Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine233-248

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Appello civile - Appellabilità (provvedimenti appellabili) - Sentenza non definitiva - Impugnabilità

È inammissibile l'impugnazione avverso il capo di sentenza con il quale si sospende di decidere su alcuna delle domande sino all'esito dell'istruttoria decisa con separata ordinanza, giacché questa non è idonea a pregiudicare, rispetto alla questione riservata, l'esito della causa, potendo essere riesaminata dallo stesso giudice che la ha emessa e, dato il carattere ordinatorio di detto provvedimento, l'eventuale illegittimità di esso potrà essere dedotta come motivo d'impugnazione avverso la sentenza di accoglimento della domanda in ordine alla quale era stata disposta l'istruttoria.

    Cass. civ., sez. II, 5 aprile 2001, n. 5068, Puglisi c. Bramanti. (C.p.c., art. 277; c.p.c., art. 323). [RV545605]

@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Requisiti

La disposizione dell'art. 342 c.p.c. che richiede la specificità dei motivi di appello, implica la necessità che la manifestazione volitiva dell'appellante consenta di individuare con chiarezza le statuizioni investite dal gravame onde consentire all'appellato ed al giudice di valutare esattamente la portata di essa; l'inosservanza di tale onere determina l'inammissibilità dell'atto di appello la quale, pertanto, non può essere sanata da deduzioni successive né, tantomeno, da specificazioni contenute per la prima volta nella comparsa conclusionale.

    Cass. civ., sez. II, 5 aprile 2001, n. 5068, Puglisi c. Bramanti. (C.p.c., art. 163; c.p.c., art. 164; c.p.c., art. 342). [RV545606]

@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Requisiti

La specificità dei motivi - richiesta dall'art. 342 c.p.c. per la rituale proposizione dell'atto di appello - esige, anche quando la sentenza di primo grado sia stata censurata nella sua interezza, che, alle argomentazioni svolte nella sentenza impugnata, vengano contrapposte quelle dell'appellante, volte ad incrinare il fondamento logico-giuridico delle prime, alla parte volitiva dell'appello dovendosi sempre accompagnare una parte argomentativa che confuti e contrasti le ragioni addotte dal primo giudice. Ne deriva che - eccepito in primo grado il difetto di legittimazione passiva di alcuni dei convenuti - qualora la decisione di tale questione da parte del primo giudice non abbia formato oggetto di specifica impugnazione (essendosi l'appellante limitato a notificare l'appello ed a concludere anche nei confronti di detti convenuti, la cui legittimazione era stata esclusa), si verifica sul punto, nonostante la sollecitazione al giudice d'appello ad esercitare il proprio potere di rilevazione ex officio, una preclusione processuale (derivante da giudicato cosiddetto «interno»), che impone alla Corte di cassazione, investita del ricorso avverso la sentenza d'appello, di dichiarare inammissibile la doglianza.

    Cass. civ., sez. I, 12 aprile 2001, n. 5493, Pegasus Holidays Ltd c. Barclays Bank Plc. (C.p.c., art. 342; c.p.c., art. 324; c.c., art. 2909). [RV545880]

@Appello civile - Eccezioni nuove - Basate su fatti sopravvenuti dopo lo scadere del termine per la loro deduzione in primo grado - Ammissibilità

Il divieto posto dall'art. 345 c.p.c., nel testo novellato dall'art. 52 legge 1990/353, non opera nel caso di nuova eccezione basata su fatto sopravvenuto dopo lo scadere del termine per la sua deducibilità in primo grado; l'insussistenza, nel precedente grado di giudizio, del fatto storico, che ha reso impossibile la deducibilità dell'eccezione, non viola, infatti, l'esigenza di assicurare il doppio grado di giudizio. (Nella specie la S.C. ha ritenuto ammissibile l'eccezione di giudicato esterno sul presupposto che esso si era formato su sentenza resa successivamente alla conclusione del giudizio di primo grado).

    Cass. civ., sez. II, 18 aprile 2001, n. 5703, Scarpino ed altri c. Bertucci ed altri. (C.p.c., art. 345). [RV546032]

@Appello civile - Improcedibilità - Ordinanza di inammissibilità - Ricorribilità in cassazione

A seguito dell'abrogazione dell'art. 357 c.p.c., che contemplava e disciplinava il reclamo al collegio contro le ordinanze dell'istruttore dichiarative dell'improcedibilità, inammissibilità ed estinzione dell'appello, la pronuncia di siffatti provvedimenti spetta ora al collegio nella nuova struttura collegiale del giudizio di appello ed ha natura formale di sentenza non essendo, detti provvedimenti, più soggetti a reclamo ed essendo perciò decisori e definitivi, con l'ulteriore conseguenza che dette sentenze del giudice di appello sono ricorribili in cassazione ai sensi dell'art. 360 c.p.c.

    Cass. civ., sez. II, 17 aprile 2001, n. 5610, Gari c. Casu. (C.p.c., art. 360; c.p.c., art. 348; c.p.c., art. 357). [RV545966]

@Appello civile - Incidentale - Termine - Ammissibilità

L'appello incidentale tardivo, se nella sua portata oggettiva può investire anche capi della sentenza diversi da quelli impugnati in via principale, non può tuttavia introdurre nel giudizio, sotto il profilo soggettivo, anche parti diverse da quella che ha impugnato la sentenza in via principale, a meno che non si versi in un'ipotesi di cause inscindibili, ossia quando si verifichi un litisconsorzio necessario originario (di diritto sostanziale o processuale). Ipotesi, quest'ultima, che ricorre sia quando il giudice, ritenendo la causa comune al terzo, ne abbia ordinato l'intervento (art. 107 c.p.c.), sia quando si tratti di cause tra loro dipendenti, e cioè tali che, essendo state decise in primo grado in un unico processo, debbano rimanere unite anche nella fase del gravame, in quanto la pronuncia sull'una s'estende in via logica e necessaria anche all'altra, ovvero ne costituisca il presupposto logico-giuridico imprescindibile.

    Cass. civ., sez. I, 7 aprile 2001, n. 5215, Finocchi c. Cons. strada vicinale «Il cassiere». (C.p.c., art. 102; c.p.c., art. 107; c.p.c., art. 331; c.p.c., art. 334). [RV545730]

@Appello civile - Prove - Nuove - Ammissibilità

In tema di ius novorum in grado di appello, deve ritenersi legittimo, da parte del giudice di secondo grado, l'esame di documenti nuovi allorché ciò sia indispensabile ai fini del decidere - sì come richiesto dal secondo comma dell'art. 345 c.p.c. a proposito delle prove nuove - ed allorché la mancata produzione, in primo grado, dei documenti stessi non sia imputabile alla parte che intende avvalersene.

    Cass. civ., sez. I, 6 aprile 2001, n. 5133, Fedeli c. Unicredito Italiano spa. (C.p.c., art. 345). [RV545669]

@Appello penale - Cognizione del giudice d'appello - Cause di estinzione del reato - Valutazioni ai fini civilistici

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In tema di declaratoria di estinzione del reato, l'art. 578 c.p.p. prevede che il giudice di appello, nel caso sussista costituzione di parte civile, nel dichiarare estinto per amnistia o prescrizione il reato per il quale in primo grado è intervenuta condanna, debba operare una duplice valutazione, da un lato al fine di stabilire se sussistano gli estremi del reato dal quale la parte civile fa discendere il proprio diritto al risarcimento, e dell'altro onde accertare, sia pure in modo sommario, la sussistenza di tale diritto.

    Cass. pen., sez. III, 20 aprile 2001, n. 16067 (ud. 8 marzo 2001), Franzan J. (C.p.p., art. 578). [RV219510]

@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Accordo delle parti su nuova determinazione della pena - Idoneità dell'accordo a determinare la prescrizione del reato

Anche nel così detto patteggiamento in appello - oltre che nel procedimento speciale previsto dall'art. 444 c.p.p. - il riconoscimento di attenuanti generiche o la diversa valenza conferita alle stesse non possono avere altro scopo che quello di rendere possibile la applicazione della pena concordata, poiché non è consentita la utilizzazione dell'accordo per finalità incompatibili con il suo contenuto e con gli scopi alla cui realizzazione esso è preordinato; ne consegue che il concordato giudizio di prevalenza delle attenuanti (già concesse dal giudice di primo grado e ritenute, in quella fase, minusvalenti alle contestate aggravanti) non può determinare la prescrizione del reato, con riferimento al quale le parti hanno patteggiato la pena.

    Cass. pen., sez. V, 21 giugno 2001, n. 25266 (c.c. 31 gennaio 2001), Galimberti B. (C.p.p., art. 599; c.p.p., art. 444). [RV219464]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Richiesta - Subordinazione alla concessione della sospensione condizionale - Obbligo del giudice di accogliere o rigettare in toto

Nel caso in cui l'imputato abbia subordinato la richiesta di applicazione della pena alla concessione della sospensione condizionale, in presenza del consenso del P.M. il giudice è tenuto a pronunziarsi sulla concedibilità o meno del beneficio, ratificando in caso positivo l'accordo delle parti, oppure rigettando in toto la richiesta di patteggiamento. (In applicazione di tale principio la corte ha annullato la decisione del giudice che in assenza del certificato penale dell'imputato aveva pronunciato sentenza ex art. 444 c.p.p. senza pronunciarsi su tale parte della richiesta, disponendo solo successivamente l'acquisizione del predetto certificato).

    Cass. pen., sez. III, 19 maggio 2001, n. 20383 (c.c. 10 aprile 2001), Buccioni P. (C.p., art. 163; c.p.p., art. 444). [RV219520]

@Arbitrato e compromesso - Arbitrato irrituale - Arbitro - Sostituzione del medesimo

La procedura di sostituzione dell'arbitro rinunciatario è applicabile anche nell'arbitrato irrituale, non potendo consentirsi, alla parte vincolata dal patto compromissorio, di impedire la definizione negoziale della controversia non aderendo alla sostituzione dell'arbitratore il quale non intenda proseguire nell'espletamento della sua funzione.

    Cass. civ., sez. I, 19 aprile...

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