Sentenza Nº 40985 della Corte Suprema di Cassazione, 24-09-2018

Presiding JudgeCARCANO DOMENICO
ECLIECLI:IT:CASS:2018:40985PEN
Date24 Settembre 2018
Judgement Number40985
CourtSezioni Unite (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
1.
Di Maro Isidoro, nato a Napoli il 11/12/1973
2.
Greco Napolano Gaetana, nata a Napoli il 10/11/1976
avverso l'ordinanza del 19/07/2017 del Tribunale di Napoli
visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal componente Gaetano De Amicis;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Procuratore generale aggiunto
Francesco Mauro Iacoviello, che ha concluso chiedendo il rigetto dei ricorsi;
uditi gli avvocati Lucio Cricrì e Marcello Fattore, che hanno chiesto l'accoglimento
dei ricorsi, riportandosi alla memoria depositata.
Penale Sent. Sez. U Num. 40985 Anno 2018
Presidente: CARCANO DOMENICO
Relatore: DE AMICIS GAETANO
Data Udienza: 19/04/2018
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1.
Con decreto del 26 giugno 2017, il Giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di Napoli disponeva il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca ai
sensi dell'art.
12-sexies
d.l. 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni,
dalla legge 7 agosto 1992, n. 356, di beni mobili ed immobili appartenenti ai
coniugi Gaetana Greco Napolano e Isidoro Di Maro, in relazione al delitto di
concorso in tentata estorsione, aggravato ai sensi dell'art. 7 legge 12 luglio
1991, n. 203, contestato a quest'ultimo.
Con ordinanza del 12 luglio 2017 il Tribunale di Napoli accoglieva
parzialmente la richiesta di riesame proposta dai predetti coniugi, disponendo la
restituzione di tutti i beni acquisiti al loro patrimonio nel periodo 1997-2015, sul
rilievo della mancata dimostrazione del presupposto della sproporzione tra il
valore dei beni sequestrati e la loro capacità reddituale; il sequestro veniva
invece mantenuto in relazione ad una quota di proprietà di un'imbarcazione
acquistata da Di Maro nonché al saldo di un conto corrente intestato alla Greco
Napolano, ritenendosi gli acquisti effettuati nel 2016 non giustificabili alla luce
del reddito complessivo della famiglia dell'indagato.
2.
Con separati atti, sottoscritti dai rispettivi difensori, Di Maro e Greco
Napolano hanno proposto ricorso per Cassazione, chiedendo l'annullamento della
predetta ordinanza.
2.1. Con il primo motivo, comune ad entrambi i ricorsi, viene dedotta
l'erronea applicazione della legge penale nonché l'assenza di motivazione per
l'applicazione del sequestro preventivo, in funzione dell'art.
12-sexies
cit., con
riferimento all'ipotesi di reato di tentata estorsione, aggravata ai sensi dell'art. 7
cit.. Secondo i ricorrenti, l'autonomia strutturale del delitto tentato, derivante
dalla combinazione tra la norma di parte speciale e l'art. 56 cod. pen., non
consente di estendere ad esso qualsiasi conseguenza sfavorevole prevista dalla
legge per un delitto consumato.
2.2. Con il secondo motivo del ricorso, proposto nell'interesse della Greco
Napolano, si lamenta la violazione dell'art. 324, comma 7, in relazione all'art.
309, comma 9, ultima parte, cod. proc. pen., essendo sia il decreto del Giudice
per le indagini preliminari che l'ordinanza del Tribunale privi di un'autonoma
valutazione in punto di sussistenza degli indizi circa la fittizia intestazione dei
beni alla ricorrente, non sottoposta ad indagini.
2.3. Con il terzo motivo del ricorso, proposto nell'interesse della Greco
Napolano, si deduce, infine, l'inosservanza dell'art.12-sexies cit.. Il Tribunale, da
un lato, ha ritenuto sequestrabili i beni intestati alla ricorrente basandosi soltanto
2
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