Sentenza Nº 33119 della Corte Suprema di Cassazione, 23-07-2019

Presiding JudgeMAZZEI ANTONELLA PATRIZIA
ECLIECLI:IT:CASS:2019:33119PEN
Date23 Luglio 2019
Judgement Number33119
CourtPrima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
TAURINO ANDREA nato a SAN PIETRO VERNOTICO il 06/07/1982
avverso la sentenza del 07/05/2018 della CORTE ASSISE APPELLO di LECCE
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MICHELE BIANCHI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore MARIELLA DE
MASELLIS
che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
uditi i difensori:g
L'Avv. Gaetano Stea, difensore della parte civile costituita Carrino Marika Teresa e
sostituto processuale dell Avv. Diego De Cillis difensore delle parti civili costituite
Loredana Amati e Carrino Sergio in qualità di genitori esercenti la potestà sul minore
Cristiano Carrino, deposita in udienza conclusioni e nota spese e insiste per il rigetto
del ricorso proposto dal Taurino Andrea con conseguente condanna al pagamento delle
ulteriori spese sostenute nel presente grado di giudizio.
L'Avv. Marco Pezzuto, difensore di Taurino Andrea, insiste per l'accoglimento del
ricorso.
Penale Sent. Sez. 1 Num. 33119 Anno 2019
Presidente: MAZZEI ANTONELLA PATRIZIA
Relatore: BIANCHI MICHELE
Data Udienza: 04/06/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATI
-
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1. Con sentenza pronunciata in data 14.6.2017 il giudice dell'udienza
preliminare del Tribunale di Lecce ha dichiarato Taurino Andrea responsabile dei
reati ascritti, condannandolo alla pena dell'ergastolo, oltre alle pene accessorie e
alle statuizioni civili.
L'imputazione riguarda l'omicidio volontario di Amati Franco e il tentato
omicidio di Romano Ugo, commessi mediante investimento con l'auto delle due
vittime, circolanti sulla pubblica via in bicicletta, fatti aggravati per i motivi futili
( capo A); il reato di cui all'art. 648-bis cod. pen. per aver apposto sull'auto
condotta dall'imputato, di provenienza furtiva, altra targa ( capo
B);
il reato di
resistenza a pubblico ufficiale compiuto per impedire l'arresto in relazione ai fatti
di cui al capo A ( capo C); fatti tutti commessi in Lecce il 22.1.2016.
L'accertamento del fatto di cui al capo A era stato fondato sulle
dichiarazioni rese dal superstite Romano Ugo, che aveva riferito che l'auto,
condotta da Taurino, provenendo dall'opposto senso di marcia, aveva, giunta in
corrispondenza del transito dei due ciclisti, improvvisamente accelerato e deviato
verso di loro, investendo in pieno Amati, che precedeva, e quindi Romano, che
seguiva il compagno.
Nell'immediatezza, Romano Ugo aveva dichiarato alla polizia giudiziaria di
essere uscito, con la bicicletta da corsa, assieme all'amico Amati Franco attorno
alle ore 13; di aver, ad un incrocio, assistito all'inserimento nel loro senso di
marcia, da un accesso laterale, di una Fiat 500, che, vista " ...
in due occasioni
sbandare e interessare il margine di terra sul lato destro della carreggiata ...",
si
era allontanata; di aver poi notato la medesima auto, invertito il senso di
marcia: " ...
venire verso di noi ( nella sua corsia). A circa 6-7-m. da noi, di
scatto, ha invaso la nostra corsia di marcia investendoci volontariamente con il
suo lato anteriore sinistro";
l'auto si era poi allontanata senza prestare alcun
soccorso.
In data 28.1.2016 Romano Ugo, esaminato dal pubblico ministero,
confermava la descrizione della dinamica del sinistro: "
L'auto è ritornata dopo
circa dieci minuti. Andava dritta e, all'improvviso, ha accelerato, puntandoci
direttamente. Ci ha investito ... tutto ad un tratto ha buttato la macchina su di
noi. Ha accelerato quando ha fatto quella manovra ...".
Nel corso della stessa giornata del 22.1.2016 i carabinieri identificavano
l'autista della Fiat 500 nell'imputato, il quale dapprima indicava il luogo ove
aveva nascosto l'auto - risultata essere di provenienza furtiva e con apposta
targa di altro veicolo - e quindi si divincolava dandosi alla fuga, venendo però
rintracciato e posto in stato di arresto.
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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