La teoria della responsabilità da 'obblighi di status', tra doveri di protezione e violazione dell'affidamento

AutoreConcetta Maria Nanna
Pagine11-88
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CAPITOLO PRIMO
LATEORIADELLARESPONSABILITÀ
DA“OBBLIGHIDISTATUS”,TRADOVERIDI
PROTEZIONEEVIOLAZIONEDELL’AFFIDAMENTO
Sommario: 1. Linee generali di individuazione del problema. Le aree della re-
sponsabilità “prive” di una precisa disciplina: il c.d. danno meramente pa-
trimoniale ed i contatti “qualificati”. Le difficoltà dottrinali nella sistematica
concettuale e gli “errori” dogmatici: la “clausola generale” del danno ingiu-
sto e la colpevolezza, quali presupposti ineludibili della teoria dell’illecito:
conseguente “insufficienza” del sistema aquiliano. - 2. Problematiche appli-
cative e teoria dell’obbligazione senza prestazione. Violazione dell’affida-
mento e responsabilità contrattuale. La culpa in contrahendo come fonda-
mento teorico della natura giuridica della responsabilità “da status”. Il ne-
cessario collegamento con la qualifica professionale della controparte inadem-
piente. - 3. (Segue): ulteriori considerazioni relative alla natura giuridica della
“responsabilità da status”. Necessaria esclusione della “via” aquiliana, false
“suggestioni” relative al tertium genus di responsabilità, ed “obbligatorietà” del-
la soluzione contrattuale, anche dal punto di vista applicativo. La corretta impo-
stazione teorica trova conferma anche dal punto di vista della “giustizia sostan-
ziale”: la responsabilità del professionista non è quella del “passante”. Le più
recenti riflessioni giurisprudenziali in materia di responsabilità precontrattuale. .
4. (Segue): Rapporti professionali e complessità del fenomeno obbligatorio: la
prestazione non è l’esclusivo oggetto dell’obbligazione. - 5. La categoria con-
cettuale degli “obblighi di protezione”, come “matrice” culturale originaria della
teoria dell’obbligazione senza prestazione: è necessario un “contatto negoziale”
perché possa aversi responsabilità. Origini storiche e spunti comparatistici, rela-
tivi agli obblighi di protezione: l’ esigenza di garantire una tutela “specifica” e
“qualificata” nell’ipotesi di affidamento all’altrui professionalità. - 6. Il proble-
ma della risarcibilità del danno nei confronti del terzo, estraneo al rapporto con-
trattuale. Il c.d. contratto con effetti protettivi nei confronti dei terzi: assunta su-
perabilità del principio di relatività del contratto, attraverso l’individuazione di
obblighi protettivi nei confronti dei terzi: critica. La responsabilità deriva dal-
la violazione di condotte indipendenti da obblighi di prestazione. Il caso pa-
radigmatico del danno da “nascita indesiderata”. - 7. Responsabilità da “vio-
lazione dell’affidamento” e principi normativi. La buona fede come regola
generale di condotta sociale, la cui violazione determina l’insorgere di re-
sponsabilità. L’art. 1173 c.c. ed il “contatto” tra le parti: gli “atti ed i fatti”
che determinano il sorgere del vincolo obbligatorio. I doveri di solidarietà
costituzionale e la necessità di un’interpretazione evolutiva, alla luce della
quale “rileggere” gli istituti codicistici.
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1. Linee generali di individuazione del problema. Le aree della
responsabilità “prive” di una precisa disciplina: il c.d. danno
meramente patrimoniale ed i contatti “qualificati”. Le difficol-
tà dottrinali nella sistematica concettuale e gli “errori” dog-
matici: la “clausola generale” del danno ingiusto e la colpevo-
lezza, quali presupposti ineludibili della teoria dell’illecito:
conseguente “insufficienza” del sistema aquiliano
La dottrina e la giurisprudenza civilistica, sempre più frequen-
temente, si stanno occupando con profondo interesse ed attenzione
del problema della responsabilità civile1, e delle potenzialità degli
istituti risarcitori. Si può, anzi, affermare che le più significative
conquiste speculative di questi ultimi anni abbiano riguardato prin-
cipalmente la risarcibilità del danno, in funzione della massima tu-
tela possibile della persona umana, al fine di consentire la sua piena
e totale realizzazione socio – esistenziale. L’ultimo esempio di que-
sto “fenomeno”, dal punto di vista giurisprudenziale, è rappresenta-
to dalle note “sentenze gemelle” del 20082, con le quali la Suprema
1 La letteratura in merito è sterminata: cfr., ex multis, per ampi riferimenti,
S. RODOTÁ, Il problema della responsabilità civile, Milano, 1964, passim; P.
SCHLESINGER, La “ingiustizia” del danno nell’illecito civile, in Jus, 1960, p. 344
ss.; C. CASTRONOVO, Problema e sistema nel danno da prodotti, Milano, 1979;
ID., La nuova responsabilità civile, Milano, 2006, 3° ed., passim; F. D. BUSNEL-
LI, Nuove frontiere della responsabilità civile, in Jus, 1976, p. 4 ss.; ID., La pa-
rabola della responsabilità civile, in Riv. crit. dir. priv., 1988, p. 643 ss.; ID., Le
frontiere nobili della responsabilità civile, ivi, 1989, p. 541 ss.; F. GALGANO, Le
mobili frontiere del danno ingiusto, in Contr. impr., 1985, p. 1 ss.; ID., La com-
media della responsabilità civile, in Riv. crit. dir. priv., 1987, p. 192; M. LIBER-
TINI, Nuove frontiere del danno ingiusto, in Contr. impr., 1987, p. 85 ss.; C.
SCOGNAMIGLIO, Ingiustizia del danno, in Enc. giur., 1996, Roma, XVII, p. 1 ss.;
C. SALVI, Il danno extracontrattuale, Napoli, 1985; M. BARCELLONA, Strutture
della responsabilità e ingiustizia del danno, in Europa dir. priv., 2000, p. 401
ss.; M. FRANZONI, Dei fatti illeciti, in Comm cod. civ. Scialoja - Branca, a cura di
F. Galgano, Bologna-Roma, 1993, p. 24 ss.; F. BUSNELLI, Illecito civile, in Enc.
giur., Roma, XV, 1989, p. 1 ss.; R. SCOGNAMIGLIO, Illecito, (dir. vig.), in Noviss.
Dig. it., Torino, 1968, VII, p. 164 ss.
2 Cass., Sez. Un., 11 novembre 2008, n. 26972/3/4/5, in Foro it., 2009, I, c.
128, con nota di A. PALMIERI, La rifondazione del danno non patrimoniale,
all’insegna della tipicità dell’interesse leso (con qualche attenuazione) e
dell’unitarietà, di R. PARDOLESI - R. SIMONE, Danno esistenziale (e sistema fra-
gile): «die hard», di G. PONZANELLI, Sezioni Unite: il «nuovo statuto» del danno
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Corte ha tentato di precisare e chiarire i contorni della figura del
danno non patrimoniale, al fine di garantire la piena risarcibilità dei
pregiudizi alla persona, proseguendo un cammino ormai “inarresta-
bile”, teso a garantire l’individuo nel modo più completo possibile.
In tal senso, la persona va tutelata, non solo nei suoi interessi di
tipo patrimoniale, ma anche dal punto di vista solidaristico ed esi-
stenziale: conseguentemente, allo stato attuale, si può ritenere che
la responsabilità civile costituisca la materia più proficua, per “va-
lutare” l’evoluzione del diritto privato e delle moderne tecniche di
tutela, in un’ottica tesa, peraltro, a consentire l’armonizzazione del
non patrimoniale, e di E. NAVARRETTA, Il valore della persona nei diritti invio-
labili e la sostanza dei danni non patrimonial; in Giur. it., 2009, 1, c. 61 ss.; in
Danno e resp., 2009, p. 19, con nota di A. PROCIDA MIRABELLI DI LAURO, Il
danno non patrimoniale secondo le Sezioni Unite - Un de profundis per il danno
esistenziale, di S. LANDINI, Danno biologico e danno morale soggettivo nelle
sentenze della Cass., SS.UU., 26972, 26973, 26974, 26975/2008 e di C. SGANGA,
Le Sezioni Unite e l’art. 2059 c.c.: censure, riordini e innovazioni del dopo prin-
cipio; ivi, 2009, con nota di M. GAZZARA, Danno non patrimoniale da inadem-
pimento: le Sezioni Unite e le prime applicazioni nella giurisprudenza di merito;
in Resp. civ. prev., 2009, p. 38 ss., con nota di P.G. MONATERI, Il pregiudizio
esistenziale come voce del danno non patrimoniale, di E. NAVARRETTA, Il valore
della persona nei diritti inviolabili e la complessità dei danni non patrimoniali,
di D. POLETTI, La dualità del sistema risarcitorio e l’unicità della categoria dei
danni non patrimoniali, e di P. ZIVIZ, Il danno non patrimoniale: istruzioni per
l’us; in Arch. circolaz., 2009, p. 25, con nota di M. BONA, Danno biologico e
pregiudizi morali nelle sentenze delle Sezioni Unite: un deciso «no» alla reduc-
tio ad unum; in Dir. e giur., 2008, p. 526 ss.; in Riv. dir. civ., 2009, II, p. 97, con
nota di F.D. BUSNELLI, Le Sezioni Unite e il danno non patrimoniale; in La resp.
civ., 2009, p. 13, con nota di M. FRANZONI, Cosa è successo al 2059 c.c.?, di A.
ZACCARIA, Il risarcimento del danno non patrimoniale in sede contrattuale, di
F. BILOTTA, I pregiudizi esistenziali: il cuore del danno non patrimoniale dopo
le Sezioni Unite del 2008, di G. FACCI, Il danno non patrimoniale dopo le sen-
tenze dell’11 novembre 2008, di S. FILIPPI, Lesione del diritto di proprietà e
danno non patrimoniale: per le sezioni unite questo matrimonio non s’ha da fare
e di R. PARTISANI, Il danno non patrimoniale da inadempimento della obbliga-
zione, nella rilettura costituzionalmente orientata dell’art. 1218 c.c.; in Riv. it.
dir. lav., 2009, II, p. 465, con nota di R. SCOGNAMIGLIO, Il danno non patrimo-
niale innanzi alle Sezioni Unite, e di R. DEL PUNTA, Il nuovo regime del danno
non patrimoniale: indicazioni di sistema e riflessi lavoristici; in Riv. Crit. dir.
lav., 2008, p. 1211; in Guida al dir., 2008, 47, p. 18; in Resp. e risarc., 2008, 11,
p. 14; in Dir. e giur., 2008, p. 526; in Assicurazioni, 2008, II, 2, p. 439 ss.; in
Nuova giur. civ. comm., 2009, I, p. 102 ss.; in Riv. giur. lav., 2009, II, p. 74. In
merito, cfr. C. SCOGNAMIGLIO, Il sistema del danno non patrimoniale dopo le
decisioni delle Sezioni Unite, in Resp. civ. prev., 2009, p. 261 ss.

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