Sentenza Nº 52512 della Corte Suprema di Cassazione, 21-11-2018

Presiding JudgeTARDIO ANGELA
ECLIECLI:IT:CASS:2018:52512PEN
Judgement Number52512
Date21 Novembre 2018
CourtPrima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI TORINO
dalla parte civile LENZI ANNA nato a VENARIA REALE il 29/09/1958
dalla parte civile MOLLO GIULIA nato a VENARIA REALE il 29/06/1987
nel procedimento a carico di:
DIGLIO NINO nato a TORINO il 01/11/1968
avverso la sentenza del 24/03/2017 della CORTE ASSISE APPELLO di TORINO
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GAETANO DI GIURO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore PAOLO CANEVELLI
che Ira corrertrso chiedend-o
tPt conclude chiedendo l'inammissibilità di entrambi i ricorsi.
udito il difensore
L'avvocato DE NARDO MAURIZIO del foro di TORINO in difesa di LENZI ANNA e MOLLO
GIULIA(parti civili) conclude chiedendo l'annullamento della sentenza impugnata
depositando conclusioni e nota spese.
L'avvocato RONCO MAURO del foro di TORINO in difesa di DIGLIO NINO conclude
chiedendo il rigetto di entrambi i ricorsi.
Penale Sent. Sez. 1 Num. 52512 Anno 2018
Presidente: TARDIO ANGELA
Relatore: DI GIURO GAETANO
Data Udienza: 12/04/2018
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di assise di appello di
Torino, in riforma della pronuncia della Corte di assise di Torino, che
dichiarava Nino Diglio responsabile del delitto di omicidio aggravato dalla
premeditazione in danno di Ezio Mollo, in concorso con Maurizio Marcianò
già condannato con sentenza irrevocabile, e lo condannava,
riconosciutegli le circostanze attenuanti generiche prevalenti sulla
premeditazione, alla pena di anni 18 di reclusione e al pagamento delle
spese processuali, oltre che al risarcimento dei danni in favore delle parti
civili e alla refusione delle spese sostenute dalle medesime, ha assolto
l'imputato in ordine a detto delitto per non aver commesso il fatto.
Il delitto risulta avvenuto il 25 febbraio 2008 in Venaria Reale,
allorquando Ezio Mollo, appena uscito dal garage della sua abitazione
venne attinto da due colpi di arma da fuoco, sparati da Maurizio
Marcianò, di cui uno al torace con sezione dell'arteria e del polmone
destro ed emitorace, che ne provocò la morte quasi immediatamente per
la massiva emorragia causata. Il movente del delitto veniva individuato
nella morbosa gelosia di Marcianò nei confronti di Mollo, per la relazione
di questi con Sabina Campolo, moglie separata del primo e madre dei
suoi figli. Invero, solo pochi giorni prima del delitto, il 21 febbraio 2008,
Marcianò che si trovava col proprio figlio a bordo della propria auto,
aveva visto la moglie sull'auto di Mollo; circostanza riferita dallo stesso
omicida.
Passando alla valutazione del concorso dell'odierno imputato con
l'esecutore materiale dell'omicidio, la Corte rileva che allo stesso è
contestato di avere "caldeggiato" e "rafforzato" il proposito di Marcianò,
di avere "cooperato" nella preordinazione del delitto con suggerimenti ed
indicazioni nonché nella fase successiva al delitto, trasportando l'omicida
con la propria auto dal luogo ove aveva nascosto gli abiti e l'arma sino
alla sua abitazione. Sottolinea come l'interessamento per Diglio da parte
degli inquirenti non sia derivato dalle dichiarazioni di Marcianò, che
inizialmente si addossò la responsabilità esclusiva del fatto, ma dalla
circostanza che il primo si presentò spontaneamente ai Carabinieri per
riferire che la sera precedente era stato contattato telefonicamente da
Marcianò e su sua richiesta lo aveva accompagnato a casa.
La sentenza di primo grado ha ritenuto la penale responsabilità di
Diglio sulla base della chiamata in correità del Marcianò. Questi, dopo le
1
Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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