Sentenza Nº 55830 della Corte Suprema di Cassazione, 14-12-2017

Presiding JudgeROTUNDO VINCENZO
ECLIECLI:IT:CASS:2017:55830PEN
Judgement Number55830
Date14 Dicembre 2017
CourtSesta Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti da
Frangiosa Antonello, nato il 25/02/1964 a Napoli
De Rosa Alessandro, nato il 17/12/1971 a Torre Annunziata
Taccuso Devid, nato il 30/09/1977 a Pavia
avverso la sentenza del 10/06/2016 della Corte d'appello di Napoli
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Alessandra Bassi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Agnello
Rossi, che ha concluso chiedendo che i ricorsi siano dichiarati inammissibili;
uditi i difensori, avv.ti Claudio Botti e Sergio Rando per Frangiosa e avv.
Mariarosa Carisano per Taccuso (che ha depositato copia della sentenza n.
28252/2017 di questa Corte), che hanno concluso chiedendo l'accoglimento del
ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, la Corte d'appello di Napoli, in riforma
dell'appellata sentenza del 16 ottobre 2014 del Tribunale di Torre Annunziata, ha
assolto Antonello Frangiosa dal reato associativo di cui all'art. 74 d.P.R. 9 ottobre
1990, n. 309, perché il fatto non sussiste e, con le già concesse circostanze
attenuanti generiche e la continuazione, ha ridotto ad anni cinque e mesi sei di
Penale Sent. Sez. 6 Num. 55830 Anno 2017
Presidente: ROTUNDO VINCENZO
Relatore: BASSI ALESSANDRA
Data Udienza: 17/10/2017
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
reclusione la pena al medesimo inflitta per le restanti violazioni dell'art. 73
stesso decreto di cui ai capi L) ed M). La Corte ha, quindi, confermato le
condanne inflitte ad Alessandro De Rosa e Devid Taccuso, rispettivamente alle
pene di anni dieci e mesi sei di reclusione e di anni dodici di reclusione, in
relazione alla partecipazione all'associazione per delinquere ex art. 74 d.P.R. 9
ottobre 1990, n. 309,
sub
capo A), ed alle violazioni dell'art. 73 del citato
decreto loro ascritte (quanto al De Rosa
sub
capi B) e Bb) ed al Taccuso
sub
capi
B), O), Ad), Ba), Bb).
1.1 Dopo avere sinteticamente dato conto dei motivi d'appello mossi dagli
odierni ricorrenti, la Corte territoriale ha rilevato che il presente procedimento si
è sviluppato sulla scorta delle emergenze di un'altra indagine e, quindi, degli esiti
delle intercettazioni disposte nei confronti di Antonio Di Palma, soggetto posto al
vertice di un'organizzazione criminale finalizzata al traffico di consistenti
quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed
hashish,
già giudicato in
primo grado e ritenuto responsabile - in unione al sodale coimputato Antonio
Sauchella - del delitto di cui all'art. 74 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (con
sentenza ex artt. 438 e seguenti cod. proc. pen. del 6 dicembre 2013 del Gup
del Tribunale di Napoli).
Il Collegio partenopeo ha evidenziato come le operazioni d'intercettazione
abbiano consentito di pervenire al sequestro di diversi quantitativi di sostanza
nonché all'arresto in flagranza di alcuni soggetti, consentendo così di dare corpo
all'ipotesi accusatoria, suffragando l'interpretazione dei termini convenzionali
utilizzati dagli interlocutori nei dialoghi monitorati, di delineare la struttura
organizzativa, identificando le persone coinvolte, con i diversi ruoli,
nell'organigramma societario, e di individuare i mezzi di trasporto impiegati nelle
operazioni criminose nonché le carte poste pay utilizzate per i pagamenti dello
stupefacente e per creare un fondo cassa. Il Collegio del gravame ha ribadito
l'insegnamento di questa Suprema Corte, alla stregua del quale - ai fini della
configurabilità dell'associazione disciplinata dall'art. 74 d.P.R. 9 ottobre 1990, n.
309 - non è indispensabile che tutti i concorrenti necessari agiscano per
soddisfare i medesimi scopi, utilità od interessi, potendo ritenersi intranei al
gruppo anche quei soggetti che siano dediti all'importazione o alla fornitura dello
stupefacente come i piccoli spacciatori, a condizione che sia ravvisabile una
relazione stabile che travalichi la veste di mera controparte delle singole
operazioni negoziali e sia idonea a facilitare consapevolmente lo svolgimento
dell'intera attività criminale e la produzione del profitto illecito.
1.2. Sulla scorta delle evidenze acquisite al processo e dei principi di diritto
appena delineati, la Corte ha ritenuto provato che De Rosa e Taccuso si
rifornissero stabilmente di stupefacente da Di Palma, ricevessero lo stupefacente
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