Sentenza Nº 51943 della Corte Suprema di Cassazione, 24-12-2019

Presiding JudgeIASILLO ADRIANO
ECLIECLI:IT:CASS:2019:51943PEN
Date24 Dicembre 2019
Judgement Number51943
CourtPrima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI NAPOLI
nel procedimento a carico di:
CASILLO FRANCESCO nato a TORRE ANNUNZIATA il 20/04/1973
avverso la sentenza del 11/04/2018 della CORTE ASSISE APPELLO di NAPOLI
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere RAFFAELLO MAGI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore ANTONIETTA PICARDI
che ha concluso chiedendo
Il P.G. conclude chiedendo l'accoglimento del ricorso del P.G. e l'annullamento con
rinvio della sentenza impugnata alla Corte di Appello.
udito il difensore
L'avvocato SENESE SAVERIO del foro di NAPOLI in difesa di CASILLO FRANCESCO
conclude chiedendo l'inammissibilità del ricorso del P.G. e in subordine il rigetto.
L'avvocato MANCUSO LIBERO del foro di FERRARA in difesa di CASILLO FRANCESCO
conclude chiedendo il rigetto del ricorso del P.G.
Penale Sent. Sez. 1 Num. 51943 Anno 2019
Presidente: IASILLO ADRIANO
Relatore: MAGI RAFFAELLO
Data Udienza: 01/10/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1.
La decisione di primo grado.
1.1 Con sentenza emessa in data 15 luglio 2015 la Corte di Assise di Napoli ha
affermato la penale responsabilità di Casillo Francesco per concorso in omicidio.
Il fatto oggetto di giudizio è rappresentato da un duplice omicidio, avvenuto in
Terzigno, in data 10 febbraio 2007.
Le vittime di tale delitto sono due fratelli, Manzo Marco e Manzo Maurizio.
Casillo Francesco è stato tratto a giudizio in qualità di concorrente.
L'omicidio, per come emerso dalle attività investigative riportate nella decisione, è
ascrivibile alla azione di gruppi mafiosi operanti nei territori posti a sud-est della
città di Napoli.
Secondo l'accusa i mandanti sono Birra Giovanni e Zeno Stefano, reggenti del clan
Birra-Iacomino .
li clan Birra, in quel periodo era in stretta alleanza con i Gionta di Torre Annunziata
ed i Lo Russo di Secondigliano.
I fratelli Manzo erano stati legati, in precedenza, al clan Ascione-Papale
storicamente contrapposto al clan Birra.
1.2 La Corte di Assise di Napoli - per quanto qui rileva - ha ritenuto fondata l'accusa
nei confronti di Casillo Francesco e lo ha condannato alla pena dell'ergastolo con
isolamento diurno per la durata di mesi quattro.
Le fonti di prova a carico del Casillo, per come illustrate nella prima decisione, sono
essenzialmente rappresentate da dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia.
La decisione di primo grado analizza la personalità ed i contributi di :
-
Scarrone Agostino (ritenuto intraneo al clan Birra-Iacomino);
-
Raimo Francesco (ritenuto intraneo al clan Birra-Iacomino) ;
-
Savino Giovanni (già intraneo al clan Birra );
-
Albano Francesco (aderente al gruppo cd. Piano Napoli, di cui faceva parte lo
stesso Casillo Francesco, sia pure con autonomia operativa nel settore dello spaccio
di stupefacenti) ;
-
Del Lavale Aldo (ritenuto aderente al gruppo del Chierchia, collegato ai Gionta) ;
-
Montella Alessandro (narcotrafficante) ;
-
Guarracino Pietro (ritenuto aderente al medesimo gruppo del Casillo) ;
-
Gargiulo Giulio (ritenuto aderente al medesimo gruppo del Casillo) ;
-
Palumbo Michele (ritenuto aderente al clan Gionta) ;
-
Esposito Vincenzo (ritenuto aderente al clan Birra) ;
-
Iacomino Costantino (reggente del clan insieme a Birra, all'epoca detenuto) ;
2
Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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