Sicurezza dei fabbricati, servono check up seri e selettivi

AutoreCorrado Sforza Fogliani
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Il governo D'Alema (soprattutto per iniziativa del Sottosegretario ai Lavori Pubblici del tempo, il deputato verde Mattioli) varò a suo tempo un disegno di legge che prescriveva l'obbligo per tutti i condomini e proprietari di casa di dotarsi di un libretto che, in sé, non avrebbe fornito alcuna certezza e, tantomeno, alcuna tranquillità sulla sicurezza degli immobili. In sostanza, il libretto in questione si sarebbe risolto in un controllo cartaceo «a vista», e basta.

L'opposizione della Confedilizia (un'associazione che non ha - per la sua forza decisiva e la sua radicata presenza sul territorio, oramai quasi centenaria - la necessità di inventarsi alcun nuovo business, tanto più a carico dei propri associati e nella speranza di altri associarne) fu immediata, e in ogni sede. Al Ministro come alla Commissione parlamentare del Senato e, anche, in apposita audizione alla quale venne convocata in Parlamento.

Con l'opposizione della Confedilizia, la proposta del Governo non è passata (anche se vi fu un momento - nella primavera scorsa - che il libretto casa sembrava cosa fatta . . .).

Altrettanto si dica per quella specie di libretto che si voleva istituire a Lecce, per ordinanza del Sindaco: impugnata dalla Confedilizia al Tar, e sonoramente bocciata.

Contro queste nuove (inutili) spese a carico della proprietà, la Confedilizia continuerà la sua ferma battaglia, soprattutto in periferia (dove si sono spostati - il caso di Lecce lo dimostra - gli obiettivi dei professionisti senza lavoro e dei costruttori senza committenti una volta persa la battaglia per il libretto nazionale).

La «tranquillità» dei nostri abitati (tutto partì sull'onda del crollo di Foggia, sapientemente strumentallizato, con un'orchestrazione degna di ben migliore causa) non si acquisisce, invero, inventando un nuovo «lavoro socialmente utile», a carico dei soliti noti (i proprietari di casa).

Insegnano gli esperti di Tecnica delle costruzioni che i grandi disastri che capitano in palazzi abitati «avvengono quando ci sono patologie non conclamate, ma silenti» (prof. Remo Calzona, ordinario all'Università statale di Roma). Per accertare queste patologie non è certo sufficiente la visita (fugace) di un tecnico, che si limiterebbe - come insegna l'esperienza italica di altre documentazioni istituite per compiacere le corporazioni degli impiantisti - a firmare un pacco di carte e a esigere, naturalmente, il...

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