No all'evasione ma nel tassare il Fisco deve essere onesto

AutoreCorrado Sforza Fogliani
Pagine131-132
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Arch. loc. e cond. 1/2013
Varie
NO ALL’EVASIONE MA NEL
TASSARE IL FISCO DEVE
ESSERE ONESTO
di Corrado Sforza Fogliani
Si fa presto a dire no all’evasione. Ma il Fisco italiano
(statale e locale) è moralmente legittimato a fare predi-
che in questo senso? “Aff‌inchè i contribuenti siano onesti,
si fa d’uopo anzitutto sia onesto lo Stato” (LUIGI EINAU-
DI, L’imposta patrimoniale, marzo 1946). Vediamo subito,
allora, casi di tassazione “non onesta”.
La tassazione sugli immobili, anzitutto, poggia da noi
sul presupposto che essa fosse, in Italia, “particolarmente
bassa” rispetto ai principali Paesi europei (Mario Monti,
Discorso di presentazione del Governo alle Camere, 17 no-
vembre 2011). Francesco Forte si è incaricato di dimostra-
re (in una ricerca pubblicata nelle edizioni Confedilizia)
che quella affermazione era infondata. Ma la tassazione
immobiliare italiana (la cui patrimonialità - indipenden-
te, quindi, dai redditi effettivamente percepiti - non ha
l’eguale in alcun altro Paese moderno) non viene toccata,
e neanche si può parlare di farlo.
In ogni caso, le tasse sulla casa colpiscono persino gli
immobili inagibili, non utilizzabili in alcun modo. Colpi-
scono - per non parlare di tante altre incongruenze - gli im-
mobili che sono sf‌itti perché non si trovano commercianti,
industriali, artigiani, professionisti, inquilini in genere,
disposti ad aff‌ittarli. Meno che mai si trova da venderli.
Sugli immobili ad uso diverso dall’abitativo, nessuna legge
esonera dalla tassazione i canoni non percepiti (per quelli
abitativi una legge al proposito c’è, ma l’esenzione viene
subordinata al fatto che si faccia una causa all’inquilino e
cioè che si intraprenda un’azione che nella maggior parte
dei casi costa più del canone da percepire). Per i canoni
si pagano le tasse anche sulle spese: f‌issate per legge nel
catasto spagnolo in un 30 per cento forfetario del canone,
ma che il Governo Monti ha ridotto dal previgente (e già
insuff‌iciente) 15 per cento ad un ridicolo 5 per cento (in
Francia il canone è abbattuto del 30 per cento, in Spagna
si deducono le spese effettivamente sostenute, altrettanto
nel Regno Unito e in Spagna).
In questi giorni, poi, i Comuni stanno alzando, ai f‌ini
Imu, le stime delle aree che loro stessi (non propriamente
soggetti disinteressati…) hanno dichiarato fabbricabili
senza che nessuno - se non in epoca remota - glielo abbia
chiesto, e f‌issano altresì aliquote da capogiro, peraltro ben
sapendo che quelle aree, fabbricabili in effetti non sono e
che non si trova di questi tempi un costruttore solo che le
richieda.
Non parliamo delle prospettive future. Si studia un Ca-
tasto nuovo e lo si presuppone basato sui valori dell’Osser-
vatorio immobiliare dell’Agenzia del territorio, valori dai
quali essa stessa - nel presentare quei dati sul proprio sito
- prende le distanze, scrivendo che non si tratta di vere
stime, ma di “valori di larga massima”. Non parliamo dei
presunti canoni, ricavati dall’Agenzia applicando ignoti
coeff‌icienti a valori che abbiamo visto quanto attendibi-
li. Per il resto, l’Agenzia del territorio (anzi, addirittura
l’Agenzia delle entrate che la sostituirà, con tutta la sua
terzietà…) f‌isserà le rendite sulla base di funzioni stati-
stiche che essa ha già elaborato (24 ore, 8 novembre ‘12),
ma che si guarda bene dal rendere note, sottoponendole
ad un civile confronto. In un Paese, poi, in cui l’Agenzia
f‌iscale potrà sapere persino quante volte in un anno avre-
mo aperto la nostra cassetta di sicurezza, le rendite che
verranno attribuite non saranno impugnabili nel merito,
ma solo per motivi di legittimità, sì che non si potrà far
valutare da un giudice terzo la congruità di quello che è, a
tutti gli effetti, un vero e proprio accertamento tributario.
L’anno prossimo, per concludere, entrerà in vigore la
nuova tassa rif‌iuti, con una maggiorazione destinata a
f‌inanziare i “servizi indivisibili”, ma corrisposta solo da chi
occupa - anche saltuariamente - una casa, senza alcuna
correlazione con l’utilizzazione di quei servizi. Per non
parlare delle imposte di scopo, che f‌ioccheranno da tutti
i Comuni o quasi, correlate all’Imu (di cui costituiranno
un’addizionale) e quindi corrisposte dai soli proprietari di
casa, anche se destinate a f‌inanziare i servizi più varii a
benef‌icio dell’intera collettività. Stesso discorso per il tri-
buto ambientale delle Province (che sopravviverà anche
in quelle soppresse, statene pur certi) e che è corrispo-
sto solo dai contribuenti della tassa rif‌iuti, come se questi
soli respirassero. E non apriamo, per carità di Patria, il
discorso dei contributi obbligatori da corrispondere (an-
che qui, da parte dei soli proprietari di beni, come se solo
loro dovessero essere difesi - si fa per dire - dalle alluvioni)
ai Consorzi di bonif‌ica, nati per bonif‌icare le paludi e oggi
tenuti in vita in tutta Italia o quasi, solo per driblare ob-
blighi che, se svolti, dovrebbero comunque gravare sulla
f‌iscalità generale.

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