Sentenza Nº 23387 della Corte Suprema di Cassazione, 27-09-2018

Presiding JudgePETITTI STEFANO
ECLIECLI:IT:CASS:2018:23387CIV
Date27 Settembre 2018
Judgement Number23387
CourtSeconda Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterCIVILE
SENTENZA
sul ricorso 29860-2015 proposto da:
COMMISSIONE NAZIONALE SOCIETA' E BORSA CONSOB,
elettivamente domiciliata in ROMA, V.MARTINI GIOVANNI
BATTISTA 3, presso lo studio dell'avvocato SALVATORE
PROVIDENTI, che la rappresenta e difende unitamente agli
avvocati MARIA LETIZIA ERMETES, ANTONELLA VALENTE
giusta procura a margine del ricorso;
- ricorrente -
BANCA POPOLARE, elettivamente domiciliata in ROMA, PIAZZA
GIUSEPPE MAZZINI 15, presso lo studio dell'avvocato ENRICO
GABRIELLI, che la rappresenta e difende unitamente agli
avvocati STEFANO VERZONI, CARLO PAVESI in virtù di procura
a margine del controricorso;
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Civile Sent. Sez. 2 Num. 23387 Anno 2018
Presidente: PETITTI STEFANO
Relatore: CRISCUOLO MAURO
Data pubblicazione: 27/09/2018
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
- ricorrente incidentale -
avverso la sentenza n. 1438/2015 della CORTE D'APPELLO di
MILANO, depositata 11 14/05/2015;
udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del
09/05/2018 dal Consigliere Dott. MAURO CRISCUOLO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore
Generale Dott. ALBERTO CELESTE che ha concluso per
l'inammissibilità o in subordine il rigetto del ricorso principale,
assorbito il ricorso incidentale condizionato ;
uditi l'Avvocato Antonella Valente per la ricorrente e
l'Avvocato Enrico Gabrielli per la ricorrente incidentale.
FATTI DI CAUSA
Con atto di opposizione notificato in data 23/4/2012 Banca
Italease S.p.A. ha proposto opposizione avverso la delibera
Consob n. 18107 del 15 febbraio 2012 con la quale le era stata
irrogata la sanzione ammnistrativa di C 250.000,00,
unitamente a Massimo Faenza, per la violazione di cui all'art.
187 ter del TUF, in relazione alla condotta di manipolazione del
mercato posta in essere dal Faenza quale amministratore
delegato della banca ricorrente, e sul presupposto che la
condotta illecita fosse stata posta in essere nell'interesse della
società.
Dichiarato il difetto di giurisdizione da parte del giudice
amministrativo inizialmente adito, a seguito della sentenza
della Corte Costituzionale n. 162/2012, il processo era
riassunto dinanzi alla Corte d'Appello di Milano.
La ricorrente nell'evidenziare che la sanzione traeva origine
dalla cd. vicenda derivati caratterizzata dalla occulta
operatività della banca condotta da una ristretta cerchia di
dirigenti infedeli, animati dalla finalità di arricchimento
personale, che aveva determinato l'accumulo per la banca di
Ric. 2015 n. 29860 sez. 52 - ud. 09-05-2018 -2-
Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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