M. T. Fravel, Active Defense. China's Military Strategy since 1949, Princeton, Princeton University Press, 2019, 376 pp.

AutoreSimone Dossi
CaricaRicercatore (Rtd/B) di Relazioni internazionali, Dipartimento di Studi internazionali, giuridici e storico-politici, Università degli Studi di Milano
Pagine173-177
n. 2/2019 ISSN 2612-6672 | 168
M. T. Fravel, Active Defense. China’s Military Strategy
since 1949, Princeton, Princeton University Press, 2019,
376 pp.
Simone Dossi
Nel lessico strategico cinese, quello di “difesa attiva” (jiji fangyu 积极防御) è
un concetto denso di significati. In senso più ampio, esso rinvia alla celebre
dicotomia fra “difesa attiva” e “difesa passiva” teorizzata da Mao in Problemi
strategici della guerra rivoluzionaria in Cina: «La difesa attiva è anche detta
difesa offensiva, o difesa per mezzo di battaglie decisive. La difesa passiva è
anche detta difesa protettiva o difesa pura. La difesa passiva è in realtà una falsa
difesa: solamente la difesa attiva è vera difesa, cioè difesa finalizzata a
contrattaccare e ad assumere l’offensiva». In questa accezione, “difesa attiva”
indica quindi una strategia di carattere difensivo che si basa sul ricorso a tattiche
offensive. In senso ristretto, “difesa attiva” è invece la denominazione ufficiale di
una specifica strategia militare dell’Esercito popolare di liberazione (Epl), adottata
nel 1980 e in vigore fino al 1988. È a questa seconda accezione di “difesa attiva”
pur senza tuttavia trascurarne il significato più ampio che si riferisce il titolo
del recente, importante volume di Taylor Fravel oggetto di questa recensione.
Basato su di una vastissima bibliografia di fonti (documenti inediti, memorie,
storie ufficiali, fonti secondarie pubblicate dalle più autorevoli istituzioni cinesi),
il volume costituisce la prima trattazione sistematica dell’evoluzione della
strategia militare cinese dalla fondazione della Repubblica popolare cinese (Rpc)
nel 1949 ai giorni nostri. Obiettivo di Fravel non è tuttavia la mera descrizione
della strategia militare cinese nelle sue diverse fasi, bensì la spiegazione con i
metodi della Scienza politica dei cambiamenti che essa ha attraversato nei sette
decenni di vita della Rpc. Ne deriva un’opera di particolare interesse non solo in
una prospettiva di Storia militare, ma anche in una prospettiva di analisi
dell’evoluzione del sistema politico cinese nel suo complesso.
Il volume prende in esame le “linee-guida strategico-militari” (junshi zhanlüe
fangzhen 军事战略方针) via via attuate dalla Rpc, vale a dire le nove strategie
militari formalmente adottate dalla Commissione militare centrale organo di
vertice politico-militare dal 1949 ai giorni nostri. Particolare attenzione viene
dedicata alle tre linee-guida che hanno introdotto i più significativi elementi di
Ricercatore (Rtd/B) di Relazioni internazionali, Dipartimento di Studi internazionali, giuridici e
storico-politici, Università de gli Studi di Milano. Citazione consigliata: S. Dossi, Recensione a
M.T. Fravel, Active Defense. China’s Military Strategy since 1949 , Princeton , Princeton
University Press, 2019, 376 pp.

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