nulla rilevando la circostanza che sul punto fosse intervenuto accordo tra le parti.

    Cass. pen., sez. I, 19 dicembre 2000, n. 5112 (c.c. 18 settembre 2000), Dal Bianco. (C.p.p., art. 599; c.p.p., art. 584). [RV217609]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Procedimento - Rinvio dell'udienza in caso di legittimo impedimento del difensore

La regola stabilita dall'art. 420 ter, comma 5, c.p.p., secondo la quale l'udienza preliminare è rinviata in caso di legittimo impedimento del difensore, trova applicazione, per identità di ratio, anche con riguardo al procedimento camerale d'appello disciplinato dall'art. 599 c.p.p. (Fattispecie in tema di giudizio abbreviato).

    Cass. pen., sez. II, 14 dicembre 2000, n. 13033 (ud. 11 ottobre 2000), Matranga. (C.p.p., art. 420; c.p.p., art. 599). [RV217507]


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@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Sentenza - Spese processuali - Spese di mantenimento in carcere

Le spese della custodia cautelare - che devono essere distinte da quelle di mantenimento in carcere del condannato in espiazione di pena definitiva, come si evince dal combinato disposto degli artt. 188, 189 nn. 2 e 3, 191 c.p., 692, commi 1 e 3, c.p.p. - sono comprese tra le spese processuali il cui titolo di recupero è costituito, ai sensi dell'art. 535 c.p.p., dalla sentenza di condanna, sicché non possono essere poste a carico dell'imputato al quale sia stata applicata la pena su richiesta delle parti.

    Cass. pen., sez. IV, 23 gennaio 2001, n. 5404 (c.c. 4 dicembre 2000), Magnetti. (C.p.p., art. 535; c.p.p., art. 692; c.p., art. 188; c.p., art. 189; c.p., art. 191). [RV217669]


@Arbitrato e compromesso - Arbitrato rituale - Qualificazione - Questione sollevata in sede di legittimità

In tema di arbitrato, qualora la controversia circa la sua natura rituale od irrituale sia sollevata con il ricorso per cassazione, la S.C. deve procedere all'esame diretto del contenuto della clausola compromissoria, senza limitarsi al controllo della decisione del giudice di merito, incidendo la relativa qualificazione sul problema processuale dell'ammissibilità dell'impugnazione del lodo per nullità.

    Cass. civ., sez. I, 4 luglio 2000, n. 8937, Prov. Salerno c. Soc. Gen. Studi e Ricerche srl. (C.p.c., art. 806; c.p.c., art. 808; c.p.c., art. 816; c.p.c., art. 827). [RV538208]


@Arbitrato e compromesso - Arbitri - Giudizio secondo equità - Applicazione di norme di diritto

Non sussiste contrapposizione tra diritto ed equità, atteso che il giudizio di equità richiede pur sempre il riferimento ad una fattispecie normativa e la comparazione tra norma di legge ed eventuale criterio equitativo prescelto, il quale può operare ove sia obiettivamente giustificata una disparità di trattamento rispetto a quello che deriverebbe dall'applicazione delle norme di diritto. È, pertanto, potere degli arbitri chiamati al giudizio secondo equità applicare il diritto ogni volta in cui essi ne ravvisino la coincidenza con l'equità, ed il loro apprezzamento al riguardo si sottrae ad ogni censura, poiché un controllo su di esso non equivarrebbe ad un sindacato sul retto esercizio dei poteri equitativi.

    Cass. civ., sez. I, 4 luglio 2000, n. 8937, Prov. Salerno c. Soc. Gen. Studi e Ricerche srl. (C.p.c., art. 806; c.p.c., art. 822). [RV538210]


@Arbitrato e compromesso - Compromesso e clausola compromissoria - Controversie assoggettabili - Clausola c.d. binaria

La clausola compromissoria cosiddetta «binaria», che devolve determinate controversie alla decisione di tre arbitri, due dei quali da nominare da ciascuna delle parti ed il terzo, in caso di disaccordo fra questi, dal presidente del tribunale, non può operare con riguardo a liti coinvolgenti...

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