Sentenza Nº 49317 della Corte Suprema di Cassazione, 15-12-2015

Presiding JudgeFRANCO AMEDEO
ECLIECLI:IT:CASS:2015:49317PEN
Judgement Number49317
Date15 Dicembre 2015
CourtTerza Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da
Clark Stephen
avverso la ordinanza del 03-05-2012 del Gip presso il tribunale di Pesaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Vito Di Nicola;
Lette le conclusioni del Procuratore Generale che ha chiesto l'annullamento con
rinvio al Gip presso il tribunale di Pesaro quale giudice dell'esecuzione per nuovo
giudizio;
udito per il ricorrente
Penale Sent. Sez. 3 Num. 49317 Anno 2015
Presidente: FRANCO AMEDEO
Relatore: DI NICOLA VITO
Data Udienza: 27/10/2015
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 3 maggio 2012 il Giudice per le indagini preliminari del
tribunale di Pesaro, quale giudice chiamato a decidere
ex
art. 667, comma 4,
cod. proc. pen. sulla opposizione avverso l'ordinanza emessa il 10 febbraio 2010
dallo stesso Ufficio quale giudice dell'esecuzione, ha respinto la richiesta di
revoca della confisca della statua bronzea denominata
"L'atleta vittorioso"
attribuibile all'artista greco Lisippo e attualmente collocata in California (USA)
presso il Getty Museum.
Il Giudice per le indagini preliminari ha emesso l'ordinanza impugnata al
termine dell'udienza tenuta il 28 febbraio 2012 con le forme dell'art. 127 cod.
proc. pen. alla presenza delle parti interessate provvedendo in conformità della
decisione con cui questa Corte aveva qualificato come atto di opposizione in fase
esecutiva il ricorso proposto dal sig. Clark avverso l'ordinanza del Giudice per le
indagini preliminari in data 10 febbraio 2010 sopra richiamata.
2. I fatti che hanno condotto alla emanazione del provvedimento
impugnato sono dettagliatamente riportati nel provvedimento stesso, nella
precedente ordinanza del 10 febbraio 2010, nell'atto di ricorso e nello scritto,
qualificato
"controricorso",
che l'Avvocatura generale dello Stato nell'interesse
del Ministero per ì beni e le attività culturali ha depositato in data 30 luglio 2012
presso il tribunale di Roma e che è pervenuto al tribunale di Pesaro in data 6
agosto 2012.
Tutto ciò autorizza la Corte a una più sintetica esposizione della vicenda nei
termini che seguono.
3. La statua in bronzo fu agganciata in acqua con le reti da alcuni
pescatori a bordo di due motopescherecci (comandati dai sigg. Pirani e Ferri)
nell'estate del 1964 e quindi portata a terra presso il porto di Fano senza essere
denunciata alle autorità competenti e nascosta presso l'abitazione del sig. Felici,
amico di Ferri, in Carrara di Fano.
Ceduta ai sigg. Barbetti, antiquari, la statua fu trasferita a Gubbio e
nascosta presso l'abitazione di un sacerdote, Giovanni Nagni, fino al mese di
maggio 1965; nel frattempo, infatti, nel mese di aprile 1965 era pervenuta ai
Carabinieri la notizia di un viaggio dei sigg. Barbetti in Germania per vendere
una statua di valore ed erano state poco dopo eseguite inutilmente attività di
perquisizione domiciliare in danno dei presunti possessori.
Le indagini in corso ad opera della Procura della Repubblica presso il
tribunale di Perugia ipotizzavano a carico dei sigg. Pietro Fabio e Giacomo
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