Tribunale Penale di Torino sez. sorv., 17 ottobre 2018

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1/2019 Rivista penale
MERITO
TRIBUNALE PENALE DI TORINO
SEZ. SORV., 17 OTTOBRE 2018
EST. VIGNERA – IMP. D.S.
Misure di sicurezza y Personali y Libertà vigila-
ta y Applicazione y Prescrizioni del magistrato di
sorveglianza y Ricovero obbligatorio in comunità y
Carattere sostanzialmente detentivo della misura
y Esclusione.
. Il discrimine tra le misure di sicurezza detentive e
quella non detentiva della libertà vigilata va indivi-
duato non nel contenuto delle limitazioni della libertà
personale che esse comportano, ma nella coattività o
meno di tali limitazioni. Conseguentemente, deve con-
siderarsi legittima la prescrizione, con la quale il magi-
strato di sorveglianza pone a carico del libero vigilato
l’obbligo di sottoporsi a programma terapeutico presso
una comunità, atteso che l’osservanza di tale obbligo
non può essere imposta in modo coercitivo. (c.p., art.
199; c.p., art. 208; c.p., art. 215; c.p., art. 228; c.p., art.
231; c.p., art. 232) (1)
(1) Sui criteri applicativi delle misure di sicurezza si veda Cass. pen.,
sez. V, 21 settembre 2017, n. 43631, in www.latribunaplus.it. Sul con-
tenuto della libertà vigilata si veda Cass. pen., sez. I, 23 ottobre 2017,
n. 48569, ibidem. Nello stesso senso della pronuncia in commento cfr.
Cass. pen., sez. I, 3 agosto 2015, n. 33904, ibidem.
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO E MOTIVI DELLA DECISIONE
1.- Il 14 maggio 2018 il Magistrato di Sorveglianza di
Alessandria pronunciava la seguente ordinanza nei con-
fronti di D.S. M. D.:
Oggetto del presente procedimento di Sorveglianza è
costituito dal riesame della pericolosità di D.S. M.D. sotto-
posto alla libertà vigilata dalla Corte d’appello di Genova
con sentenza n. 70/2018 in data 10 gennaio 2018, def‌initiva
il 27 marzo 2018.
Con la detta sentenza D.S., in parziale riforma della
sentenza del Tribunale di Genova, è stato condannato alla
pena di anni 1 di reclusione per i reati di cui agli artt. 337,
582, 585 e 576 c.p., previo riconoscimento dell’attenuante
di cui all’art. 89 c.p.
La relazione della Comunità “Omissis” in data 7 maggio
2018 evidenzia quanto segue: trattasi di soggetto affetto da
infermità psichica riconducibile ad un “disturbo schizoide
di personalità con un abuso pregresso di sostanze stupefa-
centi”. All’inserimento in struttura, D.S. ha mostrato no-
tevoli diff‌icoltà di adattamento alla vita quotidiana della
comunità, conformandosi alle regole proposte grazie al
ripetuto intervento dell’équipe multidisciplinare. Spesso
molto richiedente, tende a porsi con la persona con com-
portamento inizialmente manipolativo, poi, se frustrato,
tende a divenire oppositivo, disforico e agitato sul piano
psicomotorio. L’ideazione, povera nei contenuti, è scevra
da allucinazioni e verte più sul diniego degli agiti etero
aggressivi in ambito familiare e sul desiderio di avere, al
sopraggiungere del f‌ine pena, una vita autonoma insieme
alla f‌idanzata con la quale mantiene contatti telefonici ed
epistolari. Esprime il proprio consenso alle cure esclusiva-
mente in virtù dei vigenti obblighi giudiziari poiché ritiene
di non essere affetto da alcun disturbo mentale bensì vit-
tima di una persecuzione giudiziaria. Asserisce di volersi
autodimettere appena possibile e di aver accettato per la
prima volta una terapia farmacologica la cui adesione ap-
pare minima e non suff‌iciente a prevenire il controllo degli
impulsi in assenza di un continuo e puntuale intervento
educativo di sostegno. Il soggetto, inf‌ine, nel corso del pe-
riodo di osservazione, ha ricevuto una visita di entrambi i
genitori, ai quali si è rivolto inizialmente esprimendo ma-
nifestazioni f‌isiche d’affetto per poi divenire fortemente
disforico ed espulsivo dopo essere stato esortato ad ade-
rire ai trattamenti riabilitativi ed invitato a rif‌lettere in
merito all’attuale stato di disoccupazione, mancanza di sa-
lute mentale ed autonomia personale. L’équipe ritiene che
D.S., pur avendo instaurato un iniziale rapporto di stima
e di f‌iducia con gli operatori e mostrato un lieve miglio-
ramento nel comportamento, non ha raggiunto una suff‌i-
ciente stabilizzazione clinica e un’adesione al progetto ri-
abilitativo tale da poter auspicare una dimissione a breve
termine e la prosecuzione delle cure, a minore intensità,
presso il territorio di residenza.
Il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze di Ge-
nova - Struttura Complessa SER.T., nella relazione dell’8
maggio 2018, evidenzia che il soggetto è conosciuto dal
SER.T. di Genova dal 2009 per un disturbo da uso di so-
stanze al quale si associa un disturbo psicopatologico com-
plesso e clinicamente rilevante. Il prof‌ilo psicologico si
caratterizza per una pensiero rigidamente ostinato e diff‌i-
cilmente accessibile. A ciò si devono aggiungere diff‌icoltà
cognitive che rendono problematico qualunque tentativo
di elaborazione. Forti sono anche le diff‌icoltà relazionali:
la diff‌idenza di fondo contraddistingue il suo modo di ap-
procciarsi alle situazioni e alle persone giungendo spesso
a sconf‌inare in un vero e proprio pensiero paranoide. A
tratti, invece, assume atteggiamenti di eccessiva ed inade-
guata conf‌idenza con gli interlocutori, pensando di poter
instaurare una relazione privilegiata basata su connivenza
ed omertà. Inf‌ine, spesso assume comportamenti grosso-
lanamente ispirati ad uno stile comunicativo malavitoso.
Il quadro psicopatologico descritto si aggravava in senso
paranoide nei momenti in cui maggiormente il paziente
faceva uso di sostanze stimolanti, principalmente cocaina.
La consapevolezza che mostra nei confronti dei problemi
che lo aff‌liggono è sempre stata piuttosto limitata e super-
f‌iciale. Questo aspetto ha raggiunto il suo acme quando,
in prossimità della iniziale valutazione della sua perico-
losità sociale, ha pensato f‌ino all’ultimo di poter gestire la
questione con le sue abituali modalità manipolative, non
rendendosi conto del fatto che, non sottoponendosi al pro-
gramma di monitoraggio e terapie proposto, avrebbe pro-
babilmente aggravato la propria situazione. Il lavoro fatto
in Comunità sembra iniziare a dare qualche frutto ma è
necessario che D.S. approfondisca il percorso intrapreso
prima di poter pensare che un suo rientro in un program-
ma territoriale sia meno a rischio di ricaduta.

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