Fisco e casa

AutoreMario Leccisotti
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La casa viene colpita da numerosi tributi, a livello erariale o locale, i quali ne fanno l'oggetto della maggiore pressione fiscale, che finisce per assumere natura espropriativa. Lo Stato tassa i proprietari con un insieme di imposte sul reddito o sul valore dell'immobile: Irpef (o Irpeg), imposte di registro, ipotecaria e catastale, Invim (nell'ambito e per il periodo in cui ancora opera), Iva, o, in alternativa, imposta di successione. Ancora maggiore è l'onere a livello comunale, soprattutto sui proprietari con l'Ici, oltre che sui consumatori di specifici servizi, con la Tarsu, la Tosap ed un insieme di canoni e di addizionali su acqua, elettricità e gas; e, infine, su tutti i cittadini con la prossima addizionale Irpef. Non manca la provincia, con l'addizionale alla tassa comunale per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani dal nome di tributo provinciale per l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell'ambiente. Per ultimo, occorre ricordare i contributi ai consorzi di bonifica, oggetto di giustificatissimi attacchi da parte della Confedilizia.

L'onere di questo affollatissimo e variegato insieme di balzelli è pesantissimo, sia in termini di pretesa monetaria sia in termini di tempo e di pazienza per i contribuenti, gravati da un insieme di ripetuti e fastidiosi adempimenti. Proposte di riforma non sono certo mancate, ma, a parte piccoli ed insignificanti palliativi - come quelli contenuti nella finanziaria - le sole approvate dal Parlamento hanno comportato un aggravio sic et simpliciter dell'imposizione sui proprietari dei fabbricati, a livello locale in aggiunta a quella erariale, e da parte dello Stato medesimo.

Il primo problema riguarda, quindi, l'opportunità o meno di mantenere l'attuale soluzione in cui le imposte a livello comunale si sommano a quelle erariali, dando vita alla pesantissima situazione esistente. Una risposta su chi debba essere il titolare del diritto all'imposizione sulla casa va ricercata essenzialmente in sede politica, in quanto esistono valide ragioni di carattere economico e sociale in favore dell'una o dell'altra soluzione. In attesa che la nostra classe politica decida la ripartizione delle competenze e dei poteri dei diversi livelli di governo, a legislazione vigente l'unica soluzione accettabile è quella di consentire la deducibilità delle imposte locali, ed in particolare dell'Ici, dall'Irpef, in modo da evitare un vero e proprio esproprio dei fabbricati. Tale soluzione...

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