Sentenza Nº 48642 della Corte Suprema di Cassazione, 24-11-2014

Presiding JudgeDI VIRGINIO ADOLFO
ECLIECLI:IT:CASS:2014:48642PEN
Date24 Novembre 2014
Judgement Number48642
CourtSesta Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi
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Q.
E
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De Angelis Massimiliano, nato a Roma il 15/07/1971
Giarnera Massimiliano, nato a Roma il 10/03/1973
Fabbri Alessio, nato a Roma il 23/11/1981
avverso la sentenza della Corte di assise d'appello di Roma dell'11/12/2012
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Guglielmo Leo;
udito il Procuratore generale, in persona del sostituto dott. Francesco Mauro
Iacoviello, che ha concluso chiedendo che siano dichiarati inammissibili i ricorsi
degli imputati, e che la sentenza impugnata, in accoglimento del ricorso del
Procuratore generale, sia annullata senza rinvio limitatamente all'applicazione
delle diminuzioni di pena
ex
art. 442 cod. proc. pen.;
udito il Difensore della parte civile costituita, avv. David Terracina,
che ha
chiesto dichiararsi inammissibili o rigettarsi i ricorsi degli imputati;
Penale Sent. Sez. 6 Num. 48642 Anno 2014
Presidente: DI VIRGINIO ADOLFO
Relatore: LEO GUGLIELMO
Data Udienza: 11/07/2014
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
udito il Difensore degli imputati ricorrenti, avv. Claudio Sforza, anche quale
sostituto dell'avv. Marco Lucentini, che ha chiesto rigettarsi il ricorso del
Procuratore generale ed accogliersi i ricorsi difensivi.
RITENUTO IN FATTO
1. È impugnata la sentenza della Corte di assise d'appello di Roma,
dell'11/12/2012, con la quale è stata parzialmente riformata la sentenza della
locale Corte di assise, in data 13/12/2011, di condanna degli odierni ricorrenti,
tra l'altro, per più delitti di sequestro di persona a scopo di estorsione commessi
in danno di Nazzareno Fagiani.
1.1. Il procedimento è scaturito dalla denuncia e dalle successive deposizioni
del citato Fagiani, il quale aveva accusato Massimiliano De Angelis, Massimiliano
Giarnera ed Alessio Fabbri di averlo per due volte sequestrato, al fine di ottenere
il pagamento di una partita di cocaina che lo stesso Fagiani avrebbe ricevuto in
conto vendita.
In particolare il denunciante,
ex
antiquario dedicatosi al commercio di
stupefacenti per fronteggiare una propria marcatissima dipendenza, avrebbe più
volte distribuito droga proveniente da De Angelis e Giarnera. Nell'estate del
2009, avendo i suoi interlocutori ricevuto due chili di cocaina da un non meglio
identificato gruppo di napoletani, Fagiani s'era incaricato di venderne un chilo a
propria cura, e l'aveva in parte già fatto. Egli tuttavia avrebbe subito il furto della
droga residua e del denaro ricavato ad opera di ignoti, ed avrebbe interrotto i
contatti con i suoi fornitori, non sapendo come versare loro i 50.000,00 euro
concordati per la fornitura. Il giorno dopo la mancata sua presenza ad un
appuntamento già fissato, Fagiani aveva visto irrompere in casa sua i tre
imputati, che l'avevano portato via, lasciando libera una donna che si trovava in
sua compagnia (la teste Fabiani). La persona offesa era stata costretta a dormire
in un piccolo albergo, ed era stata liberata dopo un accesso in banca, nel corso
del quale aveva convinto i suoi interlocutori che avrebbe potuto acquisire
liquidità disinvestendo un suo cespite.
Qualche giorno dopo, avendo tale Maria Rosaria Riuzzi (collaboratrice
familiare della madre di Fagiani) assunto un ruolo di mediazione, i tre ricorrenti
avevano nuovamente preso in consegna lo stesso Fagiani, portandolo prima dalla
Riuzzi (che aveva smorzato le aspettative di prossimi incassi del debitore in forza
di aiuti della madre) e poi costringendolo a stare con loro per alcuni giorni ed
alcune notti (parte delle quali trascorse in un immobile del Fabbri). I
sequestratori gli avevano però lasciato la disponibilità di un telefono cellulare,
tanto che Fagiani aveva scritto dei messaggi alla
ex
moglie, Carolina Caiati, la
2
f
Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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