Sentenza Nº 55737 della Corte Suprema di Cassazione, 13-12-2017

Presiding JudgeSETTEMBRE ANTONIO
ECLIECLI:IT:CASS:2017:55737PEN
Judgement Number55737
Date13 Dicembre 2017
CourtQuinta Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
DE LUCA GREGORIO nato il 19/03/1978 a VIBO VALENTIA
MURANO MASSIMO nato il 24/09/1973 a BUSTO ARSIZIO
LO BIANCO FRANCESCO nato il 27/04/1974 a VIBO VALENTIA
TRIPODI ANTONIO MARIO nato il 10/04/1964 a BRIATICO
TRIPODI NICOLA nato il 04/10/1948 a BRIATICO
TRIPODI SANTE MARIO nato il 02/11/1973 a VIBO VALENTIA
VITA SALVATORE ANTONIO nato il 25/05/1975 a VIBO VALENTIA
avverso la sentenza del 26/04/2016 della CORTE APPELLO di CATANZARO
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ALFREDO GUARDIANO
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore GIANLUIGI
PRATO LA
che ha concluso per
Il Proc. Gen. conclude per il rigetto di tutti i ricorsi
Udito il difensore
Per le parti civili:
Avv. Giuseppe Lavigna si riporta alle conclusioni che deposita unitamente a nota
Penale Sent. Sez. 5 Num. 55737 Anno 2017
Presidente: SETTEMBRE ANTONIO
Relatore: GUARDIANO ALFREDO
Data Udienza: 22/09/2017
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
spese;
Avv. Caterina De Luca si riporta alle conclusioni depositate con nota spese.
Per i ricorrenti:
l'avvocato GATTO ALFREDO del foro di ROMA in difesa di VITA SALVATORE
ANTONIO illustra alla Corte le doglianze mosse alla sentenza a sostegno della
sua richiesta di annullamento;
l'avvocato ROTUNDO SERGIO in qualità di sostituto dell'avv. Contestabile in
difesa di Murano Massimo si riporta integralmente al ricorso; per i suoi assistiti -
Vita Salvatore Antonio e De Luca Gregorio - espone il contenuto dei motivi di
ricorso insistendo per il loro accoglimento;
l'avvocato TORCHIA ANSELMO in difesa di Tripodi Antonio Mario; Tripodi Nicola;
Tripodi Sante Mario e Lo Bianco Francesco ripercorre le argomentazioni difensive
chiedendo l'accoglimento dei motivi di gravame.
2
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
FATTO E DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe la corte di appello di Catanzaro, in
accoglimento dell'appello proposto dal pubblico ministero, dichiarava
Tripodi Sante Mario colpevole dei reati ascrittigli nei capi a); f) e g)
dell'imputazione; Tripodi Antonio Mario e Lo Bianco Francesco colpevoli
del reato loro ascritto nel capo g), con conseguente condanna del Lo
Bianco alla pena ritenuta di giustizia e rideterminazione dell'entità del
trattamento sanzionatorio in senso più sfavorevole ai suddetti Tripodi
Sante Mario e Tripodi Antonio Mario, così riformando la sentenza, nel
resto confermata, con cui il giudice per le indagini preliminari presso il
tribunale di Catanzaro, decidendo in sede di giudizio abbreviato, aveva,
da un lato, condannato, ciascuno alla pena ritenuta di giustizia, in
relazione ai reati loro rispettivamente ascritti, 1) De Luca Gregorio (capi
o e p); 2) Murano Massimo (capo v); 3) Tripodi Antonio Mario (capi a; d
ed e); 4) Tripodi Sante Mario (capo e1); 5) Tripodi Nicola (capi a; b; h
ed i); 6) Vita Salvatore (capi a; el; fl; I ed m), dall'altro, assolto Tripodi
Antonio Mario e Lo Bianco Francesco dal reato di cui al capo g), perché il
fatto non sussiste; Tripodi Sante Mario dai reati di cui ai capi a), per non
aver commesso il fatto, f) e g), perché il fatto non sussiste; Vita
Salvatore dai reati di cui ai capi cl) ed n), dichiarando, infine, non
doversi procedere nei confronti di Tripodi Nicola, in ordine al delitto di
cui al capo B), perché estinto per prescrizione.
L'assunto accusatorio è incentrato sull'affermazione dell'esistenza di
un'associazione a delinquere di stampo mafioso (cd. cosca Tripodi),
facente capo a Tripodi Nicola ed ai suoi fratelli, attiva in Porto Salvo di
Vibo Valentia, in Roma ed in altre parti del territorio nazionale, dedita ad
acquisire commesse ed appalti in materia di lavori pubblici, nel
comprensorio vibonese e sul territorio nazionale, attraverso la forza di
intimidazione scaturente dal vicolo associativo, utilizzando,
prevalentemente, anche se non esclusivamente, una serie di ditte
fittiziamente intestate a terzi, associazione rispetto alla quale si
configurano come reati-fine soprattutto i singoli delitti ex art. 12
(
Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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