Bisogna cambiare radicalmente strada

AutoreVincenzo Nasini
Pagine134-134
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var VARIE
1/2013 Arch. loc. e cond.
BISOGNA CAMBIARE
RADICALMENTE STRADA
di Vincenzo Nasini
Il momento che stiamo vivendo e veramente diff‌icile.
Certo non e tale solo per il comparto immobiliare, ma a
parte il fatto che mal comune non e affatto mezzo gaudio,
e pur vero che il proprietario di casa mai come oggi si e
trovato in cosi gravi ambasce: mala tempora currunt! Un
f‌isco incapace di reperire altrove gli strumenti f‌inanziari
necessari per far fronte a una crisi la cui genesi e le cui
cause sono per molti aspetti poco chiare, ha messo nel
mirino (quasi esclusivamente) la casa, bene primario dei
cittadini risparmiatori.
La giustif‌icazione e che il gettito dell’IMU e necessario
per coprire il fabbisogno dei servizi essenziali dei Comuni.
Ma l’IMU sulla prima casa viene pagata dai proprietari
attingendo non ai redditi derivanti dall’immobile (che
non ne produce), ma dai redditi da lavoro o da pensione.
Questa
scelta appare ancor più inaccettabile ove si consideri
che la prima casa, l’abitazione, e la sede sacra del nucleo
famigliare. Viene colpita pesantemente come se fosse un
lusso anche la seconda casa data in comodato al proprio
f‌iglio: un bene frutto del risparmio di quelle famiglie che,
senza il minimo aiuto da parte di una mano pubblica
capace di prendere ma molto meno di dare, hanno so-
stenuto ogni genere di sacrif‌ici nella speranza di risolvere
in modo def‌initivo per se e per i propri f‌igli il problema
dell’abitazione, la cui importanza nella vita dell’uomo e te-
stimoniata anche in letteratura, ad esempio nella famosa
descrizione della propria casa come “parva sed apta mihi”.
Vengono colpiti quei proprietari virtuosi, le formiche, che
hanno ritenuto di agire con previdenza garantendo a se e
alla propria famiglia la sicurezza di un tetto sotto il quale
vivere, mentre vengono premiati coloro, le cicale, che han-
no dato utilizzato in altro modo al reddito prodotto. Ne e
certo possibile addurre giustif‌icazioni di stampo ideologi-
co-qualunquista come quella secondo la quale la proprietà
di una casa e comunque indice di ricchezza, perchè, per
tutte le ragioni esposte, oggi la casa e semmai fonte di
spese, oneri e debiti. Chi afferma il contrario o e in mala
fede o vive sulla luna.
Censurabile appare anche il trattamento riservato dai
Comuni ai contratti di locazione del secondo canale (i
famosi “3+2”), che ormai non possiamo più chiamare ne
concordati, ne agevolati.
Non possiamo più def‌inirli “agevolati” perche ormai le
agevolazioni rispetto ai contratti liberi sono di tale scarsa
entità da non assolvere a quel ruolo premiante e incen-
tivante conf‌igurato dalla legge n. 431/98. Non possiamo
def‌inirli neppure “concordati” perche, anzi, l’accordo ter-
ritoriale intervenuto
tra le associazioni della proprietà e dei conduttori, vie-
ne ad essere profondamente snaturato, per effetto della
modif‌ica, in corsa, delle condizioni esistenti al momento
della stipulazione. Per aggiungere ingiustizia a ingiustizia,
l’IMU non e neppure deducibile dall’IRPEF con la conse-
guenza che si arriva al punto di pagare l’imposta sull’impo-
sta, con prof‌ili evidenti di incostituzionalità.
E a tutto ciò si aggiunge il fatto che gli effetti della crisi
economica generale si riverberano in modo sensibile an-
che nei rapporti che interessano la proprietà.
In primo luogo si manifesta in modo sempre più pe-
sante il fenomeno della forte morosità nei condomini,
aggravata dalla sempre più rilevante pressione costituita
dagli oneri che gravano sulle parti e sui servizi comuni. La
morosità interessa anche le locazioni: va anzi rilevato che,
mentre stanno praticamente scomparendo gli sfratti per
f‌inita locazione, sono invece in considerevole aumento le
procedure per morosità.
Rebus sic stantibus, si prof‌ila all’orizzonte uno scenario
che def‌inire preoccupante e un eufemismo: se e vero che
il fabbisogno per i servizi essenziali e quello indicato dal
Comune e se e vero che per coprire tale fabbisogno l’unico
rimedio e tassare in questa misura insopportabile soggetti
che sono già colpiti da oneri e spese di ogni genere, cosa
succederà nel momento in cui i loro redditi da lavoro e da
pensione, assottigliati ed erosi, non saranno più suff‌icienti
per pagare ne le rate del mutuo, ne le spese condominiali,
ne, inf‌ine, le imposte?
La risposta e una sola: bisogna cambiare radicalmente
strada, poiché non e possibile pensare di affrontare i pro-
blemi seguendo sempre la solita facile via di colpire gli
immobili, una scelta che certo non richiede particolare
acume f‌inanziario, e che chiunque, senza conoscenze pur
elementari di economia e f‌inanza, e in grado di effettuare.
È necessario approntare f‌inalmente una politica della
casa imperniata su scelte capaci di imprimere una svolta
decisiva, disegnando e realizzando un progetto coerente
e coordinato a livello nazionale, regionale e locale, che
possa dare impulso a un settore fondamentale per la no-
stra economia come quello immobiliare.

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