Sentenza Nº 24817 della Corte Suprema di Cassazione, 04-06-2019

Presiding JudgeSANDRINI ENRICO GIUSEPPE
ECLIECLI:IT:CASS:2019:24817PEN
Judgement Number24817
Date04 Giugno 2019
CourtPrima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
DI BARTOLOMEO GIORGIO nato a TORRE DEL GRECO il 13/11/1977
avverso la sentenza del 23/02/2018 della CORTE ASSISE APPELLO di NAPOLI
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIUSEPPE SANTALUCIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore ELISABETTA
CENICCOLA
che ha concluso chiedendo
Il Proc. Gen. conclude per il rigetto del ricorso con ogni conseguente statuizione.
udito il difensore
Sentito l'avv. Dario Vannetiello il quale esponendo le argomentazioni difensive
richiamandosi altresì ai motivi aggiunti ed insiste per l'accoglimento del ricorso.
Penale Sent. Sez. 1 Num. 24817 Anno 2019
Presidente: SANDRINI ENRICO GIUSEPPE
Relatore: SANTALUCIA GIUSEPPE
Data Udienza: 03/05/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
Ritenuto in fatto
1.
La Corte di assise di appello di Napoli ha confermato la sentenza con
cui il Giudice dell'udienza preliminare del locale Tribunale ha condannato alla
pena di anni venti di reclusione Giorgio Di Bartolomeo, affermandone la
responsabilità per il delitto di omicidio di Carlo Polese, al cui indirizzo esplose
diversi colpi con un'arma semiautomatica calibro 9X19 parabellum, uno dei quali
raggiunse la vittima alla regione epigastrica, cagionandone il decesso; e per il
connesso delitto di illegale detenzione della menzionata arma, fatti entrambi
aggravati dall'art. 7 I. n. 203 del 1991, per uso del cd. metodo mafioso e per il
fine di agevolare il clan di stampo mafioso Ascione, di cui era parte, fatti
commessi in Ercolano il 19 agosto 2003.
2.
Il fatto si colloca nell'ambito di una faida che al tempo si consumava,
nel territorio di Ercolano, tra le contrapposte organizzazioni camorristiche, degli
Ascione-Papale in quel periodo soccombente, e dei Birra-Iacomino.
L'11 marzo 2003 aveva avuto inizio la terza guerra di camorra di Ercolano
ed erano stati uccisi Mario Ascione, reggente dell'omonimo clan, e Ciro Montella,
elemento di spicco del sodalizio e successivamente Alfonso Guida, altro affiliato
del clan Ascione.
Il giorno dell'omicidio per cui è imputazione, un gruppo di appartenenti al
clan Birra-Iacomino, tra i quali vi era Carlo Polese, la persona offesa, si avvicinò
al parco Campolieto, comunemente indicato come "palazzo della moquette",
quartier generale degli Ascione, ove abitava il reggente del clan, Alessandro
Adamo, cognato di Mario Ascione.
Mentre alcuni del gruppo dei Birra-Iacomino erano intenti ad arrampicarsi
sul muro di cinta del parco, dallo stabile posto all'interno, che affaccia su quel
lato e nel quale abitavano vari esponenti della famiglia Ascione, partirono colpi di
arma da fuoco, uno dei quali raggiunse Carlo Polese che, accompagnato in
ospedale, morì nel corso di un intervento chirurgico.
Oltre a Carlo Polese, fu colpito, dai colpi sparati dall'interno del parco,
Giovanni Cozzolino, estraneo al gruppo, che si trovava per caso a passare nei
pressi del luogo dell'aggressione. Questi, sentito nell'immediatezza, riferì che
aveva notato l'arrivo di vari giovani a bordo di due motoveicoli e di
un'autovettura, i quali, giunti nei pressi del muro di cinta del "parco della
moquette" di fronte al palazzo Ruggiero, iniziarono ad arrampicarsi su quel muro
e a sparare.
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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