Diritto privato e cultura

AutoreAurelio Gentili
Pagine7-11

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rivista di diritto privato Saggi e pareri 1/2012

Diritto privato e cultura *1di Aurelio Gentili

S OMMARIO : 1. Cultura civilistica e cultura giuridica. – 2. Cultura e informazione: maggiore informazione o altra cultura giuridica? – 3. E se invece servisse qualcos’altro? – 4. Dialogare con altre culture.

1. È stato come tutti sanno Celso a teorizzare l’idea che incivile est, nisi tota lege perspecta, una aliqua particula eius proposita, judicare vel respondére. E in tesi nessuno potrebbe dargli torto. Due più due fa quattro: come non è nel metodo del civilista non considerare tutta la legge che applica, così non è nel metodo non considerare tutte le leggi civili applicabili. Ed allora neppure è nel metodo trascurare le altre leggi, non di materia civile, che possano per il loro contenuto inluire sul responsum. Civile igitur est totas leges perspicere.

Così, da diciotto secoli il diritto è sistema. o meglio: non lo è ma dovrebbe esserlo. E infatti anche quando non constatano l’ordo ordinatus che sarebbe desidera-bile, i civilisti cercano quell’ordo ordinans senza il quale, ritengono, non sarebbe possibile alcuna risposta corretta nei casi diicili, in cui il problema per natura fuoriesce dalla mera applicazione di un isolato articolo di legge.

L’ideologia dei giuristi è insomma olista: è il tutto che giustiica le parti, e non c’è vera cultura giuridica senza conoscenza integrale del sistema.
ma certo il diritto dei romani del secondo secolo non aveva cinque codici di materia, una decina di codici di settore, parecchie centinaia di regolamenti e direttive, e centocinquantamila leggi in vigore. Diviso tra jus publicum e jus privatorum, ignorava il diritto internazionale, costituzionale, comunitario, antitrust, parlamentare, regionale, delle telecomunicazioni, dei consumatori, dell’informatica, delle autorità indipendenti, dei marchi e brevetti, dell’intermediazione inanziaria, fallimentare, ecclesiastico, del terzo settore, penitenziario, della bioetica (e altri, naturalmente); e cinque o sei decine di riti civili, penali, amministrativi, del lavoro, agrari, monitori, speciali, camerali, abbreviati, comunitari, CEDU, internazionali, arbitrali, e quant’altro. Per non parlare delle innumerevoli giurisdizioni, nazionali, comunitarie, internazionali. o delle Autorità indipendenti e della loro attività regolamentare.

* il saggio riproduce la relazione pronunziata al Convegno del 2-3 dicembre 2011 organizzato dall’associazione Civilisti italiani, sul tema Il diritto civile e gli altri.

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ma tant’è, per mestiere noi giuristi siamo più attenti a quel che dovrebbe essere che a quel che è. Vediamo la diicoltà. Però c’è sempre qualcuno, magari ispirato dal titanismo d’oltre Atlantico, che per risolverla si immagina un Hercules dell’interpretazione, capace, armato dei principi, di rimettere in riga la congerie delle regole. Dimenticando che per ogni cosa di principi ce ne sono sempre almeno due, e non vanno mai d’accordo.

Si proila così la preoccupante conclusione che l’impossibile sia necessario: non c’è vera cultura giuridica senza conoscenza globale del diritto.

2. A quella...

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