La vecchiaia: un problema nuovo nel contesto dell'evoluzione socio-economica

AutorePiotr Krajewski
Pagine117-126

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@1. Premessa

La vecchiaia è un normale periodo della nostra esistenza, anche se il più temuto; essa è il nostro destino, è una delle tappe della vita, così come lo sono l'infanzia e la giovinezza. Non tutti, ma sicuramente la maggior parte di noi dovrà sperimentarla. Il fatto che gli altri invecchiano forse dovrebbe aiutarci. Per tanti di noi quella fase dell'esistenza è sinonimo di malattia, solitudine, di mancanza d'autosufficienza. Ma non necessariamente deve essere (o è) così, perché la popolazione anziana risulta molto diversificata: accanto a persone pressoché totalmente passive e in tutto dipendenti da chi sta loro vicino, esistono altri che mantengono un vigore della vita a un livello biologico e sociale molto elevato1. La vecchiaia allora ha un carattere del tutto individuale2.

Eccellenti prestazioni intellettuali possono essere mantenute fino ad un'età molto avanzata. Lo confermano tanti personaggi Page 118 noti nella storia: Platone, Socrate, Rubinstein, Picasso, Michelangelo, Newton, e moltissimi altri. I "giovani" vecchietti, vivaci patriarchi del XXI secolo sono pure tra di noi, basta guardarsi attorno; li troviamo tra gli scienziati, i giuristi, gli scrittori, i commercianti, gli artisti, i medici e i semplici agricoltori. Sono gli uomini che si mantengono nell'esercizio fisico ed intellettuale e non si chiudono alla vita che li circonda e che diventa per loro sempre più frenetica e sempre meno comprensibile. Ognuno di coloro che si ritengono (o sono ritenuti) vecchi, può entrare nel periodo che sarà un inizio di una fase di vita incredibilmente bella, attiva, creativa, per certi aspetti persino capace di offuscare il passato.

@2. I cambiamenti in atto

Purtroppo, nei tempi in cui viviamo, la vecchiaia per tanti è diventata un problema sociale, perché nella storia dell'umanità la percentuale delle persone anziane non era mai stata così alta. Un significativo allungamento della vita comporta una veloce crescita della popolazione degli anziani3; comunque più veloce dei giovani. La prospettiva di una vita molto più lunga di quanto ci si poteva aspettare cent'anni fa, riempie di ottimismo e di orgoglio gli scienziati e i medici. Nel frattempo qualcuno divulga inquietanti pensieri e opinioni secondo i quali la crescente popolazione degli anziani costituisce una minaccia per le future aspettative di benessere dei giovani.

Viviamo e lavoriamo sempre di più. Nei paesi altamente sviluppati, la percentuale delle persone in età avanzata cresce continuamente. Su questo fenomeno incidono soprattutto il vertiginoso sviluppo delle scienze mediche e biologiche e la scoperta degli antibiotici e dei vaccini, che praticamente hanno eliminato le più diffuse e pericolose malattie che da secoli Page 119 decimavano l'umanità. Non senza significato sono le tecnologie avanzate e l'istruzione, la bassa mortalità dei neonati, i miglioramenti nell'igiene e nella nutrizione, la possibilità di riposo e la diffusione della pratica sportiva.

Ê vero che la medicina oggi fa quasi miracoli prolungando notevolmente la vita, ma se contemporaneamente non avviene un miglioramento della qualità di essa, non possiamo parlare di un vero sviluppo perché, per essere sinceri, dobbiamo dire che a settant'anni nel XXI secolo, non siamo più giovani dei settantenni del secolo XIX. In altre parole, semplicemente siamo vecchi per un periodo più lungo, ma nello stesso tempo godiamo una salute relativamente migliore, e cioè biologicamente invecchiamo più tardi, ma socialmente molto prima dei nostri antenati. Ê un paradosso che nel frattempo è diventato un serio problema e che dovrà essere risolto il più presto possibile4.

Ê ovvio che tanti anziani spesso provano ansia e depressione. Questi sentimenti sicuramente sono dovuti alla consapevolezza della propria limitatezza, della morte più che mai vicina e anche dello scorrere del tempo che passa inesorabilmente, lasciando i propri segni. Intorno ai 50-60 anni pian piano si sciolgono i contatti con gli amici più giovani, i figli diventano autonomi, compaiono i primi seri sintomi di peggioramento della salute. La prossima tappa è la pensione e in conseguenza anche la rottura con il mondo del lavoro, che spesso diventa l'esperienza più dura di tutta la vita. A volte non è facile lasciare tutto quello che dava un senso di vita, di importanza, di creatività. Messi da parte, li si lascia a abbandonati a se stessi, alle prese con problemi che non interessano a nessuno.

Gli anziani spesso devono affrontare esperienze ancora più sconvolgenti: per esempio la morte del coniuge, di un parente, di un amico. La prospettiva di essere vedovo (o vedova) e passare da solo il resto della propria vita non è consolante5. Page 120

Dopo la settantina i problemi di carattere somatico di solito si aggravano. Le malattie hanno carattere cronico e cominciano le cure che richiedono la maggiore quantità di farmaci e soprattutto di tempo. Improvvisamente aumentano le spese che consumano i risparmi e gravano su un portafoglio già notevolmente dimagrito. Ciò ovviamente comporta la mancanza di sicurezza per il futuro. Le forze vitali calano nel compiere le funzioni quotidiane; ormai non è così facile come una volta. Ci vuole un aiuto da parte degli altri.6 Così dalla totale dipendenza nel periodo di infanzia e l'autosufficienza da adulto, si è approdato all'insufficienza in età senile. Si può dire che il ciclo della vita si è chiuso in modo tragico, sconvolgente. Ma non necessariamente deve essere così.

@3...

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