A cosa serve la giurisprudenza straniera? alcune indicazioni dalla house of lords e da altre corti supreme

AutoreVincenzo Zeno-Zencovich
Occupazione dell'autoreÈ professore ordinario di Diritto privato comparato nell’Università di Roma Tre. Condirettore della rivista “Il diritto dell’informazione e dell’informatica”, è membro della direzione di altre riviste giuridiche.
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La conoscenza della giurisprudenza straniera, in una società globalizzata, non è più limitata alla ristretta cerchia degli specialisti e dei cultori della comparazione giuridica. La giurisprudenza straniera serve al giudice per decidere con maggiore ponderazione i casi e agli avvocati per presentare meglio i loro argo- menti e renderli più convincenti.

Questa considerazione potrebbe sembrare quasi banale e portare all’osservazione che da sempre, con maggiore o minore frequenza e successo, ciò viene fatto.

Quel che rende oggi l’uso della giurisprudenza straniera vitale nella prassi forense è quel che un grande comparatista inglese, Sir Basil Markesinis, ha defi nito “la convergenza graduale” fra gli ordinamenti europei.

Tale convergenza è dettata da una serie di fattori in parte economico-sociali, in parte istituzionali legati alla integrazione europea e al crescente e pervasivo ruolo della sua normativa.

Sempre di più le decisioni dei giudici europei devono muoversi all’interno di una cornice di principi e valori comuni desumibili dagli atti fondamentali (Trattati di Roma, Carta di Nizza, Progetto di Costituzione europea ecc.) che, al di là di ogni discussione sulla loro valenza e sulla loro collocazione gerarchica, infl uenzano il modo di pensare del giurista.

In tale contesto è interessante per il giurista italiano prendere in esame alcune sentenze della House of Lords inglese che toccano temi di grande attualità e che denotano una particolare sensibilità del giudice inglese non solo ai temi nuovi ma anche alle prospettive comparatistiche.

Ne emerge – come si vedrà – una immagine ben diversa da quella oleogra- fi ca – si direbbe hogarthiana – del giudice in toga e parrucca strenuo difensore della tradizione e della immutabilità del sistema.

@1. La tutela di nuove rituazioni para-familiari

Nel caso Ghaidan v. Godin-Mendoza (21.6.2004) la questione è quella della successione del contratto di locazione del convivente omosessuale del condut- tore deceduto. La House of Lords opera su due piani: il primo è quello dell’analisi formale del Rent Act del 1988 che prevede la possibilità di successione nelPage 86contratto di locazione del convivente more uxorio. Il secondo è quello dell’interpretazione della disposizione alla luce dello Human Rights Act del 1998 che ha recepito nell’ordinamento interno inglese la Convenzione europea dei diritti dell’uomo con effetti orizzontali nei rapporti fra parti private.

Le diverse opinions di quattro...

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