Sentenza Nº 40412 della Corte Suprema di Cassazione, 02-10-2019

Presiding JudgeSABEONE GERARDO
ECLIECLI:IT:CASS:2019:40412PEN
Judgement Number40412
Date02 Ottobre 2019
CourtQuinta Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
TIROZZI SALVATORE nato a NAPOLI il 27/02/1974
ESPOSITO ALFONSO nato a NAPOLI il 27/10/1962
avverso la sentenza del 07/05/2018 della CORTE APPELLO di MILANO
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere RENATA SESSA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore GIUSEPPE
CORASANITI
o
)
che ha concluso chiedend
elYroc. Gen. conclu
er il rigetto hAt /112"21/5°
Penale Sent. Sez. 5 Num. 40412 Anno 2019
Presidente: SABEONE GERARDO
Relatore: SESSA RENATA
Data Udienza: 13/06/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 7 maggio 2018, la Corte di Appello di Milano ha confermato la
pronuncia di condanna di Tirozzi Salvatore ed Esposito Alfonso - nella qualità di componenti
del consiglio di amministrazione - per i delitti di bancarotta fraudolenta patrimoniale ( capo
i
P
e r avere distratto beni della società di valore euro 70.268 e rimanenze per euro 10.600 ),
bancarotta fraudolenta documentale ( capo 2 per sottrazione o distruzione delle scritture
contabili ), bancarotta impropria di cui all'art. 223 co. 2 n. 2 ( capo 3 ), relativi al fallimento
(dichiarato con sentenza del 16 maggio 2013 ) della" Work Packaging s.c.a.r.l. ".
In particolare, il reato di bancarotta impropria è stato contestato ai ricorrenti nei seguenti
termini: « perché come componenti del consiglio di amministrazione della fallita " Work
Packaging s.c.a.r.l. " in concorso tra loro cagionavano dolosamente il dissesto societario non
adempiendo i seguenti obblighi tributari: anno 2006 iva per un milione di euro; anno 2007 iva
ed ires per euro 2 milioni; anno 2008 ires pari ad euro 681.250, irap ad euro 104.583, iva ad
euro 635.290; anno 2009 ires per euro 594.805, irap per euro 93.214, iva per euro 440.948;
con l'aggravante di cui all'art. 219 co. 2 n. 1 più fatti di bancarotta.
2. Avverso tale sentenza gli imputati hanno presentato, per il tramite del loro difensore,
ricorso per cassazione articolato in undici motivi.
2.1. Con il primo si denunzia violazione di legge processuale ( segnatamente dei seguenti
articoli, 125 co. 3 e 546 co. 3 codice di rito, 191, 192, 193, 234, 238 bis, 526 co. 1 651-655
codice di rito ) e difetto motivazionale, lamentando che la Corte territoriale non ha dato
compiuta risposta in ordine alla censura con cui si era contestata la utilizzabilità degli esiti degli
accertamenti fiscali ai fini della decisione. Si contestano gli esiti di tali accertamenti che si
fonderebbero su presunzioni che possono valere solo in sede tributaria, non anche in quella
penale, in cui vige la regole dell'oltre ogni ragionevole dubbio. Né si potrebbe ritenere
utilizzabile la sentenza di primo grado pronunciata in sede tributaria, a cui pure si è fatto
riferimento nella pronuncia impugnata; né potrebbe in tal senso soccorrere l'accertamento
insito nella dichiarazione di fallimento.
In mancanza della prova dei debiti erariali si deve concludere per la insussistenza del reato di
bancarotta impropria ancorata proprio alla formazione di tali debiti.
2.2. Con il secondo motivo si deduce violazione di legge ovvero difetto argomentativo per
essersi la sentenza impugnata riportata - soprattutto in relazione a determinati punti che
vengono estrapolati dal contesto e singolarmente indicati -
per relationem
alla pronuncia di
primo grado, senza procedere ad alcuna, effettiva, valutazione critica.
2.3. Col terzo motivo si lamenta violazione di legge e vizio argomentativo, per carenza e
manifesta illogicità della motivazione, per omessa disamina delle risultanze della consulenza
2
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