Sentenza Nº 55227 della Corte Suprema di Cassazione, 10-12-2018

Presiding JudgeCERVADORO MIRELLA
ECLIECLI:IT:CASS:2018:55227PEN
Judgement Number55227
Date10 Dicembre 2018
CourtSeconda Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
FAVA ANTONIO
nato il 03/06/1962 a TAURIANOVA
avverso l'ordinanza del 13/07/2018 del TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Piero MESSINI D'AGOSTINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Olga
MIGNOLO, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore avv. Maria Teresa CACCAMO, che ha concluso per
l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 13/7/2018 il Tribunale di Reggio Calabria, in sede di
riesame, confermava l'ordinanza in data 14/6/2018 con la quale il G.i.p. del
Tribunale di Reggio Calabria aveva applicato la misura cautelare della custodia in
carcere ad Antonio Fava, gravemente indiziato di vari delitti commessi in
concorso con diversi soggetti e, in particolare:
1
Penale Sent. Sez. 2 Num. 55227 Anno 2018
Presidente: CERVADORO MIRELLA
Relatore: MESSINI D'AGOSTINI PIERO
Data Udienza: 27/11/2018
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
- di tentata estorsione pluriaggravata continuata e turbata libertà degli
inca
.
nti (capo A), realizzate quale istigatore morale e beneficiario della condotta,
unitamente al fratello Francesco Fava, servendosi degli esecutori materiali Luigi
Bartolo, Edoardo Faiello ed Eduardo Perri, autori delle minacce rivolte a Leonzio
Tedesco, legale rappresentante della "Dog Center" s.a.s., società alla quale, a
seguito di gara di appalto indetta dal Comune di Taurianova, era stato
provvisoriamente assegnato il servizio di custodia ed assistenza dei cani randagi.
Agli indagati, nella imputazione provvisoria, veniva contestato di avere tentato di
costringere Tedesco a rinunciare all'esecuzione del servizio, così da favorire i
fratelli Fava, gestori della società "Happy Dog" s.r.I., già affidataria del servizio,
estromessa dalla partecipazione a detta gara a causa della misura interdittiva
"antimafia" emessa dal Prefetto di Reggio Calabria. I fratelli Fava avevano
progettato di partecipare ad una successiva gara per il medesimo servizio con
una nuova società (la "Rifugio Canino II Parco" s.r.I.), intestata ai prestanome
Cogliandro Loredana e Ferraro Antonio;
-
di illecita concorrenza con minaccia pluriaggravata (capo C), per essersi
avvalso, unitamente al fratello, di compiacenti rappresentanti delle associazioni
animaliste locali e di funzionari pubblici dell'ASP per attuare, rispettivamente,
campagne mediatiche denigratorie nei confronti dell'impresa di Tedesco nonché
ostacoli di ordine burocratico al fine di impedire l'affidamento del servizio di
custodia e cura dei cani randagi di Taurianova alla "Dog Center" e di
avvantaggiare le società gestite dai fratelli Fava;
-
di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal nesso teleologico
(capo B), in relazione all'attribuzione fittizia a detti prestanome della titolarità del
complesso di beni e servizi prima afferenti la società "Happy Dog", ceduti alla
"Rifugio Canino II Parco" s.r.l. al fine di eludere le disposizioni in materia di
prevenzione patrimoniale e di permettere ai fratelli Fava di partecipare a gare
pubbliche;
-
di truffa aggravata in danno del Comune di Reggio Calabria (capo E),
che affidò alla nuova società il servizio di custodia e mantenimento dei cani, non
essendo a conoscenza che la stessa fosse riconducibile ai gestori della "Happy
Dog" s.r.I., colpita da misura interdittiva antimafia.
2. Propone ricorso Antonio Fava, a mezzo del proprio difensore di fiducia,
chiedendo l'annullamento dell'ordinanza per i seguenti motivi.
2.1. Violazione di legge e vizio motivazionale in relazione agli artt. 27
Cost., 56-629, 353 cod. pen., 273 e 192, comma 2, cod. proc. pen., sotto due
profili.
2
Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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