Sentenza Nº 36490 della Corte Suprema di Cassazione, 28-08-2019

Presiding JudgeSARNO GIULIO
ECLIECLI:IT:CASS:2019:36490PEN
Date28 Agosto 2019
Judgement Number36490
CourtTerza Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti da
Gallo Ciro, nato a Torre del Greco (Na) il 29/7/1968
D'Alessio Salvatore, nato a Torre del Greco (Na) l'8/4/1976
Fedeli Gaetano, nato a Torre del Greco (Na) il 1°/8/1991
Auricchio Luigi, nato a Torre Annunziata (Na) il 18/10/1975
Esposito Santo, nato a Torre del Greco (Na) il 14/6/1945
Melucci Carmine, nato a Vallo della Lucania (Sa) il 12/11/1986
Veneroso Raffaele, nato a Vallo della Lucania (Sa) il 13/4/1981
Scarpato Aniello, nato a Vallo della Lucania (Sa) il 10/9/1968
avverso la sentenza del 6/12/2017 della Corte di appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;
sentita la relazione svolta dal consigliere Enrico Mengoni;
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto
Procuratore generale Marilia Di Nardo, che ha concluso chiedendo dichiarare
inammissibili tutti i ricorsi;
udite le conclusioni dei difensori dei ricorrenti - Avv. Gianfranco Polselli in
sostituzione dell'Avv. Emireno Valteroni, Avv. Valerio De Maio, Avv. Claudia
Penale Sent. Sez. 3 Num. 36490 Anno 2019
Presidente: SARNO GIULIO
Relatore: MENGONI ENRICO
Data Udienza: 26/06/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
Ciorra in sostituzione dell'Avv. Antonio Gallo, Avv. Vincenzo Speranza - che
hanno concluso chiedendo l'accoglimento dei ricorsi
RITENUTO IN FATTO
1.
Con sentenza del 6/12/2017, la Corte di appello di Napoli riformava
parzialmente, in punto di pena, la pronuncia emessa il 17/6/2016 dal Giudice per
le indagini preliminari del locale Tribunale nei confronti di Salvatore Aiello, Luigi
Auricchio, Antonio Borriello, Salvatore D'Alessio, Santo Esposito, Gaetano Fedeli,
Ciro Gallo, Fabio Gioiello, Daniele Lippo, Carmine Melucci, Salvatore Montemurro,
Marco Palomba, Aniello Scarpato e Raffaele Veneroso, ritenuti responsabili di
plurimi reati in materia di stupefacenti.
2.
Propongono ricorso per cassazione molti degli imputati, a mezzo del
proprio difensore, deducendo i seguenti motivi:
D'Alessio:
- Mancanza, contraddittorietà e manifesta illogicità della motivazione. La
Corte di appello avrebbe confermato la condanna per il capo 35) pur a
fronte di un debole compendio probatorio, costituito soltanto dalle
intercettazioni del 19/4/2013; nel corso delle quali, al più, si parlerebbe
di modeste quantità di sostanza psicotropa ("pacchinella"), ben
compatibili con l'uso personale. Il difetto motivazionale, ancora,
deriverebbe dall'assenza di qualsivoglia indizio grave, preciso e
concordante, dalla mancanza di attività di perquisizione o sequestro e, in
generale, di qualunque elemento che consenta di individuare una
fattispecie diversa da quella di cui all'art. 73, comma 5, d.P.R. n. 309 del
1990. Da ultimo, si lamenta che le circostanze attenuanti generiche
sarebbero state negate con mere formule di stile, pur a fronte di indici
positivi evidenziati dalla difesa;
Fedeli:
Inosservanza ed erronea applicazione dell'art. 530 cod. proc. pen. La
Corte di appello, disattendendo i motivi di gravame, avrebbe confermato
la condanna del ricorrente - quanto alla fattispecie associativa - pur in
assenza di elementi concreti; il Fedeli, infatti, sarebbe stato soltanto il
figlio del collaboratore di giustizia Giorgio Fedeli, e mai avrebbe ricoperto
alcun effettivo ruolo, come peraltro confermato da altri collaboratori. I
piccoli adempimenti commissionatigli dal padre e dalla madre (anch'essa
coinvolta), invero, non potrebbero esser considerati come consapevoli
comportamenti volti a favorire l'associazione. Nei medesimi termini, la
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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