Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine635-680

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Benefici - Sostituzione della pena.

Una volta che sia stato devoluto il punto relativo al trattamento sanzionatorio al giudice d'appello, a quest'ultimo deve riconoscersi il potere discrezionale di intervenire sulla pena, e quindi anche di concedere di ufficio, nei congrui casi, la sanzione sostitutiva, della cui mancata applicazione va data idonea motivazione, qualora di essa vi sia stata esplicita richiesta da parte dell'imputato.

    Cass. pen., sez. VI, 16 gennaio 2007, n. 786 (ud. 12 dicembre 2006), Moschino. (C.p.p., art. 597; L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 53; L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 58). [RV235608]


@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Reformatio in peius - Condannato in primo grado al minimo edittale.

Non viola il divieto della reformatio in peius il giudice, che, in presenza dell'appello del solo imputato condannato in primo grado al minimo edittale della pena, non applichi automaticamente la più lieve pena minima prevista dalla legge nel frattempo intervenuta, e, ritenuta la gravità del reato commesso, determini la pena in una misura intermedia tra il minimo edittale della legge precedente ed il minimo edittale della legge successivamente entrata in vigore.

    Cass. pen., sez. VI, 17 novembre 2006, n. 37887 (ud. 11 ottobre 2006), Druetto. (C.p., art. 2; c.p.p., art. 597). [RV235588]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio Patteggiamento in appello - Eliminazione delle pene accessorie come conseguenza dell'accordo.

Al c.d. patteggiamento in appello della pena non conseguono benefici premiali per l'imputato che, in conseguenza, non può giovarsi della mancata applicazione della pena accessoria, in quanto tale effetto, previsto dall'art. 445 c.p.p., consegue unicamente, per la natura derogatoria di quest'ultima norma, alla sentenza resa ai sensi del precedente art. 444 e non può essere esteso ad altri casi non espressamente previsti. (Fattispecie nella quale, a seguito di condanna a pena di tre anni e sette mesi di reclusione per falso ideologico e corruzione propria, era stata inflitta la pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la Corte ha rideterminato la pena accessoria in quella temporanea per cinque anni).

    Cass. pen., sez. VI, 16 gennaio 2007, n. 762 (ud. 18 ottobre 2006), Spina e altro. (C.p.p., art. 599; c.p., art. 19; c.p., art. 28). [RV235602]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio Procedimento - Giudizio abbreviato.

La sentenza emessa all'esito del giudizio abbreviato è pubblicata mediante lettura del dispositivo in udienza, e pertanto non deve essere notificato al difensore dell'imputato l'avviso di deposito con l'indicazione del dispositivo.

    Cass. pen., sez. II, 22 novembre 2006, n. 38770 (ud. 10 novembre 2006), Terrano. (C.p.p., art. 128; c.p.p., art. 443; c.p.p., art. 599). [RV235312]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglioProcedimento - Impedimento dell'imputato.

Qualora nel giudizio di appello, celebrato in camera di consiglio ai sensi dell'art. 599, comma secondo, c.p.p., venga presentato un certificato medico che attesti l'assoluto impedimento a comparire dell'imputato, l'udienza deve essere rinviata, dovendosi equiparare la documentazione prodotta ad una manifestazione univoca della volontà di partecipare.

    Cass. pen., sez. VI, 25 gennaio 2007, n. 2811 (ud. 18 dicembre 2006), Ramelli. (C.p.p., art. 127; c.p.p., art. 599). [RV235340]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio Richiesta delle parti - Sostituzione della pena.

È inammissibile il ricorso avverso la sentenza con cui, in accoglimento della richiesta congiunta delle parti, ai sensi dell'art. 599, comma quarto c.p.p., per la sostituzione della pena inflitta in primo grado con la sola sanzione pecuniaria o, in subordine, con la libertà vigilata, il giudice di appello applichi la sanzione sostitutiva più grave, in quanto tale decisione è coerente con la richiesta e costituisce espressione dell'esercizio della potestà valutativa in ordine alla sanzione più idonea, così come previsto dagli artt. 53 e 58 della citata legge n. 689 del 1981.

    Cass. pen., sez. III, 30 novembre 2006, n. 39555 (ud. 17 ottobre 2006), Del Pin. (L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 53; L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 58; c.p.p., art. 599). [RV235501]


@Appello penale - Incidentale - Strumento autonomo di impugnazione - Esclusione.

L'appello incidentale non è strumento autonomo di impugnazione ma ha natura accessoria rispetto a quello principale, atteso che la ratio dell'istituto non è quella di svolgere una funzione deterrente rispetto al gravame proposto dall'imputato ma di porsi in posizione antagonistica alle doglianze da quest'ultimo specificamente mosse. Ne consegue che l'appello incidentale non può avere ad oggetto i capi della decisione, ma neanche i punti di essa, che non siano stati investiti dall'appello principale.

    Cass. pen., sez. IV, 7 dicembre 2006, n. 40275 (ud. 28 settembre 2006), Pozzoli e altri. (C.p.p., art. 595). [RV235394]


@Appello penale - Sentenza - Prova inutilizzabileRicorso al cosiddetto criterio di resistenza.

Il giudice d'appello, che facendo applicazione del cosiddetto criterio di resistenza ritiene di poter prescindere perPage 636 la decisione dalla prova contestata, non è tenuto a dichiararne preventivamente l'inutilizzabilità.

    Cass. pen., sez. II, 7 dicembre 2006, n. 40381 (ud. 18 ottobre 2005), Formoso ed altro. (C.p.p., art. 526; c.p.p., art. 605). [RV235303]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti Pena - Effetti - Estinzione del reato.

È ravvisabile il requisito dell'identità di indole tra il reato di abbandono incontrollato di rifiuti sul suolo ed i reati di reiterata utilizzazione nelle dichiarazioni annuali quali componenti negativi di reddito di fatture relative ad operazioni inesistenti in quanto nei reati ambientali connessi allo smaltimento dei rifiuti è insita la volontà di sottrarsi al pagamento delle imposte e delle somme, anche di natura fiscale. (In applicazione di tale principio la Corte ha ritenuto che il reato di abbandono incontrollato di rifiuti sul suolo commesso nel quinquennio dal passaggio in giudicato della sentenza, impediva l'estinzione dei reati di fiscali per i quali vi era stata applicazione della pena su richiesta delle parti).

    Cass. pen., sez. III, 23 maggio 2006, n. 17758 (c.c. 12 aprile 2006), Mazzoni. (C.p.p., art. 445). [RV235156]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti Presupposti - Contestazione della recidiva qualificata - Divieto.

Ai fini dell'operatività della recidiva qualificata come causa di esclusione del «patteggiamento», secondo quanto previsto dall'art. 444, comma primo bis, c.p.p., è sufficiente che essa sia stata contestata, in tal senso dovendosi intendere, trattandosi di una circostanza, il concetto di «dichiarazione» al quale si richiama la suddetta disposizione normativa per individuare, oltre alla recidiva, anche le altre situazioni soggettive alle quali esso più propriamente si attaglia, costituite dalla condizione di delinquente abituale, professionale o per tendenza.

    Cass. pen., sez. II, 17 gennaio 2007, n. 1097 (c.c. 4 dicembre 2006), P.G. in proc. Cicchetti. (C.p.p., art. 444; c.p., art. 99). [RV235620]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti Sentenza - Errore sulla qualificazione giuridica del fatto - Ricorso per cassazione.

In tema di patteggiamento, l'erronea qualificazione giuridica del fatto, prospettata dalle parti e recepita dal giudice, è materia sottratta alla disponibilità delle parti stesse, con la conseguenza che, sul punto, è ammissibile il ricorso per cassazione. (Nella specie, a fronte della contestazione, in materia di droga, nella quale il fatto era descritto in termini di normale gravità, il giudice aveva immotivatamente recepito l'accordo delle parti che invece definiva il fatto medesimo come di lieve entità).

    Cass. pen., sez. IV, 29 novembre 2006, n. 39526 (c.c. 17 ottobre 2006), P.G. in proc. Santoro. (C.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445; c.p.p., art. 447; c.p.p., art. 606). [RV235389]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Sentenza - Espulsione dello straniero dal territorio dello Stato - Applicabilità con la sentenza di patteggiamento allargato.

In tema di misure di sicurezza, l'espulsione dello straniero dal territorio dello Stato a pena espiata, prevista in ordine al reato di spaccio di sostanze stupefacenti (art. 73 D.P.R. n. 309 del 1990) dall'art. 86, comma primo, D.P.R. n. 309 del 1990, può essere applicata con la sentenza di patteggiamento «allargato» ai sensi degli artt. 444, comma primo, c.p.p. (novellato ex art. 1 legge n. 134 del 2003) e 445, comma primo, c.p.p., quando la pena irrogata superi i due anni di pena detentiva sola o congiunta a pena pecuniaria; in tal caso, il giudice di merito deve effettuare, in virtù della statuizione contenuta nella sentenza n. 58 del 1995 della Corte costituzionale, l'accertamento della sussistenza in concreto della pericolosità sociale dello straniero.

    Cass. pen., sez. VI, 13 ottobre 2006, n. 34438 (ud. 12 giugno 2006), Mahboubi e altro. (C.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445; L. 12 giugno 2003, n. 134, art. 1; D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, art. 86). [RV235063]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Sentenza - Poteri del giudice - Aumento per la continuazione.

In tema di patteggiamento, rientra nei poteri del giudice includere nella pena concordata l'aumento per la continuazione quando la volontà di riconoscerla sia implicita nella proposta concernente tutti i reati: la richiesta implicita, invero, si manifesta infatti nell'assenza di una richiesta alternativa di proscioglimento o di separata...

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