Introduzione

AutoreDomenico Costantino
Pagine17-25
INTRODUZIONE
“Tra i muri della propria casa, a volte si è soli, a volte con al-
tri; ma si è sempre a casa”. Questa considerazione è del francese
Marcel Rufo1, il quale poi conclude: «Et, comme on habite sa
maison, on doit pouvoir s’habiter soi». L’attuale direttore della
Maison des adolescents a Parigi la propone per formulare una
spiegazione unitaria delle questioni che hanno per oggetto lo
“spazio protetto” delimitato dai muri della propria casa.
Il significato delle parole adoperate esclude che questa con-
siderazione si riferisca a un “luogo” o a un “indirizzo”. Tutte le
scienze dell’uomo hanno il compito di determinare i beni che
formano unico oggetto dei rapporti di cui si occupano. Ciò che
l’autore chiama “casa propria” è qualcosa la cui organizzazione
ha la rilevanza e funzione dell’essere, o sentirsi, “chez soi”.
In questo senso, l’individuazione del concetto sul piano giu-
ridico risulta essenziale. Numerose disposizioni considerano o
suppongono l’esistenza di quello “spazio protetto” per varie
finalità, fra cui anche quella di risolvere conflitti che impongono
l’allontanamento dall’abitazione comune per l’uno e la conserva-
zione del godimento esclusivo per l’altro. Nelle classifiche dello
stress, il cambiamento di abitazione è nei primi tre posti perché
1 MARCEL RUFO, Détache-moi, Se séparer pour grandir, ed. Anne Carrière,
Paris, 2005, p. 187.

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