Sentenza Nº 46404 della Corte Suprema di Cassazione, 14-11-2019

Presiding JudgePETRUZZELLIS ANNA
ECLIECLI:IT:CASS:2019:46404PEN
Date14 Novembre 2019
Judgement Number46404
CourtSesta Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Trapani
avverso l'ordinanza emessa 1'08/04/2019 dal Tribunale della libertà di Palermo
nel procedimento nei riguardi di Genco Paolo, nato a Salemi il 06/09/1954
udita la relazione svolta dal Consigliere, Pietro Silvestri;
udito il Sostituto Procuratore Generale, dott.ssa Maria Giuseppina Fodaroni, che
ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata;
udita l'avv. ssa Cinzia Calafiore, difensore dell'indagato, che ha concluso
chiedendo il rigetto del ricorso;
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale del riesame di Palermo, dichiarata l'incompetenza per territorio del
Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Trapani "in favore del GIP
presso il Tribunale di Palermo" ha annullato l'ordinanza con cui era stata disposta la
misura cautelare della custodia carcere nei riguardi di Genco Paolo, ritenuto
gravemente indiziato dei reati di corruzione propria (contestata alle imputazioni
provvisorie di cui ai capi 1-3-11 dell'ordinanza genetica del titolo cautelare) e di
tentata concussione aggravata (capi 4-5).
Penale Sent. Sez. 6 Num. 46404 Anno 2019
Presidente: PETRUZZELLIS ANNA
Relatore: SILVESTRI PIETRO
Data Udienza: 29/10/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
1.1. La tesi accusatoria è che Genco, quale legale rappresentante dell'ente di
formazione A.N.F.E. (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati) e della Direzione Sicilia
dello stesso ente, ritenuto organismo di diritto pubblico, avrebbe assunto la qualifica di
pubblico ufficiale e, in tale veste, sarebbe stato autore di un patto corruttivo con Lo
Sciuto Giovanni, membro dell'assemblea regionale siciliana, componente e vice
presidente della V Commissione - Cultura, Formazione e Lavoro, nonché componente
della Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia,
anch'egli, quindi, pubblico ufficiale.
L'oggetto del patto corruttivo tra Genco e Lo Sciuto sarebbe consistito nel
garantire, ognuno per la propria sfera di competenza, un asservimento reciproco e
sistematico della funzione, attraverso il compimento di atti contrari ai doveri d'ufficio.
L'accordo illecito sarebbe stato strumentale ad assicurare da parte di Lo Sciuto a
Genco - ed all'ente da questi rappresentato - i finanziamenti pubblici erogati dalla
Regione Sicilia attraverso il condizionamento sistematico, l'interferenza e la ingerenza
continua nei procedimenti relativi alla adozione di determine amministrative per
l'accreditamento dei contribuiti in questione; in cambio di tale asservimento, Genco
avrebbe assicurato a Lo Sciuto la possibilità di assumere presso l'A.N.F.E. persone da
questi indicate, così consentendo una crescita del consenso elettorale dello stesso Lo
Scuto e il mantenimento di una rete di rapporti clientelari in grado di assicurargli il
successo nelle successive competizioni elettorali (così testualmente il Tribunale della
libertà a pag. 26 della ordinanza impugnata).
Dunque, secondo la Pubblica accusa ed il Giudice per le indagini preliminari di
Trapani, un accordo corruttivo quadro, generale, avente ad oggetto una serie di atti
contrari ai doveri di ufficio; in ragione di tale accordo generale sarebbero stati
compiuti ulteriori episodi corruttivi (capi 3-11), nonché le tentate concussioni, di cui
ai capi 4) e 5).
L'insieme dei reati per cui si procede, ma anche gli altri reati che nello stesso
procedimento sono stati contestati ad altri coindagati, sarebbe espressione della
attuazione del programma criminale oggetto di un'associazione criminale segreta,
riconducibile allo stesso Lo Sciuto (capo 29 ordinanza genetica).
2. Il Tribunale del riesame di Palermo ha d'ufficio ritenuto non sussistente la
competenza territoriale del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trapani;
secondo il Tribunale, tutti i reati oggetto del procedimento - dunque non solo quelli
attribuiti all'odierno ricorrente - sarebbero tra loro connessi, ai sensi dell'art. 12, lett.
b)- c), cod. proc. pen., in un contesto strumentale alla attuazione del programma
dell'associazione criminale segreta ed al patto corruttivo quadro, di cui al capo 1).
Nell'ambito di detta connessione generalizzata e totalizzante tra tutti i reati oggetto
del procedimento, rileverebbe, ai fini della individuazione del giudice competente per
2
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