Sentenza Nº 41799 della Corte Suprema di Cassazione, 14-09-2017

Presiding JudgeSAVANI PIERO
ECLIECLI:IT:CASS:2017:41799PEN
Date14 Settembre 2017
Judgement Number41799
CourtSezione Feriale (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
1)
Massimino Rocco,
nato il 03/01/1952;
2)
Bennardo Rocco,
nato il 04/05/1933;
Avverso la sentenza n. 993/2016 emessa il 16/02/2017 dalla Corte di
appello di Catania;
Udita la relazione svolta dal Consigliere dott. Alessandro Centonze;
Udito il Procuratore generale, in persona del dott. Paolo Canevelli, che ha
concluso per il rigetto dei ricorsi;
Udito per la parte civile l'avv. Pietro Patti;
Udito per i ricorrenti l'avv. Maurizio Abbascià;
Penale Sent. Sez. F Num. 41799 Anno 2017
Presidente: SAVANI PIERO
Relatore: CENTONZE ALESSANDRO
Data Udienza: 22/08/2017
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RILEVATO IN FATTO
1.
Con sentenza emessa il 18/09/2015 il Tribunale di Catania giudicava
Rocco Massimino e Rocco Bennardo colpevoli del reato di cui agli artt. 61,
comma primo, n. 7, 110 e 629 cod. pen., condannandoli alla
pena
di anni
cinque, mesi sei di reclusione e 1.000,00 euro di multa, oltre alle pene
accessorie di legge.
Gli imputati, inoltre, venivano condannati al pagamento delle spese
processuali, al risarcimento dei danni in favore della parte civile costituita da
liquidarsi con separato giudizio e al pagamento di una provvisionale
immediatamente esecutiva di 15.000,00 euro.
2.
Con sentenza emessa il 16/02/2017 la Corte di appello di Catania,
pronunciandosi sull'impugnazione proposta dagli imputati, in riforma della
decisione appellata, esduso l'aumento per l'aggravante del nesso teleologico,
rideterminava la pena irrogata agli imputati in anni cinque, mesi tre di reclusione
e 1.000,00 euro di multa.
La sentenza, nel resto, veniva confermata.
3.
Da entrambe le sentenze di merito, unicamente divergenti sotto il profilo
dell'aggravante del nesso teleologico, riconosciuta dal Giudice di primo grado ed
esclusa dalla Corte di appello di Catania, emergeva che il Massimino e il
Bennardo, agendo in concorso tra loro, inducevano Benedetto Macaronio a
rilasciare una revoca liberatoria della procura generale che era stata
precedentemente rilasciata agli imputati.
Questa procura era stata rilasciata con atto notarile del 29/02/1996, con il
quale Benedetto Macaronio sottoscriveva una procura generale a favore degli
imputati, che venivano autorizzati a compiere, in suo nome, gli atti di ordinaria e
straordinaria amministrazione dei beni ereditati
mortis causa
da Rosario
Macaronio.
Tale procura generale veniva successivamente revocata, con una scrittura
privata non autenticata datata 28/01/2005, da Benedetto Macaronio, il quale
dichiarava di non avere nulla a pretendere dagli imputati, del cui legittimo
operato aveva piena contezza, in conseguenza dei rendiconti periodicamente
fornitigli.
Infine, il 25/02/2011 lo stesso Bendetto Macaronio denunciava gli imputati,
accusandoli di avergli estorto la revoca dell'originaria procura generale,
minacciandolo di non restituirgli la somma di 140.000,00 euro, che gli era
dovuta per l'acquisto di due appartamenti a lui pervenuti in eredità da Rosario
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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