Cenni sulla rilevanza criminologica della criminalità colposa connessa alla circolazione stradale nella società contemporanea

AutoreDanilo Riponti
Pagine289-292

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In relazione alla rilevanza del fenomeno della criminalità colposa nell'ambito dell'ordinamento giuridico italiano, si è acutamente osservato che «il legislatore è orientato nel senso tradizionale di considerare il delitto colposo come meno grave e perciò, sanzionabile più lievemente di quello doloso. Si tratta di un punto di vista "classico", incentrato soprattutto sulla colpevolezza, ma che tiene poco conto della pericolosità, oggettiva e soggettiva, della delinquenza colposa della società moderna»1.

In effetti, la tendenza alla depenalizzazione della criminalità colposa, che tanto la volontà del legislatore quanto l'orientamento assolutamente prevalente della giurisprudenza suggeriscono, non appare assolutamente condivisibile, in ragione della gravità e della frequenza del fenomeno, fortemente legato al progresso tecnologico, all'automazione dei procedimenti industriali, all'enorme diffusione della motorizzazione e ai mille riflessi della trasformazione scientifica e tecnica della società contemporanea2.

Non può, in astratto, negarsi una minore consapevolezza del criminale colposo rispetto a quello doloso, tuttavia non certo minore è la pericolosità dell'autore del reato, che anzi sovente manifesta peculiarità di particolare valenza criminogena, al punto che si è ritenuto di equiparare, per esempio, il delinquente stradale ad una specie di bomba innescata, pronta ad esplodere contro chiunque3.

Riservando allo sviluppo dell'analisi del fenomeno, l'indagine sulle strutture biopsicologiche e sulle predisposizioni temperamentali e caratteriali del reo, non si può non rilevarne la drammatica imponenza, che si traduce in veri e propri bollettini di guerra che quantificano quotidianamente i caduti per causa della circolazione stradale, con picchi particolarmente elevati ad ogni fine settimana.

La diffusione dei veicoli a motore, autovetture in principalità ma anche motocicli e autoveicoli pesanti (a seguito di una distorta preponderanza, tutta italiana, del trasporto di merci su gomma anziché su rotaia) ha modificato sia a livello culturale che a livello ambientale la vita moderna, determinando l'endemica propagazione dei problemi connessi ad un traffico sempre più caotico e alla sistematica violazione delle norme che dovrebbero regolarlo.

Il bene primario da tutelare in tale contesto, la sicurezza della circolazione, è costituito dall'interazione di tre elementi, e cioè anzitutto la strada, con le sue caratteristiche su cui possono influire sensibilmente le condizioni metereologiche; in secondo luogo il veicolo, con i suoi dispositivi di sicurezza, ed infine l'uomo, che riveste una priorità centrale essendo la causa largamente principale degli infortuni sulla strada.

Un approccio corretto del fenomeno, quindi, non può prescindere da una precisa tipologia di fattori, che hanno natura tecnica, natura medico-legale e psicotecnica, ed infine natura giuridica e giudiziaria.

  1. Sotto il primo profilo, vengono da un lato investiti gli standard qualitativi nella costruzione di autoveicoli e dispositivi di sicurezza in genere, dall'altro la realizzazione di strutture stradali sicure ed idonee a sostenere il peso del traffico stradale attuale, nelle più diverse condizioni climatiche.

    Il bilancio può considerarsi sufficientemente positivo sotto il primo aspetto, giacché significativi miglioramenti, sia nella struttura degli autoveicoli (difesa dell'abitacolo mediante scocca assorbente l'urto) sia nei sistemi di sicurezza attiva (ABS, sistemi di navigazione antisinistro, ecc.) e passiva (cinture di sicurezza, poggiatesta anatomici a sella, air bags), si sono indubbiamente avuti grazie agli investimenti di ricerca delle case automobilistiche; per contro, il giudice sulla efficienza e sicurezza della rete stradale non può che essere preoccupantemente negativo, giacché l'inadeguatezza e l'insufficienza delle infrastrutture viarie costituisce problema diffuso su tutto il territorio nazionale ed è particolarmente grave nella realtà sociale del Nordest d'Italia, ove si fronteggiano una dimensione economico-finanziario tra le più evolute d'Europa e una rete viaria rimasta pressoché immutata dalla fine dell'Ottocento, sotto i diversi profili delle tipologie delle strade, delle composizioni dei banchi laterali, le caratteristiche di dossi e gallerie, ecc. con gravi carenze anche in tema di segnaletica orizzontale, verticale e luminosa: si pensi che, negli ultimi 10 anni, solo sulla SS. Pontebbana si sono verificati 297 incidenti mortali, 215 nella SS. Romea, circa 300 nel tratto veneto della Autostrada Serenissima Venezia-Milano. E non può essere considerato un caso che la più elevata incidenza di sinistri si verifichi proprio in arterie stradali obsolete o comunque inidonee al peso attuale del traffico veicolare.

  2. Il fattore uomo è assolutamente centrale nell'ottica della sicurezza stradale, giacché ricerche attendibili hanno dimostrato come ad esso vada ricondotta una percentuale elevatissima dei sinistri, non inferiore al 80/90% degli eventi dannosi (Whitlock, 1971).

    Ciò investe problematiche di natura medico-legale e psicotecnica, inerenti l'effettiva idoneità ed attitudine alla guida e ai sistemi di accertamento delle stesse ai fini del rilascio e del mantenimento dei documenti abilitanti, nonchè problematiche di tipo criminologico, ove si tenga conto che molti sinistri non conseguono ad eventi accidentali bensì costituiscono il riflesso di una vera e propria scelta «sottoculturale» del conducente4, che si imita modelli di condotta che si ispirano alla violazione delle norme che disciplinano la circolazione stradale.

    Si tratta di fenomeno di particolare interesse, dal momento che costituisce a nostro modo di vedere, la causa principale dell'infortunistica stradale.

    In effetti la criminalità stradale costituisce una forma di devianza criminale vera e propria che si alimenta in forza dello scarso disvalore sociale attribuito agli eventi infortunistici stradali.

    Le motivazioni di tale indulgenza sono molteplici, ma assolutamente non condivisibili: un omicidio colposo a se-Page 290guito di sinistro stradale distrugge un bene fondamentale come quello della vita umana, tutelato dalla norma costituzionale non solo come diritto fondamentale dell'individuo bensì come interesse della collettività (art. 32 della Carta Fondamentale), e se l'evento avviene per colpa, ciononostante il bene oggetto di tutela ne è distrutto e l'atteggiamento psicologico dell'agente non è immune da censure di negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza di leggi e regolamenti, che hanno cagionato un fatto doverosamente prevedibile ed evitabile.

    Non è comprensibile, pertanto, il motivo per cui, nella realtà giurisprudenziale italiana, costantemente...

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