La Sharing Economy, Un'Opportunità Prodotta Dalla Cooperazione Globale

AutoreSandro Scoppa
Pagine257-258
257
Arch. loc. cond. e imm. 2/2017
Varie
LA SHARING ECONOMY,
UN’OPPORTUNITÀ PRODOTTA
DALLA COOPERAZIONE
GLOBALE
di Sandro Scoppa
La sharing economy (o “economia della condivisione”),
esprime un fenomeno che si riconosce in molti settori, che
può essere riguardato e studiato da diverse angolazioni. La
sua def‌inizione non è ancora chiara e condivisa, anche se
è usualmente ricollegata a Jeremy Rifkin, e alla sua idea
che “l’accesso” conta più dei titoli di proprietà. Un altro
studioso è Arun Sundararajan, docente alla Stern Scho-
ol of Business della New York University. In via di larga
massima possiamo dividere l’economia collaborativa nei
quattro settori dei f‌inanziamenti, della produzione (es.
GNU/Linux, l’open hardware Arduino), dell’apprendimen-
to (es. SkillShare, Wikipedia) e del consumo collaborativo
(es. BlaBlacar, Airbnb, HomeExchange.com, Ebay, ecc.).
Quest’ultima forma è stata resa popolare nel 2010 dal li-
bro “What’s Mine is Yours: The Rise of Collaborative Con-
sumption” di Rachel Botsman, e in precedenza grazie al
termine “consumo collaborativo” utilizzato per la prima
volta da Ray Algar nel 2007.
Si stima che solo in Europa il mercato della sharing
economy si aggiri intorno ai 28 milioni di euro, che diven-
teranno 570 in meno di 10 anni (stima PWC). In Italia il
giro d’affari del 2015 è stato invece di 3,5 milIiardi, che
potrebbero diventare anche 25 nel giro di 5 anni (stima
Sole 24 ore).
Sotto il prof‌ilo che qui più interessa, la sharing eco-
nomy può comunque considerarsi alla stregua di molte
delle più importanti istituzioni sociali (come ad esempio
la moneta, il linguaggio, le città, il mercato, ecc.), che rap-
presentano un prodotto non previsto e non programmato
dell’interazione sociale, formatasi spontaneamente nel
processo di mercato. Essa si è rapidamente diffusa in ogni
parte del pianeta, raggiungendo e coinvolgendo, anche a
molta distanza, persone, ambienti, luoghi, beni e servizi:
una cosa impensabile solo qualche anno fa, ma che ora è
stata resa possibile dalla tecnologia del nostro tempo e da
quel fenomeno che è la globalizzazione.
La globalizzazione è un processo inarrestabile e ir-
reversibile, il cui signif‌icato è ampio, e include il libero
scambio non solo di beni e servizi, ma anche dei fattori di
produzione, della conoscenza, della cultura, delle regole,
ecc. La sua crescente importanza può essere spiegata da
fattori istituzionali (liberalizzazione multilaterale dello
scambio, integrazione economica) e da fattori tecnologi-
ci (ad esempio, lo sviluppo di Internet e delle tecniche
telecomunicative). La stessa offre oggi un’inf‌inità di oc-
casioni, allarga enormemente il numero di coloro alla cui
vita possiamo contribuire e che, per tale ragione, devono
in cambio fornirci ciò di cui abbiamo necessità. Per com-
prendere tutto ciò, sarebbe suff‌iciente rif‌lettere per un
momento sui tanti beni presenti nelle nostre case per
renderci conto di quanto dobbiamo al lavoro di persone
lontane e a noi sconosciute. Smith affermava: «L’uomo ha
continuamente bisogno della cooperazione e dell’assisten-
za di un gran numero di persone, mentre la durata di tutta
la sua vita gli basta appena a guadagnarsi l’amicizia di po-
chi». Nelle cose più elementari e in quelle più complesse,
benef‌iciamo quindi del lavoro altrui. E il nostro benessere
dipende dalla nostra capacità di servire gli altri: se non
forniamo loro i mezzi di cui hanno bisogno, non possiamo
ottenere ciò che essi ci possono dare.
Alla luce delle considerazioni prima espresse, la sha-
ring economy rif‌lette opportunità in tutti i settori in quan-
to, come pure rilevato dal presidente dell’Autorità garante
della Concorrenza e del Mercato, «allarga le possibilità di
scelta del consumatore, offre servizi innovativi e differenti
da quelli dei mercati tradizionali, permette di impiegare
risorse che altrimenti sarebbero inutilizzate, abbatte i
prezzi, consente l’accesso a determinati servizi da parte
di consumatori che non fruiscono dei servizi tradizionali».
In una parola, risponde alle logiche del mercato, che
è un segmento dell’intero processo sociale, nel quale è
sovrano il consumatore. Quest’ultimo, infatti, con le sue
scelte determina l’oggetto della produzione nonché la
qualità e la quantità della fornitura di beni e servizi, e in
via f‌inale il successo o l’insuccesso di un imprenditore o di
un qualunque altro attore. Essi, in particolare, inseguono
l’obiettivo di massimizzazione del prof‌itto, che può esse-
re realizzato esclusivamente mediante il soddisfacimento
dei consumatori e la produzione di un bene idoneo a sod-
disfarli. Su tali aspetti, Ludwig von Mises, il grande eco-
nomista e scienziato sociale austriaco, scriveva: «Il fon-
damento economico del sistema borghese è l’economia di
mercato [...]. Nelle epoche precapitalistiche, i ricchi [...]

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