Sentenza Nº 58466 della Corte Suprema di Cassazione, 28-12-2018

Presiding JudgeMAZZEI ANTONELLA PATRIZIA
ECLIECLI:IT:CASS:2018:58466PEN
Date28 Dicembre 2018
Judgement Number58466
CourtPrima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
CARUSO CLAUDIO nato a AVOLA il 27/02/1982
avverso la sentenza del 21/12/2017 della CORTE ASSISE APPELLO di CATANIA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere STEFANO APRILE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore MARIO MARIA
STEFANO PINELLI, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio limitatamente
alla ritenuta aggravante e il rigetto nel resto del ricorso
udito il difensore
- avvocato SIGNORELLO PAOLO, difensore fiducia delle parti civili Liotta Esmeralda,
Liotta Giuseppe, Liotta Aurora e Liotta Sebastiano, che conclude per l'inammissibilità
del ricorso e deposita conclusioni e nota spese (Liotta Aurora e Liotta Esmeralda
ammesse al Gratuito Patrocinio);
- avvocato TROJA GIUSEPPE ALVISE, difensore fiducia di Caruso Claudio, insiste nei
motivi del ricorso e chiede l'annullamento della sentenza
Penale Sent. Sez. 1 Num. 58466 Anno 2018
Presidente: MAZZEI ANTONELLA PATRIZIA
Relatore: APRILE STEFANO
Data Udienza: 05/11/2018
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, la Corte d'assise d'appello di Catania ha
confermato la sentenza pronunciata dalla Corte d'assise di Siracusa in data 21
aprile 2016 con la quale Claudio CARUSO è stato dichiarato responsabile
dell'omicidio pluriaggravato di Mario Liotta (artt. 575, 576, primo comma, n. 1,
577, primo comma, n. 4, cod. pen., in relazione all'art. 61, primo comma, n. 1 e
n. 2, cod. pen. - Capo A) e dei concorrenti reati di distruzione del cadavere (artt.
61, primo comma, n. 2, 411 cod. pen. - Capo B) e di detenzione e porto di
un'arma da sparo modificata (art. 23 legge n. 110 del 1975 - Capo C), fatti
commessi il 8/11/2013, con condanna all'ergastolo.
1.1. I fatti sono stati così ricostruiti e valutati dai giudici di merito:
-
il 9/11/2013 intorno alle 13:40 veniva rinvenuto il cadavere semi-
carbonizzato di Liotta Mario lungo una strada interpoderale;
-
in esito agli accertamenti medico-legali si è affermato che il cadavere di
Liotta era stato bruciato dopo che la vittima era stata uccisa con un colpo
sferrato con un corpo contundente alla testa e indi attinta, sempre al capo, da un
proiettile, che veniva rinvenuto ed estratto in sede di esame autoptico;
-
il cadavere venne abbandonato in un lasso di tempo compreso tra le ore
21:00 del giorno 8/11/2013 e le ore 8:30 del 9/11/2013, dopo essere stato
bruciato e avvolto nel sacco di tela in un luogo diverso;
-
nel sacco veniva rinvenuto del brecciolino che è risultato morfologicamente
analogo a quello presente in un terreno, ubicato a circa 4 km di distanza, nella
disponibilità dell'imputato CARUSO, luogo ove venivano rinvenute anche tracce
di bruciatura di sterpaglie;
- la mattina del giorno 8/11/2013 CARUSO, dopo aver cercato numerose
volte di contattare telefonicamente Liotta (ultima chiamata ore 8.52), si era
presentato presso l'abitazione di questi e, insieme, i due (il primo a bordo del
suo scooter, Liotta della propria autovettura) si sono recati da un elettrauto ove
Liotta ha lasciato l'autoveicolo; i due, quindi, si sono allontanati a bordo dello
scooter di CARUSO, condotto da Liotta;
-
tramite le riprese delle telecamere si aveva contezza della targa, del
modello e colore dello scooter, dell'abbigliamento indossato da CARUSO
(giubbotto smanicato e scarpe da tennis) e della presenza di Liotta alla guida del
mezzo; la presenza di Caruso, quale soggetto trasportato, a bordo del
ciclomotore veniva ulteriormente documentata tramite il riconoscimento nei suoi
confronti operato, attraverso la visione dei filmati, dal di lui fratello;
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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