Ricorso per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato (merito) depositato in cancelleria l'11 novembre 2006 (del Tribunale di Torino) Parlamento - Immunita' parlamentari - Procedimento penale a carico dell'on. Sandro Delmastro Delle Vedove per il reato di falso ideologico - Deliberazione di insindacabilita' della Camera dei deputati - Con...

Il giudice, dott. Claudio Ferrero, assegnatario del procedimento penale indicato in epigrafe a carico di Delmastro Delle Vedove Sandro, nato a Lozzolo (VC) il 24 aprile 1947, dich. te domiciliato in Biella, via delle Rose n. 4, difeso di fiducia dall'avv. Roberto Bronzini del Foro di Torino; Lodi Cristiana, nata a Mantova il 10 giugno 1966, res. in Milano, via Casella n. 6, elettivamente domiciliata ex art. 161 c.p.p. in Milano, via San Pietro all'Orto n. 10 c/o avv. Vincenzo Vitale, difesa di fiducia dall'avv. Vincenzo Vitale del Foro di Catania (studio in Milano, via San Pietro all'Orto n. 10), imputati A) per il reato di cui agli artt. 110 e 479 c.p. perche', agendo in concorso tra loro, il Delmastro Delle Vedove nella sua qualita' di membro del Parlamento, pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, presentatosi presso la Casa circondariale Le Vallette di Torino al fine di visitarla, dopo essersi qualificato ed avere manifestato la propria intenzione di accedervi, attestava falsamente ai pubblici ufficiali appartenenti alla Polizia penitenziaria, addetti al controllo degli accessi, che la persona in sua compagnia, Lodi Cristiana, era una propria collaboratrice, dichiarando, inoltre, falsamente la stessa Lodi di non esercitare la professione di giornalista (circostanze, entrambe, false, essendo la Lodi una giornalista professionista che, in tale veste, scriveva un articolo, pubblicato due giorni dopo su un quotidiano nazionale, relativo alle dichiarazioni che, proprio in occasione della visita, avrebbe a lei reso il detenuto Marini Igor). Fatti dei quali l'attestazione era destinata a provare la verita'. In Torino, il 10 agosto 2003. B) per il reato di cui agli artt. 110, 48 e 479 c.p. perche', agendo in concorso tra loro, tenendo la condotta di cui al capo A) inducevano in errore, ingannandoli, i pubblici ufficiali appartenenti alla Polizia penitenziaria addetti al controllo, alla registrazione e all'autorizzazione degli accessi, che cosi' registravano, e consentivano, l'accesso della Lodi sul presupposto, erroneamente attestato dal parlamentare e dalla giornalista, che quest'ultima fosse una collaboratrice del primo e che non si trattasse, invece, di una giornalista. In Torino, il 10 agosto 2003. In relazione alla delibera di insindacabilita' ex art. 68 Cost. della Camera dei deputati del 22 dicembre 2005 (seduta n. 724) nei confronti dell'on. Delmastro Delle Vedove Sandro O s s e r v a

Con riservata del 12 agosto 2003, indirizzata tra gli altri alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, il direttore della Casa circondariale di Torino "Le Vallette" trasmetteva, per le determinazioni di competenza, copia del quotidiano "Libero" in pari data, "relativo al presunto colloquio" tra il detenuto Igor Marini e "la giornalista Lodi Cristiana, in occasione della visita dell'onorevole Del Mastro Delle Vedove", avvenuta il precedente 10 agosto.

L'articolo in questione - dal titolo: "Confermo tutto, ho detto la verita" Un giorno in cella con Igor Marini e a firma della predetta Lodi Cristiana - riportava una lunga intervista in cui quest'ultimo dichiarava di temere per la propria vita e confermava che alcuni leader politici della sinistra di rilievo nazionale avevano intascato tangenti nell'ambito del noto affare Telekom-Serbia (per il quale Marini si trovava detenuto).

In allegato alla riservata, il direttore del penitenziario torinese inviava alla Procura anche la dichiarazione autografa che Lodi Cristiana aveva reso agli addetti alla sorveglianza della struttura nonche' due estratti, certificati conformi agli originali, dai registri di ingresso/uscita che la stessa ed il parlamentare avevano dovuto compilare per accedere al luogo in cui si era svolta la visita a Marini (si tratta in particolare del registro di ingresso del "block house" e del registro tenuto dalla sezione in cui il detenuto si trovava ristretto). Nel primo dei citati allegati si leggeva testualmente: "La sottoscritta Cristiana Lodi [...] dichiara di essere la collaboratrice dell'on. Del Mastro Delle Vedove e di non esercitare la qualita' di giornalista"; gli estratti dai registri del carcere riportavano gli orari di ingresso e uscita dei visitatori e precisamente: nel "block house" il deputato, accompagnato dalla "collaboratrice risultava essere entrato alle 11,30 e uscito alle 11,55; nella sezione in cui era detenuto Marini i due risultavano entrati e usciti rispettivamente alle 11,40 e alle 11,45.

In seguito a tale notizia la Procura della Repubblica presso questo Tribunale decideva di avviare delle indagini in ordine all'ipotesi di reato di falsita' ideologica in atto pubblico commessa da pubblico ufficiale (art. 479 c.p.) a carico dell'on. Delmastro e della Lodi. Le indagini consentivano di appurare che, in quest'ultima era una giornalista professionista regolarmente iscritta all'Ordine dei giornalisti della Lombardia e che il parlamentare dichiaro' alle guardie carcerarie addette quel giorno al Block house che la donna che la accompagnava era una propria collaboratrice (sul punto si vedano, tra le altre, le s.i.t. rese in data 31 marzo 2004 dall'ass. capo della Polizia penitenziaria Maniscalco Calogero: "ricordo che il parlamentare disse che garantiva lui per la sua assistente; compilai io il registro degli accessi che noi riserviamo alle visite dei parlamentari. Io compilai tale registro indicando le generalita' del parlamentare e della donna che era in sua compagnia e...

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