Circolazione degli studenti universitari e principio di non discriminazione nella recente giurisprudenza della Corte di giustizia

AutoreLuigi Raim ondi
Pagine309-331
LUIGI RAIMONDI
CIRCOLAZIONE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI
E PRINCIPIO DI NON DISCRIMINAZIONE
NELLA RECENTE GIURISPRUDENZA
DELLA CORTE DI GIUSTIZIA
SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. La giurisprudenza precedente al Trattato di Maastricht. – 3.
Cittadinanza dell’Unione e trattamento degli studenti: l’ambito di applicazione del Trat-
tato ex art. 18 TFUE. – 4. Segue: Art. 20 TFUE e limitazioni previste dal diritto derivato.
– 5. Segue: Ragioni obiettive volte a giustificare misure indirettamente discriminatorie.
– 6. Cittadinanza dell’Unione e accesso all’istruzione superiore. – 7. Conclusioni
1. In più occasioni, nel corso dell’ultimo decennio, la Corte di giustizia è stata
chiamata a pronunciarsi sulla compatibilità con il diritto dell’Unione di misure
nazionali che danno luogo a restrizioni alla circolazione degli studenti universi-
tari1. Simili misure vengono adottate, in particolare, dagli Stati membri che ri-
chiamano un elevato numero di studenti stranieri, in virtù di attrattive quali il
numero aperto per le iscrizioni, la prossimità geografica con il Paese d’origine di
tali studenti, l’assenza di barriere linguistiche2.
Gli Stati “importatori” di studenti si preoccupano, in particolare, di proteg-
gere i propri investimenti nell’istruzione universitaria da fenomeni di free riding,
che si verificano quando gli studenti si spostano al solo scopo di conseguire una
formazione che sarà spesa altrove. In simili ipotesi è agevole constatare che lo
Stato ospite investe nell’educazione di un soggetto senza aver beneficiato delle
imposte versate negli anni dai suoi genitori, né poter beneficiare di quelle che il
soggetto stesso verserà una volta intrapresa un’attività lavorativa3.
1 Sentenze della Corte di giustizia del 20 settembre 2001, causa C-184/99, Grzelczyk, Rac-
colta, p. I-6193 ss.; del 1° luglio 2004, causa C-65/03, Commissione c. Belgio, ibidem, p. I-6429
ss.; del 7 luglio 2005, causa 147/03, Commissione c. Austria, ibidem, p. I-5992 ss.; del 15 marzo
2005, causa C-209/03, Bidar, ibidem, p. I-2119 ss.; del 18 novembre 2008, causa C-158/07,
Förster, ibidem, p. I-8507 ss.; del 13 aprile 2010, causa C-73/08, Bressol, non ancora pubblicata
in Raccolta.
2 Tali elementi concorrono, ad esempio, a determinare un notevole spostamento di studenti
francesi in Belgio e di studenti tedeschi in Austria, stante il numero chiuso vigente nei Paesi d’o-
rigine per l’iscrizione a talune facoltà.
3 Sulla giurisprudenza relativa alla circolazione degli studenti nell’Unione europea cfr. A. P.
VAN DER MEI, EU Law and Education: Promotion of Student Mobility versus Protection of Educa-
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I problemi affrontati dai giudici di Lussemburgo nel quadro descritto sono
essenzialmente riconducibili a due profili. Il primo riguarda la compatibilità, con
il principio di non discriminazione sulla base della nazionalità (art. 18 TFUE),
delle misure nazionali volte a restringere l’iscrizione ai corsi d’istruzione supe-
riore. Il secondo concerne la compatibilità con il medesimo principio delle mi-
sure nazionali che limitano il novero dei beneficiari degli aiuti economici con-
cessi agli studenti.
Entrambi i profili menzionati si inquadrano nel più ampio tema dell’applica-
zione del principio di non discriminazione ai cittadini, economicamente inattivi,
che esercitano la libertà di circolazione di cui all’art. 20 TFUE4. Ci pare tuttavia
opportuno distinguerli, atteso che, come si vedrà, l’approccio della Corte nell’ap-
plicazione dell’art. 18 TFUE sembra essere differente a seconda che si tratti di
iscrizione ai corsi di studio o attribuzione di aiuti economici.
Nelle pagine che seguono, in particolare, cercheremo di valutare l’impatto
delle norme sulla cittadinanza europea sulla circolazione degli studenti. Ciò, in
particolare, attraverso il raffronto tra la giurisprudenza precedente all’entrata in
vigore del Trattato di Maastricht e quella successiva. Inoltre analizzeremo l’ap-
proccio della Corte nei due filoni dedicati all’accesso agli studi superiori ed al
trattamento degli studenti, individuabili nella giurisprudenza più recente.
2. Per comprendere appieno l’impatto della cittadinanza dell’Unione sulla
circolazione degli studenti universitari appare necessario illustrare preliminar-
mente l’assetto della giurisprudenza precedente all’entrata in vigore del Trattato
di Maastricht.
Le prime sentenze sul tema risalgono alla metà degli anni ottanta, quando,
chiamata ad occuparsi delle discriminazioni praticate dagli Stati nel fissare le
tasse di iscrizione alle università e nella elargizione dei sussidi agli studenti, la
tion Systems, in M. DOUGAN, E. SPAVENTA (eds.), Social Welfare and EU Law, Oxford, 2005, p.
219 ss.; C. BARNARD, Annotation of Case C-209/03, Bidar, in CML Rev., 2005, p. 1465 ss.; M.
DOUGAN, Cross-border Educational Mobility and the Exportation of Student Financial Assi-
stance, in ELR, 2008, p. 723 ss.; S. JØRGENSEN, The Right to Cross-Border Education in the Euro-
pean Union, in CML Rev., 2009, p. 1567 ss.; S. DE LA ROSA, La citoyenneté européenne à la
mesure des intérêts nationaux. A propos de l’arrêt Förster, in CDE, 2009, p. 549; O. GOLYNKER,
Annotation of case C-158/07, Förster, in CML Rev., 2009, p. 2025; S. GARBEN, Annotation of
Case C-73/08, Bressol, in CML Rev., 2010, p. 1493 ss.
4 Tra la vasta bibliografia sul principio di non discriminazione in base alla nazionalità cfr.,
M. V. BENEDETTELLI, Il giudizio di eguaglianza nell’ordinamento giuridico delle Comunità euro-
pee, Padova, 1989; K. LENAERTS, L’égalité de traitement en droit communautaire – Un principe
unique aux apparences multiples, in CDE, 1991, p. 3 ss.; J. M. BISCHOFF, Article 7, in V. CON-
STANTINESCO, J.P. JACQUÉ, R. KOVAR, D. SI MON (sous la direction de), Traité instituant la CEE,
Commentaire article par article, Paris, 1992, p. 61 ss.; R. HERNU, Principe d’égalité et principe
de non-discrimination dans la jurisprudence de la Cour de justice des Communautés européen-
nes, Parigi, 2003; C. SANNA, Commento all’art. 12, in A. TIZZANO (a cura di), Trattati dell’U-
nione europea e della Comunità europea, Milano, 2004, p. 231 ss.; T. TRIDIMAS, The General
Principles of EU Law, Oxford, 2006, p. 118 ss.; C. FAVILLI, La non discriminazione nell’Unione
europea, Bologna, 2008.

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