N. 237 ORDINANZA 5 - 7 luglio 2010

LA CORTE COSTITUZIONALE

composta dai signori:

Presidente: Francesco AMIRANTE,

Giudici: Ugo DE SIERVO, Paolo MADDALENA, Alfio FINOCCHIARO, Alfonso QUARANTA, Franco GALLO, Luigi MAZZELLA, Gaetano SILVESTRI, Sabino CASSESE, Maria Rita SAULLE, Giuseppe TESAURO, Paolo Maria NAPOLITANO, Giuseppe FRIGO, Alessandro CRISCUOLO, Paolo GROSSI;

ha pronunciato la seguente

Ordinanza

nel giudizio di legittimita' costituzionale dell'art. 19, comma 1, lettera c), della legge 22 aprile 2005, n. 69 (Disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2002/584/GAI del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa al mandato d'arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri), promosso dalla Corte d'appello di Bari nel procedimento penale a carico di G.V.F. con ordinanza del 20 novembre 2009, iscritta al n. 20 del registro ordinanze 2010 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 6, prima serie speciale, dell'anno 2010.

Visto l'atto di intervento del Presidente del Consiglio dei ministri;

Udito nella Camera di consiglio del 12 maggio 2010 il giudice relatore Giuseppe Tesauro.

Ritenuto che la Corte d'appello di Bari, con ordinanza del 20 novembre 2009, iscritta al r.o. n. 20 del 2010, ha sollevato, in riferimento all'articolo 20 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, approvata a Nizza il 7 dicembre 2000 (infra:

Carta di Nizza) ed all'articolo 3 della Costituzione, questione di legittimita' costituzionale dell'articolo 19, comma 1, lettera c), della legge 22 aprile 2005, n. 69 (Disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2002/584/GAI del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa al mandato d'arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri), nella parte in cui non attribuisce la facolta' di chiedere l'espiazione della pena in Italia allo straniero cittadino di uno Stato membro dell'Unione europea, che ivi sia residente, nel caso in cui il mandato d'arresto europeo abbia ad oggetto l'esecuzione di una pena;

che il giudice a quo espone che G.V.F., cittadino romeno, e' stato attinto da un mandato di arresto emesso dalla Pretura di Pitesti (Romania), in esecuzione della sentenza di condanna alla pena di anni tre e mesi sei di reclusione, per il reato di furto commesso in concorso con altri in danno di B.I.L. pronunciata in data 27 aprile 2005, confermata in appello dal Tribunale di Arges con sentenza del 13 ottobre 2005;

che, a suo avviso, la consegna di G.V.F. 'e' consentita...

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