Giurisprudenza di merito

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@TRIBUNALE DI FOGGIA 31 luglio 2001. Pres. Protano - Est. Di Dedda - Imp. Placentino.

Giudizio penale di primo grado - Dibattimento - Lettura di atti, documenti, deposizioni - Dichiarazioni di testimone rese in fase pre-processuale - Utilizzazione per le contestazioni - Utilizzabilità anche ai fini della decisione - Ammissibilità.

Sono utilizzabili, ai fini della decisione, le dichiarazioni rese alla polizia giudiziaria da un teste in fase pre-processuale e ritualmente contestate da una delle parti in virtù di quanto disposto dall'art. 500, comma 3, c.p.p. (C.p.p., art. 500) (1).

    (1) Si veda Trib. Firenze, ord. di rinvio 6 aprile 2001, X, in questa Rivista 2001, 267 secondo cui non è manifestamente infondata, la questione di legittimità costituzionale dell'art. 500, comma 2, c.p.p., come modificato dall'art. 16 della legge n. 63/2001, nella parte in cui non prevede che le dichiarazioni lette per la contestazione, e valutate ai fini della credibilità del teste, possano essere acquisite e valutate anche quale prova dei fatti affermati.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO E MOTIVI DELLA DECISIONE. - All'esito delle indagini preliminari, il P.M. presso il Tribunale di Foggia chiedeva ed otteneva dal Gip il giudizio immediato dell'odierno imputato per i reati a lui ascritti in rubrica. L'istruttoria dibattimentale si articolava in due udienze nelle quali veniva escussa la p.o. Laprocina Filomena, madre dell'imputato, nonché le sue due sorelle Placentino Addolorata e Giuseppina. Esaminato l'imputato, le parti concludevano come da verbale.

In data 27 aprile 2001, i Carabinieri di S. Giovanni Rotondo traevano in arresto il pluripregiudicato Placentino Matteo. Costui, tossicodipendente che appena due mesi prima aveva finito di scontare l'ennesima condanna penale, veniva denunciato dalla madre Laprocina Filomena.

L'anziana donna riferiva di essere oggetto da alcune settimane di ripetute richieste estorsive da parte del figlio, che cercava da lei sempre somme varianti dalle lire 100.000 alle lire 200.000, e le otteneva ricorrendo sia alle ingiurie, sia alle minacce di morte, a volte corroborte dal brandire un coltello da cucina, puntandolo alla gola della madre.

La sera del 27 aprile 2001, esasperata dall'ennesima richiesta di denaro, pur di evitare la consegna, la donna si recava alla caserma dei carabinieri e sporgeva denunziaquerela contro il figlio. I militari eseguivano una perquisizione domiciliare e recuperavano il coltello usato per le...

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