Sentenza Nº 43387 della Corte Suprema di Cassazione, 23-10-2019

Presiding JudgeRAGO GEPPINO
ECLIECLI:IT:CASS:2019:43387PEN
Judgement Number43387
Date23 Ottobre 2019
CourtSeconda Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
Novizio Ciro, nato a Napoli il 20/03/1959
Abbruzzese Maria, nata a Napoli il 22/10/1965
avverso la sentenza del 29/01/2019 della Corte di Appello di Napoli
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere Marco Maria Alma;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Luigi
Cuomo, che ha concluso chiedendo il rigetto dei ricorsi;
uditi i difensori, avv. Franco Carlo Coppi (che ha concluso per Ciro Novizio) e
avv. Giovanni Battista Vignola (che ha concluso per entrambi gli imputati) i quali
hanno chiesto l'accoglimento dei ricorsi con conseguente annullamento senza
rinvio della sentenza impugnata.
RITENUTO IN FATI
-
0
1. Con sentenza in data 29 gennaio 2019 la Corte di Appello di Napoli ha
confermato la sentenza in data 19 marzo 2015 del Tribunale di Napoli con la
quale Ciro Novizio e Maria Abbruzzese erano stati dichiarati colpevoli a titolo di
concorso di due reati di impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita
Penale Sent. Sez. 2 Num. 43387 Anno 2019
Presidente: RAGO GEPPINO
Relatore: ALMA MARCO MARIA
Data Udienza: 08/10/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
(artt. 110, 81, 648-ter cod. pen.) e, previo riconoscimento del vincolo della
continuazione tra i reati contestati, condannati a pene ritenute di giustizia. Con
la stessa sentenza è stata confermata la confisca disposta dal Tribunale ex art.
12-sexies
I. 356/1992 dei beni in sequestro riferibili agli imputati.
In estrema sintesi, nel capo A della rubrica delle imputazioni si contesta al
Novizio ed alla Abbruzzese (il primo legale rappresentante e socio di
maggioranza della società Eden S.r.l. e la seconda socio di minoranza della
stessa società) di avere acquistato un fabbricato sito in Napoli, Corso Novara n.
9, poi adibito ad esercizio di attività alberghiera, impiegando nell'attività di
impresa denaro beni ed utilità per un valore complessivo di oltre due milioni di
euro del quale conoscevano l'illecita provenienza perché oggetto, in tutto od in
parte, del reinvestimento dei profitti conseguiti da Antonio Novizio (padre
dell'odierno imputato - ndr.) con operazioni di finanziamento del commercio
all'ingrosso di merce contraffatta o rubata, di attività di usura o, ancora, da
omessa fatturazione e/o evasione fiscale riferibili ad attività di gioielleria e della
società Autonovizio S.r.l. (indicata nelle imputazioni come Autoservizi S.r.l.)
sempre gestite da Antonio Novizio.
Nel capo B della rubrica delle imputazioni la contestazione è analoga ed è
relativa all'acquisto - sempre attraverso l'utilizzo dei proventi derivanti dalle
indicate attività illecite poste in essere da Antonio Novizio - da parte di Ciro
Novizio e della Abbruzzese (il primo legale rappresentante e socio di
maggioranza della società Clarean S.r.l. e la seconda socio di minoranza della
stessa società) di un fabbricato sito in Napoli, Corso Garibaldi n. 49, poi adibito
ad esercizio di attività alberghiera,
I fatti-reato di cui alle imputazioni sono contestati come consumati a partire
dal 2002 e "con condotta in corso".
2. Ricorrono per Cassazione avverso la predetta sentenza i difensori degli
imputati, deducendo:
2.1. per entrambi gli imputati (ricorso sottoscritto dagli avv.ti Giovanni
Battista Vignola e Giovanni Cerino):
2.1.1. Violazione degli artt. 521 e 522 cod. proc. pen. in relazione ai capi A e
B della rubrica in conseguenza della contestazione - irritualmente effettuata ex
art. 516 cod. proc. pen. nel corso dell'udienza del 3 dicembre 2014 - di un fatto
nuovo.
Rileva al riguardo la difesa dei ricorrenti che mentre negli originari capi di
imputazione l'illecita provenienza del denaro reimpiegato negli acquisiti di cui si è
detto era limitata al traffico all'ingrosso di merce contraffatta ed all'attività di
usura poste in essere da Antonio Novizio, nel corso dell'udienza del 3 dicembre
2
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