A proposito di federalismo la stantia storiella del tributo immobiliare locale

AutoreCasa Editrice La Tribuna
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Sul federalismo, la Confedilizia ha già preso una posizione netta e chiara.

Il punto di partenza è questo: che il federalismo è un vero federalismo se ed in quanto sia (come in Svizzera) competitivo.

Sul piano fiscale, anzitutto. In sostanza, il cittadino vota trasferendosi ad abitare ove ottiene migliori servizi a minori costi. E la competizione territoriale richiede che il confronto sui migliori servizi prestati, a minori costi, per i contribuenti, si basi su una ineludibile esigenza: che in tutt’Italia unico sia il metodo di valutazione dei servizi resi. Senza questo unico metodo non vi sarebbe possibilità di confronto, non vi sarebbe concorrenza, non vi sarebbe quindi federalismo.

Solo il federalismo competitivo porta ad una diminuzione delle imposte. E sotto questo profilo, desta preoccupazione il fatto che Regioni ed Autonomie locali mirino oggi, in buona sostanza, a farsi riconfermare i livelli di entrata (e conseguentemente di spesa) già in essere. Con una sostanziale riconferma, quindi, del criterio della spesa storica, pur formalmente ripudiato.

Invero, è ferma convinzione della Confedilizia che gli sprechi si possano ridurre procedendo anzitutto ad un taglio (netto e pregiudiziale, sia pure graduale negli atti) dei tributi: solo – come si dice negli Stati Uniti – «affamando la bestia» (della spesa pubblica) si porranno gli Enti locali nella condizione obbligata di...

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