Scienze umane e applicazioni tecnologiche: prospettive di ricerca interdisciplinare

AutoreNicola Palazzolo
CaricaProfessore ordinario f.r. nella facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Perugia
Pagine527-540

Page 527

@1. Informatica E Scienze Umane: Una Contraddizione In Termini?

Le difficoltà di rapporti e di riconoscimento reciproco tra "i due saperi" (quello c.d. umanistico, o delle scienze umane e sociali, e quello scientificotecnologico), che tuttora resiste a livello di schemi mentali consolidati, trovano una particolare connotazione nel rapporto che si è venuto a creare negli ultimi decenni tra le scienze umane e le applicazioni informatiche.

Non c'è dubbio che, rispetto anche a solo vent'anni fa, in cui la maggior parte degli studiosi di scienze umane guardava al computer con sospetto o con fastidio, dando per scontato che nessuna tecnologia elettronica avrebbe potuto sostituire i propri strumenti tradizionali di lavoro, oggi quegli stessi studiosi non solo si muovono agevolmente tra sistemi di videoscrittura, banche dati on line, CD-ROM, ma in maniera sempre più intensa utilizzano programmi specificamente creati per le loro ricerche.

E tuttavia, come rilevano gli studiosi più attenti al fenomeno, c'è sovente, alla base di questo utilizzo delle tecnologie informatiche da parte degli studiosi di scienze umane, un equivoco di fondo, una incomprensione che rende difficile una piena assimilazione delle tecnologie stesse. Spesso, le nuove tecnologie ven- Page 528 gono sì utilizzate, ma con una sorta di implicita riserva mentale: il computer e la rete sono solo strumenti, ausili pratici per un lavoro che, si tiene a sottolineare, resta comunque fondamentalmente inalterato1. In sostanza, si tende a fare un uso minimalistico dell'informatica, e specialmente a non farsi coinvolgere nei propri metodi di lavoro; quasi che i nuovi modi di produzione, organizzazione, diffusione dell'informazione siano "fattori di ribaltamento o cancellazione di valori culturali acquisiti, più che momenti di un cammino culturale non necessariamente lineare ma comunque nel solco di una tradizione consolidata, marcato da problemi ed esigenze largamente costanti e condivise"2.

Dal canto loro gli informatici di professione, poco preoccupati della visione meramente strumentale che di loro hanno gli umanisti, si ritengono depositari della specificità di un sapere informatico considerato unico e non articolabile disciplinarmente, e pretendono per questo di coprire tutti gli spazi scientifici e didattici che in questi ultimi anni si vanno aprendo. In sostanza, ogni collaborazione rischia di essere, per ciascuno studioso dei due campi, l'occasione per ribadirne la rispettiva specificità e dunque, a ben vedere, l'irriducibile eterogeneità.

È però altrettanto vero che, nonostante queste riserve di ordine teorico, le applicazioni dell'informatica e della telematica nell'ambito delle scienze umane sono ormai sempre più numerose, e spesso dotate di così alta specificità tecnica e teorica, da richiedere necessariamente qualcosa di più di una semplice collaborazione strumentale fra i due ambiti disciplinari; cosicché anche la crescita della consapevolezza della rilevanza di questo fenomeno in ambito scientifico costringe gli studiosi a ricercare (e a formare) sempre più persone in grado di coniugare in un'unica figura di studioso capacità professionali diverse: quasi sempre si tratta di una buona formazione umanistica di base, cui si aggiunge una specifica consapevolezza della natura, delle caratteristiche, delle potenzia- Page 529 lità degli strumenti informatici utilizzati; ma non è raro il caso opposto, di informatici di professione che maturano, a contatto con studiosi di formazione umanistica, una spiccata sensibilità per elementi quali la struttura cognitiva dei testi o la capacità di selezionare e organizzare le informazioni pertinenti.

È questa una tendenza che a livello della realtà empirica si va espandendo sempre più, anche se con ritmi di crescita che sono ovviamente condizionati dal diverso impatto sociale che hanno le applicazioni nei diversi campi di attività: non c'è da meravigliarsi se il ruolo dell'informatico giurista sia oggi più facilmente riconosciuto rispetto a quello dell'informatico filologo o filosofo, o se l'esperto di applicazioni digitali ai beni culturali sia più richiesto dal mercato di quanto non lo sia l'esperto di linguistica computazionale.

Al contrario, è a livello accademico, e nell'Università italiana in particolare, che la rigida distinzione in settori scientifico-disciplinari non comunicanti tra loro, ed in corsi di laurea afferenti all'una o all'altra Facoltà, rende sempre più difficile la riconoscibilità di percorsi formativi essenzialmente interdisciplinari3.

Ma fortunatamente non è così nell'ambito strettamente scientifico. Il moltiplicarsi delle iniziative culturali e della produzione scientifica in questi settori di frontiera è notevolissimo, ed in questo processo un ruolo decisamente di punta assumono le ricerche degli istituti del CNR. E tuttavia anche qui, come vedremo subito, al fortissimo impatto scientifico che queste ricerche incontrano, anche in campo internazionale4, non corrisponde sempre un'adeguata visibilità all'interno delle strutture dell'Ente. Page 530

@2. Le Applicazioni Tecnologiche Negli Istituti "Umanistici" Del CNR

La difficoltà, in cui oggi versano alcuni degli istituti di area umanisticosociale, di riportare tutte le ricerche che vi si svolgono entro un dipartimento, quale quello dell' "Identità culturale", con una vocazione spiccatamente "umanistica", ed entro dei progetti che sono spesso dei contenitori troppo eterogenei, è evidente, in particolare, per quegli istituti che hanno come missione centrale lo studio delle applicazioni tecnologiche nei rispettivi campi di attività.

Parlare oggi di tecnologie (ed in particolare di tecnologie informatiche) come caratteristica peculiare di alcuni istituti di ricerca rispetto ad altri può apparire incongruo, quando è noto che anche la ricerca più elementare oggi si svolge con l'ausilio di tecnologie informatiche, se non altro per l'acquisizione e l'organizzazione dei dati della ricerca. E tuttavia non c'è dubbio che in alcuni degli istituti afferenti al citato dipartimento l'uso delle tecnologie non appare come semplicemente strumentale, come in tantissime altre tematiche di ricerca, di questo e di altri dipartimenti, ma concretizza invece l'oggetto specifico della ricerca e la missione stessa dell'istituto, così da rendere legittimo il dubbio circa la coerenza di questa missione con quella del dipartimento cui afferiscono. È il caso dell'ITTIG (Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica), di cui parlo per esperienza diretta, ma è anche quello dell'ISTC (Istituto di Scienza e Tecnologie della Cognizione), dell'ILC (Istituto di Linguistica Computazionale), e dell'ITD (Istituto di Tecnologie Didattiche). Ma sono molte di più le linee di ricerca, fortemente interdisciplinari, nelle quali i profili tipici delle scienze umane e sociali si intrecciano con quelli tecnologici, che sono presenti in diversi altri istituti, appartenenti sia all'area umanistica che a quella delle ICT.

Naturalmente anche la tecnologia deve fare i conti con i problemi, economici, sociali, culturali, indotti dalla globalizzazione5. In particolare, "la sfida di articolare la diversità culturale nel rispetto e nella solidarietà, non può tralasciare la riflessione sul ruolo che le nuove tecnologie hanno come strumento di mediazione culturale. In questa cornice, il problema è molto più complesso rispetto allo iato esistente tra lo sviluppo tecnologico dei Page 531 paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. L'industria culturale è un ottimo esempio di ciò"6.

In questo senso uno studio su quanto le tecnologie, ed in particolare le tecnologie informatiche e della comunicazione, influiscano, in positivo o in negativo, sul superamento delle barriere culturali che dividono il mondo, non sarebbe affatto fuori luogo in un istituto di scienze umane o sociali del CNR7. È stato osservato che la tecnologia non è mai neutra: essa può essere strumento di dialogo e di cooperazione tra culture diverse, ma può essere anche uno strumento di ulteriori divisioni e incomprensioni8. Così come è pure vero che l'immensa quantità di comunicazione, paradossalmente, comporta un altro problema: alla frequenza e alla velocità delle comunicazioni non corrisponde la qualità e la profondità della comunicazione9.

Se tutto ciò è vero in teoria, non mi pare però che sia questa l'ottica nella quale è stato concepito il progetto (e poi il dipartimento) dell'Identità culturale e le ragioni dell'afferenza ad esso degli istituti che ne fanno parte. Nessuno dei progetti del dipartimento ha come oggetto l'identità (o la diversità) culturale come problema (storico, giuridico, economico, ecc.), all'interno del quale un ruolo significativo potrebbe essere assegnato ad una ricerca che volesse occuparsi dell'impatto che le tecnologie hanno su quel problema. Al contrario, l'identità culturale è indicata come la chiave di lettura (ipotizzata, ma poi come si è visto non realizzata) di tematiche molto diverse, sia tra loro che rispetto al tema generale. Page 532

Ciò ovviamente non vuol dire che in teoria non vi sarebbe posto, all'interno del CNR, per un progetto di informatica applicata alle scienze umane e sociali, ma un progetto di tal genere difficilmente potrebbe trovare collocazione tra i progetti dell'attuale dipartimento Identità culturale, il cui focus appare mirato più agli aspetti contenutistici che a quelli strumentali e di utilizzo, che per definizione sono trasversali a molteplici discipline10.

La grande eterogeneità tra i progetti nei quali il dipartimento Identità culturale si è articolato, e all'interno degli stessi progetti, ha fatto sì che non vi sia stato, di fatto, alcun coordinamento sostanziale tra le ricerche (le c.d. commesse) che astrattamente avrebbero dovuto trovare nei progetti un denominatore comune non di mera facciata. E specialmente, poi, non si è trovato, tranne in casi sporadici per l'iniziativa spontanea dei ricercatori dei rispettivi istituti, lo strumento...

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT